Il narcisismo dei movimenti politici-sociali

Il narcisismo dei movimenti politici-sociali
Di Apostolos Apostolou

Montesquieu nel cap. II, libro XII, dell’Esprit des lois, intitolato appunto «Che cosa è la libertà ?» scrive: «La libertà è il diritto di fare tutto ciò che la legge permettono». Ecco come pensano la libertà, i pensatori dell’Occidente. E Rousseau nel cap. VIII, libro I, del Contrat social, intitolato Sullo stato civile, scrive invece: «La libertà è l’obbedienza alla legge che ci si è prescritta».Cosi libertà e legge secondo pensiero politico occidentale sono insieme. Anche secondo il pensiero tedesco di Kant il fine (la suprema lex) dello stato è la libertà, cosi, intende la libertà individuale o, per usare una contrapposizione ormai consueta, la libero dallo stato, non già la libertà nello stato.


Cosi la storia funzione secondo pensiero politico occidentale come teatro degli antagonismi, il diritto come condizione di coesistenza della libertà individuali, – e la concezione liberale dello stato, – lo stato come avente lo scopo non di guidare i sudditi alla felicità ma di garantire l’ ordine. Con altre parole la libertà diventa un liberalismo sociale e si entra nei diritti sociali. Qui possiamo ricordare che cosa diceva Franklin D. Roosevelt (6.1.1941) «freedom from want». E quasi tutte le Costituzioni parlano di diritti sociali.


L’idea di diritti sociali proviene dall’idea di diritti naturale che è un’eredità del pensiero cristiano e del pensiero classico. Non risale alla filosofia del XVIII secolo, che l’ ha più o meno deformata, ma a Grotius e prima che a lui a Suarez e a Francesco de Vitoria. E più oltre ancora a Cicerone, agli Stoici, ai grandi moralisti dell’antichità e ai suoi grandi poeti, per esempio, possiamo vedere a Sofocle, in particolare. Qui Antigone è l’eterna eroina del diritto naturale che gli Antichi chiamavano la legge non scritta, ed è il nome che meglio le conviene. Con la celebre sentenza di Aristotele, che l’uomo è un animale politico, non significa soltanto che l’uomo è naturalmente fatto per vivere in società, significa anche che l’uomo domanda naturalmente di condurre una vita politica e di partecipare attivamente alla vita della comunità politica. Da qui comincia la teoria dei diritti politici. E’ su questo postulato della natura umana che riposano le libertà politiche e i diritti politici.


Sotto la nuova democrazia organica e pluralistica i diritti sociali diventano la panacea del sistema politico. I diritti sociali esprimono il servizio del bene particolare, cosi acquistano un carattere narcisistico e un carattere di «privatism» come descrive Tom Wolfe (Me decade. Il decennio dell’io). In una studia di Paul Zwein con titolo «The Heresy of Self-love», vediamo, l’uomo contemporaneo come un prodotto del «Self-love», e insieme, i diritti sociali e politici, diventeranno anche i risultati del «Self-love».


Movimenti com’è il movimento «la nuova coscienza» (new consciousness movement), o il movimento della consapevolezza (awareness movement) anche com’è, il movimento (the third great awakening), tutti esprimono il narcisismo della nuova epoca come sosteneva Tom Wolfe nel breve saggio «sulla società contemporanea e sul costume», con titolo di libro: “The Me Decade and The Third Great Awakening”, pubblicato nel 1976.


Oggi in una società planetaria, narcisismο esprimono quasi tutti i movimenti sociali, che parlano di particolarismo comunitario (Gemeinschaft), per esempio possiamo vedere i movimenti: Citizens Iniziatives, Hippies Yippies in USA, Provos in Olanda, Gammler e Austegeer in Germania, Diggers in Gran Bretagna, Ecologistes – Grunen in Francia e in Germania, Underground in Gran Bretagna e in USA, Marginaux in Francia, ecc.


I movimenti esprimono i diritti che abbiamo bisogno «qui e adesso» (John Cage) e il narcisismo diventa un prodotto collettivo del self-absorption, (J. Hougan Decadence: Radical Nostalgia, Narcissism, and Decline in the Seventies 1975, e anche, Heinz Kohut: The Analysis of the Self: A Systematic Approach to the Psychoanalytic Treatment of Narcissistic Personality Disorders, 1971) cosi la libertà dei partiti sociali diventa un liberalismo sociale, orientando e incanalando disagio e malessere collettivo verso un consenso plebiscitario all’ uomo provvidenziale di turno. Le utopie dell’800 hanno ceduto il posto a utopie negative che viviamo oggi, che non vedono altro bene per l’umanità se non la distruzione della società attuale.

I movimenti sociali e politici sono prodotti dell’insicurezza che l’individuo risente nell’isolamento, in cui troppo spesso viene a trovarsi nella società contemporanea, spinge l’individuo stesso a unirsi a gruppi o a emigrare di gruppo in gruppo, nella ricerca di una solidarietà che lo renda meno soggetto alle vicende del caso. [1] Cosi a fianco delle ideologie, illusione di essere insieme, etica del branco, tutti oppio del popolo, c’è tutta la gamma dei prodotti marginali, alla frontiera tra il lecito e l’ illecito: ideologia individuale, ossessione, monomania, passione unica, cioè alienazione.

Tutto ciò permette di perdersi totalmente con il pretesto di ritrovarsi. Infine il dramma della coscienza, di cui parla Hegel, – e sostenevano i movimenti sociali e politici – è soprattutto la coscienza del dramma.

Note:
[1] Jerrold M. Post. Narcissism and Politics Copyrighted Material, 2015, pp, 22,31

Apostolos Apostolou Scrittore e professore di filosofia ,Atene Grecia

Redazione Radici

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