Andrea Bogoljubskij: un sovrano assoluto?

Andrea Bogoljubskij: un sovrano assoluto?


Di Chiara Fiaschetti

Andrea Bogoljubskij era figlio di Jurij Dolgorukij (Giorgio Lungamano). Quest’ultimo governò a Suzdal e la elesse come capitale del principato di Rostov-Suzdal. Fin da subito, Giorgio I, si mostrò interessato al trono di Kiev, in quanto la città era considerata sede del potere centrale. Fu Vladimiro I a favorire la potenza di Kiev, sia da un punto di vista economico che sociale, mediante la conversione al cristianesimo. Kiev era inoltre, sede del metropolita e questo le dava ulteriore potere. Tuttavia, a partire dal XI secolo e subito dopo la morte di Jaroslav, figlio di Vladimiro I, inizia il cosiddetto “periodo degli appannaggi” a causa delle continue lotte dei parenti del Knjaz. La Russkaja Pravda, codice legislativo della Rus’ promulgato proprio da Jaroslav, prevedeva che alla morte del Gran Principe il trono dovesse essere ereditato non per via di primogenitura, ma che dovesse passare al fratello maggiore del principe defunto. Questa regola favorì lunghe lotte e faide famigliari che nel corso del tempo minarono la stabilità di Kiev. Ciononostante, Giorgio I, era deciso ad assicurarsi il titolo di Gran Principe e riesce ed acquisirlo nel 1149 e poi di nuovo nel 1155 dopo diverse lotte.
Una volta divenuto Velikij Knjaz (Gran Principe), Giorgio insedia suo figlio a Vysgorod, Udel non molto distante da Kiev. L’intento di Giorgio era quello di assicurare il trono di Kiev a suo figlio Andrea, modificando la regola della successione.


Diversamente dal padre, Andrea Bogoljubskij, era consapevole della decadenza di Kiev. Il Bogoljubskij infatti, non si mostrò per nulla interessato al trono kievano e il suo principale obiettivo era quello di trovare un nuovo territorio, abbandonando Vysgorod, e di poterlo rendere la nuova sede di potere. Per realizzare questo obiettivo, Andrea aveva bisogno di qualcosa che potesse giustificare, ma anche legittimare, questa sua decisione. Decise in questa circostanza di rubare l’Icona Misericordiosa posta all’interno del santuario di Vysgorod, che secondo la tradizione non fu dipinta da mano umana. Andrea era intenzionato a trasportare la Vergine fino a Rostov nella quale è convinto di dar vita ad un nuovo potere. Rostov era stata fondata da Novgorod, Repubblica indipendente da Kiev, e per questo non doveva rispondere al Gran Principe, ma manteneva la propria autonomia.
Lungo il cammino per Rostov, la carrozza che trasportava il principe Andrea e l’Icona Misericordiosa si arrestò lungo la strada.

Per il Bogoljubskij questo era un segno divino, dovuto alla presenza dell’Icona sacra. Decise per questo di non proseguire il viaggio e di fondare in quel punto un villaggio completamente nuovo: Bogoljubovo. Da qui infatti, deriva il suo nomignolo. Il nuovo villaggio si trova vicino a Vladimir, città fondata da suo nonno, Vladimiro Monomaco, che sarà eletta da Andrea capitale della Bassa, dando vita al principato di Vladimir-Suzdal. Andrea non risiederà a Kiev, ma a Bogoljubovo o a Vladimir. Giorgio I venne a conoscenza di ciò ed era deciso ad intervenire per muovere guerra a suo figlio, ma morì prima di poterlo raggiungere.
Dopo la morte di Giorgio I si riunì la vece, l’assemblea popolare simile ad un parlamento incaricata di prendere decisioni collettive in occasioni particolarmente importanti. La vece fa ricadere il trono di Velikii Knjaz ad Andrea (1157), poiché suo fratello minore era instabile di mente e quindi non sarebbe stato in grado di governare adeguatamente.


