Draghi stacca bonus per tutti, ma non per Bonomi di Confindustria
Di Nicola Perrone
All’inizio Mario Draghi al Governo, ricordate?, era la ‘soluzione delle soluzioni’ per Confindustria, l’uomo del miracolo, quello che tutta la platea imprenditoriale messa a terra dalla pandemia aspettava per risollevarsi. E all’inizio agli imprenditori è arrivato tanto, gran parte delle risorse, da creare malcontento dalle parti dei sindacati rimasti a guardare. Ora siamo al dunque, martedì arriverà la manovra in Parlamento, e oggi Carlo Bonomi di Confindustria ha lanciato l’urlo di guerra, prendendo a male parole il premier Draghi e tutto il cucuzzaro di Palazzo Chigi.
L’uso dell’italiano è corretto, ma dietro le righe traspare tutta la rabbia degli imprenditori, stavolta rimasti a secco: “La battaglia per le bandierine nella legge di bilancio ha portato al rifinanziamento del reddito di cittadinanza. Noi siamo stati sempre favorevoli a uno strumento in risposta alla povertà, però prima di metterci di nuovo altri soldi, questo strumento va riformato perché non sta funzionando, non intercetta le fasce di incapienti al Nord e disincentiva il lavoro al Sud”, ha detto Bonomi, rilanciando: “Io veramente pensavo che questa legge di bilancio fosse il primo passo a servizio delle riforme che servono da 25 anni. Immaginavamo uno scenario che doveva mettere al centro una politica industriale di questo paese, un’occasione per parlare delle filiere e della qualità dell’occupazione. Questo non avviene perché non si riesce a realizzare una grande partnership pubblico-privato…”
“Il tema centrale è come rispondiamo ai giovani, come smettiamo di dare schiaffi a donne e giovani che hanno sofferto di più questa crisi. Cosa c’è in questa legge di bilancio per i giovani? 516 milioni di incentivi per l’acquisto della prima casa e 10 giorni di congedo familiare. Se è questo che diamo ai giovani non siamo sulla giusta strada” e via così con altre accuse da parte del leader di Confindustria, e schiaffo finale ai sindacati: “Non è minacciando scioperi e mobilitazioni che il paese cresce. Gli italiani ci chiedono altro, di dare risposte al paese. Si crede ancora che lo sciopero sia un ricatto per aver quel che si vuole, ma le soluzioni le dobbiamo trovare insieme”.
Il povero Draghi ha cercato di riportare Bonomi a ragionare: “La ripresa di un Paese, più che mai in questo delicato momento, poggia sulla collaborazione e sullo sforzo sinergico di tutti i poteri e le istituzioni che devono essere in grado di accompagnare l’evoluzione della società, rispondendo alle esigenze di rilancio dell’economia, senza prescindere dalla necessaria considerazione delle istanze di equità sociale e di tutela dei diritti e degli interessi legittimi” ha detto il presidente del Consiglio, nel saluto al convegno per i 190 anni del Consiglio di Stato.
Non sarà facile, soprattutto perché anche dalle parti del M5S c’è già chi alza le penne e si prepara a battagliare, come l’ex ministro Riccardo Fraccaro: “Le misure recentemente approvate dal Governo sul Superbonus, non da ultimo quelle contenute nella legge di bilancio, stanno di fatto bloccando la misura che ha dimostrato di essere il volano dell’economia del nostro Paese. La Confederazione Nazionale dell’Artigianato, Confartigianato Imprese e Casartigiani, con un comunicato denunciano l’impossibilità da questa mattina, per CAF e professionisti, di inviare le comunicazioni di opzione per sconto in fattura o cessione dei crediti all’Agenzia delle entrate anche per l’assenza di chiarimenti. È esattamente quello che avevo chiesto di evitare” ha sottolineato, con l’aggiunta: “Ora tocca alle forze politiche in Parlamento rendere di nuovo fruibile un incentivo che ha incontrato il consenso di tutti”.
E Matteo Salvini, leader della Lega? Oggi non getta benzina sul fuoco, ma rilancia un tema altamente radioattivo per le forze della maggioranza: “L’Italia deve decidere se continuare a dipendere dagli altri oppure risalire sul treno del nucleare e della ricerca. Se vuoi essere competitivo devi avere il coraggio di rientrare in quel settore” ha detto il leader del Carroccio.