Dietro le quinte del Made in Italy
di Paolo Pagliaro
Per la moda italiana c’è in agenda sabato e domenica una grande festa del ringraziamento. Si festeggia l’uscita dal tunnel delle serrate da coronavirus, che hanno messo in ginocchio molte aziende, si festeggia un + 22% del fatturato 2021 grazie soprattutto all’export, dove settori come la pelletteria crescono del 25%.
La festa si chiama Apritimoda, e prevede che si aprano al pubblico 86 tra atelier di marchi famosi, laboratori dell’eccellenza artigianale e musei di prodotto. Aziende diverse, concorrenti sul mercato, accettano di fare sistema e di mostrare ciascuna la propria forza, accanto a quella dell’altro. Ci saranno i nomi conosciuti nel mondo: Giorgio Armani a Palazzo Orsini nel centro di Milano dove vengono presentate le collezioni di alta moda; la factory toscana di Dolce & Gabbana, tra i primi a valorizzare il lavoro degli artigiani; e Fratelli Rossetti, la fabbrica delle scarpe alle porte di Milano che per prima ha portato il Made in Italy a New York. Si potranno vedere l’orditoio realizzato su disegno di Leonardo dell’Antico Setificio Fiorentino e i broccati realizzati dalla Tessitura Bevilacqua di Venezia, visitare nel biellese il lanificio di Ermenegildo Zegna o la manifattura Borsalino, alle porte di Alessandria, dove i cappelli sono ancora fatti a mano con 52 passaggi.
A Napoli apre le sue porte il Guantificio Omega, in Liguria la Tessitura artigianale Giuseppe Gaggioli e la Tessitura de Martini, che ha costruito e brevettato un telaio unico al mondo, capace di riprodurre oggi gli stessi filati che secoli fa venivano tessuti a mano.
C’è un sito – apritimoda.it – che consente di navigare tra queste gemme del made in Italy e prenotare le visite gratuite.