Turismo delle radici: la riqualificazione dei borghi come modello di imprenditorialità
Una recente analisi di CNA Sardegna, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, rivela che solo nell’isola sono presenti 165 borghi, popolati da una media di 1400 abitanti, per un totale di circa 50mila unità tra edifici inutilizzati ed abitazioni vuote. Un enorme spreco di risorse, considerato il ruolo di primo piano svolto dall’isola, o almeno di una sua parte, nella stagione estiva italiana. Invecchiamento della popolazione e diminuzione delle nascite sono la base di una problematica diffusa in tutta Italia: lo spopolamento.
Ad essere più colpite sono le zone dell’entroterra, generalmente servite poco o male, per le quali “Serve ripensare la qualità della domanda turistica, promuovendo un turismo culturale, naturalistico, esperienziale e promuovendo la cultura, l’economia, l’artigianato e le tradizioni locali” come dichiarato da Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale di Cna Sardegna.
Destinatari e custodi di storia e tradizione, i borghi rappresenterebbero invece un’opportunità economica non solo per i nativi del posto ma anche per tutti quelli che, partiti per i motivi più diversi alla volta di grandi centri e metropoli, volessero tornare ad uno stile di vita più “lento”, ma altrettanto produttivo. Come racconta la storia di Brunello Cucinelli, stilista e imprenditore italiano, che decise di trasferirsi in un borgo in provincia di Perugia nel 1982 e fondare lì la propria azienda. Solomeo, il borgo in questione, è oggi la sede di una delle aziende tessili principali nel settore del cachemire, ospita la Scuola di Arti e Mestieri fondata dallo stesso stilista e frequentata da giovani talenti in cerca della propria strada e, grazie all’intervento di Cucinelli in varie aree del borgo, ha anche acquisito una certa attrattività turistica.
Bisogna dunque creare imprenditorialità nei posti che ne hanno maggiormente bisogno così da scongiurare quella che potrebbe essere la perdita definitiva di antiche tradizioni, mestieri e costumi e, al contempo, creare nuove opportunità lavorative in luoghi che attualmente ne sono privi, lasciando quindi ai loro abitanti la possibilità di restare piuttosto che la rassegnazione a doversene andare.
Famoso è il caso di Daniele Kihlgren, manager milanese di padre svedese, e di come abbia fatto rinascere il borgo di Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo.
Un comune italiano di soli 120 abitanti circa, riqualificato grazie all’intervento dell’imprenditore, che anni fa se ne innamorò e lo trasformò in un albergo diffuso: un lavoro talmente ben riuscito da essere citato dal New York Times come modello imprenditoriale.
Nonostante la pandemia, o forse proprio per questo, l’idea del borgo come meta turistica alternativa all’estero sembra rappresentare la tendenza del momento. Un’altra opportunità di investimento, dunque. Per ovviare alle problematiche relative all’accoglienza e alla mancanza di servizi che spesso presentano questi luoghi, il prossimo 6 – 7 ottobre, HostB2B – la più grande community del settore alberghiero – lancerà il “Progetto Borghi”, forum digitale per la rigenerazione dei piccoli centri italiani. Integrazione e sviluppo sono le parole d’ordine, in un’ottica di sostenibilità ambientale e soprattutto sociale, oggi più che mai necessaria.9Colonne