Il titolo di Velikii Knjaz non equivaleva nell’avere un potere assoluto e inoltre, Andrea non risiederà mai Kiev, costantemente minacciata dagli Udel circostanti governati dai parenti del Gran Principe. Lo scopo di Andrea Bogoljubskii era però, quello di fregiarsi di un potere assoluto e non più contando sul ruolo di Kiev, bensì di Vladimir. Vladimir doveva ricoprire, dopo il 1157, un ruolo d’importanza primaria, ancor più grande di quella che in passato aveva caratterizzato Kiev. Una volta preso il potere il Bogoljubskii elesse i suoi parenti a capo di ogni Udel come suoi rappresentanti, coinvolti ugualmente al potere ma solo come consiglieri. Istituì la sua nuova Druzina incaricata di mantenere l’ordine. Andrea avrebbe dovuto governare in veste di sovrano assoluto e cristiano, e quindi mediante la volontà divina a cui ognuno doveva rispondere in veste di suddito e fedele.


Inizialmente quasi tutti si mostrarono favorevoli al nuovo Knjaz, soprattutto il clero e i mercanti, i quali consapevoli dell’obiettivo del principe di voler competere con Novgorod dal punto di vista mercantile e commerciale, godettero della riorganizzazione dei commerci. Il clero, in fine, era a conoscenza della grande religiosità del principe Andrea e gli ecclesiastici speravano che il Knjaz potesse portare a compimento l’evangelizzazione delle genti ancora pagane.
Nel corso del tempo Andrea favorì sempre più odio nei suoi confronti. Siamo informati del fatto che il principe, deciso a consolidare sempre di più il suo assolutismo, fece trasferire molti contadini dal Nord al sud di Vladimir, i quali non erano salariati e con il tempo iniziarono a condurre uno stile di vita uguale a quello di uno schiavo vero e proprio. Anche i boiari (aristocratici e proprietari terrieri) videro il loro potere diminuire e le loro terre sequestrate dal Knjaz insieme ai contadini che le lavorano. Tutto ora apparteneva al principe, che risiedeva a Vladimir. Le azioni del Knjaz si fecero sempre più repressive.


Andrea mise in opera anche il saccheggio di Kiev, avvenuto nel 1168, dopo che il principe nominò un namestnik (governatore) per Novgorod, senza prima consultarsi con Mstislav che risiedeva a Kiev, che era ancora ufficialmente la sede del potere centrale nonostante il suo declino. C’è da sottolineare che la Repubblica di Novgorod era ora intenzionata, per interessi commerciali, a consolidare i rapporti con Andrea Bogoljubskij, il quale aveva ampliato la sua fama di sovrano “assoluto”. Inoltre, un altro fatto importante era che Gleb, fratello di Andrea, era morto misteriosamente mentre risiedeva a Kiev. Questo favorì la mossa repressiva messa in atto dal Bogoljubskij. Nel 1168, dunque, Andrea si mosse contro Msitislav che si rifiutava di riconoscere la sua sovranità. Il Bogoljubskii entrò a Kiev, la quale era priva di fortificazione e si trovava impreparata all’assalto. Msitislav si affrettò a lasciare la città e Andrea la saccheggiò e assediò per tre giorni, in fine pose al trono di Kiev Gleb, suo fratellastro.


Tutte le azioni di Andrea lo condussero verso la sua morte premeditata. La congiura coinvolgeva i boiari e probabilmente anche i suoi fratelli, i quali subito dopo la morte del fratello si affrettarono a far ricadere le accuse solo sui diretti assassini. Il Bogoljubskii venne assassinato nel 1174 e le Cronache degli anni passati, fonte primaria per la storia russa, ci narrano che il corpo del principe rimase a terra per due giorni e due notti dopo essere stato gettato dalla finestra del terem (un rito slavo, probabilmente). Alla morte gli successe suo fratello Vsevolod, il quale porterà avanti la politica di Andrea.

Chiara Fiaschetti

Redazione Radici

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