L’Emilia-Romagna porta a Dubai i motori ecologici del futuro
BOLOGNA – L’innovazione in ogni settore. Il digitale e i big data applicati alla realtà quotidiana per dare risposte su salute e sanità, contrasto ai cambiamenti climatici, città intelligenti, e quindi gli orari di vita e lavoro, saperi e cultura. Ricerca e qualità che si affermano sui mercati internazionali nella meccanica avanzata e nella robotica, nel packaging, nella meccatronica e nell’automotive, nella ceramica. E l’agroalimentare con il maggior numero di prodotti tipici – Dop e Igp – in Europa.
È l’Emilia-Romagna che si presenta all’Esposizione universale di Dubai, dove entra nel vivo la missione istituzionale della Regione insieme al sistema accademico ed economico regionale.
Con MUNER arriva a Dubai la Motorvehicle University of Emilia-Romagna, nata su impulso della Regione e che vede insieme le quattro Università dell’Emilia-Romagna – Parma, Modena e Reggio Emilia, Bologna, Ferrara – e le più grandi case motoristiche mondiali che hanno casa nella Motor Valley – AVL, CNH, Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, HaasF1Team, HPE COXA, Marelli, Maserati, Pagani, Scuderia AlphaTauri, STMicroelectronics. Nei giorni scorsi è stato presentato il progetto di costruzione e assemblaggio di auto e moto ad altre prestazioni ibride ed elettriche. Con la possibilità di sperimentare, grazie a caschi di ultima generazione e alla realtà aumentata, la composizione del motopropulsore ecologico di una moto elettrica da corsa FSAE.
E di osservarne il funzionamento e verificare i flussi di potenza all’interno di una camera anecoica del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara, ovvero completamente schermata rispetto ai segnali del mondo esterno.
Il progetto è stato illustrato da Francesco Leali, Project coordinator dell’Università di Modena e Reggio Emilia, davanti a imprenditori, ricercatori e studenti di università degli Emirati Arabi Uniti al Padiglione Italia di Expo 2020, dove MUNER viene spiegata nella sua assoluta unicità dal presidente Andrea Pontremoli, insieme al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, presente il commissario generale di Padiglione Italia, Paolo Glisenti. Sette lauree magistrali internazionali, solo in inglese, per costruire il futuro del settore dell’automotive e rafforzare il primato della Motor Valley, la Motorvehicle University of Emilia-Romagna che ogni anno vede iscriversi ragazze e ragazzi da ogni Paese.
I nuovi scenari previsionali autunnali elaborati da Prometeia per ART-ER, arrivati nelle scorse ore, alzano le stime di crescita per l’Emilia-Romagna fissate in precedenza a luglio: +6,5% il Pil regionale nel 2021, incremento più alto nel Paese e al di sopra del +6% nazionale. E grazie a una dinamica sostenuta anche nel 2022 (+3,8 rispetto al 2021), l’Emilia-Romagna supererà il livello pre-Covid nel corso del prossimo anno con un consolidamento ulteriore nel 2023, quando il Pil reale dovrebbe portarsi al 103,3% del livello 2019. Bene anche le esportazioni di beni (+13,4% stimato quest’anno, +8,6% nel 2022 sul 2021). Anche il recupero del numero degli occupati vedrà un rafforzamento nel biennio 2022-2023 con una crescita annua stimata del +1,5%.
L’Emilia-Romagna Data Valley, con la Big Data Foundation e il Tecnopolo di Bologna, sede del Centro Meteo Europeo, dove arriverà il supercomputer europeo Leonardo e si concentrerà il 20% della capacità di supercalcolo europea, e quello di Modena; la rete dei 9 Tecnopoli regionali; la Motor Valley 4.0 con i nuovi importanti investimenti nel settore della mobilità elettrica grazie alla joint venture tra gli americani di Silk EV e i cinesi di FAW a Reggio Emilia; la prima sede dell’Hydrogen Innovation Center che sarà inaugurata a Modena nell’ambito di un accordo di collaborazione tra Snam e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
L’Emilia-Romagna hub europeo dell’innovazione e della ricerca. Fortemente vocata all’export: nei primi sei mesi del 2021 ha già superato i valori pre-pandemia, con un + 6,6% rispetto al 2019, e con la più alta quota di export per abitante in Italia (qui si produce il 40% del surplus della bilancia dei pagamenti nazionale).
Con infrastrutture turistiche e della ricettività estese e riqualificate e un’offerta che va dalla Costa alla montagna, dalle città d’arte agli itinerari naturalistici fino al calendario annuale di grandi eventi sportivi.
Di questo si è parlato negli incontri che Bonaccini, insieme all’assessore al Turismo e Infrastrutture, Andrea Corsini, ha avuto nei giorni scorsi con Khalfan Belhoul, amministratore delegato della Dubai Future Foundation, l’organizzazione che punta a fare della città un crocevia dell’innovazione tecnologica e della conoscenza, e Ahmed Al Falasi, amministratore delegato del nuovo Dubai Department of Economy and Tourism. Icontri che sono stati preceduti da quello con il console generale a Dubai, Angelo Finocchiaro, e il direttore di ICE, Amedeo Scarpa.
Numerosi i campi di collaborazione, con la possibilità per la Regione di offrire agli Emirati Arabi Uniti una piattaforma privilegiata con il Tecnopolo di Bologna nei campi del climate change, industria agroalimentare, salute e industria 4.0 attraverso anche alta formazione, progetti di ricerca e sviluppo congiunti, creazione di startup innovative. Oltre a essere protagonisti nel dialogo con l’Italia sull’aerospazio. Ancora, intelligenza artificiale: la possibilità per Dubai di investire in sinergia con imprese e la Rete regionale Alta Tecnologia, contando sulla piattaforma europea che ruota attorno ai Tecnopoli di Bologna e di Modena, il Tecnopolo di Reggio Emilia per l’industria 4.0, il motore elettrico, le batterie. Oltre all’invito a visitare l’Emilia-Romagna a maggio in occasione della Motor Valley Fest. Quindi turismo e cultura.