Italiani davvero?
di Maria Grazia Galati e Paola Cairo
Buongiorno, sono italiano, appena arrivato a Lussemburgo e cerco un lavoro, mi aiutate? Salve, come si arriva ad Hahn a prendere la Ryanair se non si ha l’auto? Dove trovo prodotti veri italiani a poco prezzo? Non parlo le lingue, ma vorrei vivere e lavorare in Lussemburgo: è grave? Vorrei conoscere altri italiani: come faccio?” (A riportare queste domande e a cercare delle risposte sono Maria Grazia Galati e Paola Cairo nell’editoriale che apre il nuovo numero di “Passaparola”, magazine che entrambe dirigono a Lussemburgo.)
“Ogni giorno noi della redazione leggiamo su facebook almeno una decina di post come questi. E ogni giorno ci poniamo la stessa domanda : italiani, dove siete? Ve lo domandiamo e ce lo domandiamo perché i numeri parlano chiaro: secondo le statistiche ufficiali arrivano qui circa mille nostri connazionali espatriati all’anno. Molti di sicuro con un buon lavoro, in tanti con la famiglia al seguito, di sicuro tutti attivi, giovani o di mezza età, di cultura medio-alta, capaci (si spera!) di intendere e di volere. Poiché il lockdown è finito da un pezzo e il Lussemburgo, nel totale rispetto delle norme sanitarie, ha riaperto già da tempo moltissime attività socio-culturali, come mai tutti questi italiani che affollano i social non si manifestano poi durante conferenze, presentazioni di libri, serate dedicate al cinema tricolore, concerti dal vivo, teatro, eventi cultural-gastronomici ispirati alla nostra cucina? Moltissimi di questi eventi registrano presenze bassissime….
Cosa accomuna quelle persone, spesso riunite in associazioni, impegnate a organizzare eventi di spessore, raccogliere iscrizioni per le elezioni del Comites, informare con guide pratiche, pubblicare una rivista mensile (dal 2004), promuovere eventi ludici e benefici, se poi le tante migliaia di italiani arrivati qui non fanno onore a chi promuove e sostiene la parte più importante del loro Paese, ovvero la lingua, la cultura e l’impegno civico? cominciamo anche a fare noi a noi stessi una domanda: davvero questa “comunità” puo’ chiamarsi tale? che italiani sono quelli che espatriano nel Granducato sempre più numerosi e spesso pare vogliano persino snobbare le proprie origini? Forse la domanda strillata in copertina non basta. Più che italiani, dove siete? bisognerebbe chiedere: ma che italiani siete?”.