I governi impegnano oltre 1 miliardo di dollari per sostenere il lavoro dell’UNHCR nel 2022
I governi donatori hanno impegnato la cifra record di 1,054 miliardi di dollari per sostenere il lavoro dell’UNHCR, nel 2022, permettendo così all’Agenzia di continuare a implementare programmi vitali per milioni di persone costrette a fuggire in tutto il mondo. Altri 808 milioni di dollari sono stati impegnati a favore di programmi da realizzare nel 2023 e negli anni seguenti.
“Sono grato a tutti i nostri donatori per questa dimostrazione di fiducia. Questi finanziamenti sono vitali per poter sostenere rifugiati, sfollati interni e apolidi. Il forte impegno assunto è anche indice di solidarietà nei confronti delle comunità e dei Paesi che li accolgono”, ha dichiarato Filippo Grandi, alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
“Tali finanziamenti sono fondamentali, ma temo che non saranno sufficienti, considerato il numero crescente di sfide previste per il 2022 e di esigenze delle persone in fuga, in larga parte causate da conflitti, cambiamenti climatici e COVID-19, tre piaghe che la comunità internazionale non ha saputo fermare”, ha aggiunto Grandi. “Sarà necessario agire in tali ambiti con efficacia ancora maggiore se desideriamo voltare pagina e lasciarci alle spalle questo disastroso periodo segnato dal proliferare di violenze, epidemie e stenti”.
Nel corso della conferenza annuale dei donatori, il 7 dicembre, l’Italia ha annunciato per il 2022 uno stanziamento iniziale alle attività dell’UNHCR pari a circa 29 milioni di dollari, con l’obiettivo di fornire assistenza e protezione alle persone costrette alla fuga nel mondo e, in particolare, a quelle più vulnerabili, tra cui donne, bambini, ragazze, persone con disabilità e minoranze, che più di altre sono esposte alle conseguenze drammatiche dei conflitti e della pandemia. Questi fondi saranno diretti principalmente all’Afghanistan e ai Paesi limitrofi, così come alla Libia, ad alcuni Paesi del Nord Africa, al Sahel e alla crisi siriana.
L’Appello globale per il 2022 lanciato dall’UNHCR copre le operazioni in 136 Paesi e territori e si basa su un budget approvato di 8,994 miliardi di dollari. Quasi la metà di tale cifra riflette i costi delle attività di risposta alle emergenze che assicurano assistenza a numeri record di persone costrette a fuggire, specialmente in Medio Oriente e in Africa, nonché a milioni di persone in fuga dalle proprie terre in Paesi come Afghanistan, Etiopia, Myanmar, Venezuela, e altri ancora.In risposta a queste e ad altre crisi, le attività chiave dell’UNHCR nel 2022 riguardano principalmente protezione di rifugiati e minori, preparazione alle emergenze e beni di prima necessità da mobilitare con urgenza, aiuti in denaro contante ai più vulnerabili, salute e sicurezza alimentare, prevenzione e risposta alla violenza di genere, approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari, sostegno alla nutrizione, alloggi, istruzione, mezzi di sostentamento, energia pulita e protezione ambientale, nonché supporto alle persone apolidi.
Malgrado la tendenza che vede gli esodi forzati in costante crescita – all’inizio del 2021 si registravano 84 milioni di persone costrette a fuggire, e la pianificazione delle attività e delle spese dell’UNHCR per il 2022 è avvenuta a partire da una previsione di aumento di tale numero nel 2022 – si intravedono barlumi di speranza.Nonostante l’impatto debilitante della pandemia, sono stati compiuti progressi in relazione all’inclusione di rifugiati, sfollati e apolidi nei sistemi nazionali riguardanti assistenza sanitaria, istruzione e protezione sociale. A tal fine, mediante il Global Compact sui Rifugiati, i governi hanno assunto impegni che devono continuare a essere finanziati. “Oltre ad assicurare aiuti umanitari, è importante che la comunità internazionale rafforzi i progressi fatti negli anni scorsi garantendo ulteriori forme di sostegno bilaterale allo sviluppo per i Paesi e le comunità che accolgono elevati numeri di rifugiati”, ha affermato Grandi.
L’UNHCR ha inoltre registrato un incremento nel numero di posti di reinsediamento per i rifugiati messi a disposizione dagli Stati e la riapertura di canali di ingresso per motivi di lavoro, studio e ricongiungimento familiare. Incoraggiata da una serie di misure adottate per porre fine all’apolidia, l’UNHCR sta intensificando gli sforzi affinché questo limbo legale non necessario in cui vivono milioni di persone possa terminare.
I contributi volontari costituiscono quasi la totalità dei finanziamenti destinati all’UNHCR. Oltre alle sottoscrizioni annunciate oggi dai governi donatori, rappresentanti dei partner nazionali del settore privato dell’UNHCR si sono impegnati a contribuire con una somma supplementare di 315 milioni di dollari per il 2022. L’UNHCR, inoltre, esprime particolare gratitudine nei confronti dei donatori che hanno elargito 398 milioni di dollari sottoforma di finanziamenti flessibili – vale a dire finanziamenti non stanzianti oppure stanziati in modo non rigido – o di forme di sostegno pluriennali.
L’Appello globale per il 2022 lanciato dall’UNHCR definisce le criticità previste dall’Agenzia nel 2022 e i piani preparati per contrastarle. Include interventi a firma dell’alto commissario, dell’inviata speciale Angelina Jolie, degli assistenti alti commissari Gillian Triggs e Raouf Mazou e della vice alto commissario Kelly T. Clements, che contribuisce con una panoramica sulle riforme interne all’UNHCR. Il documento termina col potente messaggio di una lettera personale di Mursal Mohammadi, giornalista afghano rifugiato. Il budget dell’UNHCR inizialmente approvato per il 2021 era di 8,616 miliardi di dollari, ma i requisiti finanziari supplementari dovuti alla pandemia di COVID-19 alle crisi in Afghanistan, Etiopia e Venezuela successivamente hanno portato a incrementare il budget a 9,248 miliardi. Al 20 ottobre 2021, l’UNHCR registra un deficit di finanziamento del 48 per cento.