Chico Forti e la maledizione della Medusa

Chico Forti e la maledizione della Medusa

Storie di uomini e di mondi. Rubrica ideata e curata da Daniela Piesco Vice Direttore Radici

Tutti ricorderanno la vicenda dell’ex produttore televisivo,Chico Forti,che realizzò il documentario-inchiesta denominato ‘il sorriso della medusa’, sull’omicidio di Gianni Versace.

Non conosco gli atti del processo che si è svolto in Florida e che portarono alla condanna di Chico, pertanto quello che riporterò lo traggo da articoli di stampa che mi auguro rispondano fedelmente alla realtà. Se non sarà così, me ne scuso sin da ora.

Procediamo per gradi analizzando fatti,persone e personaggi .

Con il suo documentario, Chico, ha ripercorso le tappe della vicenda dell’omicidio Versace e ipotizzò che non fosse Andrew Cunanan l’assassino dello stilista,ma che dietro il delitto vi fosse un depistaggio costruito ad hoc dalla polizia di Miami.Proprio questa ipotesi, critica nei confronti delle istituzioni statunitensi, sarebbe stata alla base dell’accanimento che si è scatenato contro di lui. Condannato all’ergastolo negli Stati Uniti per l’omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio 1998 a Miami, Chico Forti fu ritenuto «un personaggio scomodo per alcuni dei poliziotti del dipartimento di Polizia di Miami». Ciò perché avrebbe sollevato dubbi sul caso Versace. Lo stilista venne ucciso il 15 luglio 1997 con due colpi di pistola sugli scalini della sua villa a Miami Beach. Dell’omicidio fu incolpato un serial killer 27enne, tale Andrew Cunanan, che fu trovato morto dalla polizia.

La scelta del nome ‘il sorriso della Medusa’, fu fatta probabilmente per il suo significato :in greco antico medusa significa comando, dominio, disporre di talento, fascino, è al tempo stesso di seduzione e mostruosita’ della bellezza.Rappresenta quindi la capacita’ che l’arte ha di fissare in un attimo la vita,l’amore e la morte.Il simbolo del designer e icona della moda Versace è proprio una testa di Medusa. Secondo la casa di design, è stato scelto perché rappresenta la bellezza, l’arte e la filosofia.

Ma cosa c’entra Chico Forti con l’omicidio di Gianni Versace?

Come dicevo realizzò un documentario acquistando i diritti per entrare nella casa galleggiante dove fu trovato morto l’assassino dello stilista.Il suo intento era quello di realizzare uno scoop. Così realizzò un reportage uscito nel settembre 1997. Da questa inchiesta emerse una versione differente dei fatti: Andrew Cunanan non si sarebbe suicidato, ma sarebbe stato ucciso e poi sarebbe stato inscenato il suicidio. Quel mistero riempì le pagine dei giornali di tutto il mondo e mise in dubbio l’operato della polizia di Miami.«Sono diventato immediatamente un personaggio scomodo», disse Chico Forti, che per promuovere il suo documentario andò anche a parlare alla tv francese. Pochi mesi dopo fu processato per l’omicidio di Dale Pike.

Si legge nel documentario che la bugia più grande fu detta sullo stato del viso di Cunanan:” Contrariamente a quanto dichiarato, il volto di Cunanan era intatto e riconoscibile, non distrutto dal calibro 40 della pistola Taurus. Solo l’orecchio sinistro riportava segni di martoriamento. La temperatura del cadavere inoltre era fredda e in rigor mortis a quattro ore appena dal momento del presunto sparo“In più si evidenziava ,tra le altre faccende dubbie, l’incongruenza del serial killer in questione,definito spietato, che allorquando fu scoperto dal guardiano e dalla moglie della casa galleggiante, entrambi ultrasettantenni,invece di eliminarli e darsi alla fuga, decise di suicidarsi .(Estrapolazione da “Il sorriso della Medusa”documentario per Rai 3
realizzato da Chico Forti esclusiva
Tg3 – RAITRE)

Chi aveva presentato a Chico il proprietario della casa galleggiante e a fargli ottenere i diritti per girare il reportage sulla morte di Cunaan ?

Fu Thomas Knott, l’uomo che Dale Pike avrebbe dovuto incontrare insieme al Forti e che, però, a differenza di quest’ultimo, riuscì a tornare libero in Germania.

Knott è il tedesco vicino di casa di Chico Forti, “ufficialmente” maestro di tennis. In realtà è un faccendiere e truffatore con dei precedenti proprio per truffa dove in Germania era stato già condannato a 6 anni di reclusione. E’ la criminologa Roberta Bruzzone, attraverso il suo sito, a ricostruire il profilo dell’uomo ed il ruolo avuto nel delitto di Pike. Siamo alla fine del 1996, quando Knott con dei documenti falsi riesce a lasciare il suo paese di origine ed a trasferirsi stabilmente in America, a Miami. A procurargli quei documenti era stato un amico di vecchia data, Anthony Pike, proprietario del celebre albergo ad Ibiza, il Pikes. Knott e Pike hanno un passato all’insegna di loschi affari che li portarono a specializzarsi in truffe con le carte di credito. Nel novembre del ’97, Knott è a Miami intenzionato a incontrare il suo vecchio amico e proprio in quella circostanza fa la conoscenza di Chico Forti, ignaro della vera indole dei suoi due conoscenti. Ad entrambi viene immediatamente un’idea diabolica: vendere all’italiano il Pikes hotel, ormai in rovina. Essendo in buona fede però, Forti intravede in quell’hotel un ottimo affare ed accettò la proposta.

Chi era Dale Pike,l’uomo assassinato?

Dale Pike, figlio di Antony Pike era un noto imprenditore australiano che fu ritrovato morto in una spiaggia a Miami nel febbraio del ’98, freddato da ben due colpi di arma da fuoco che ne centrarono la testa .

Pare che l’uomo conoscesse Forti perché doveva avviare una trattativa proprio con quest’ultimo per la compravendita del famigerato Pike’s Hotel di Ibiza.

Secondo alcune ricostruzioni fu proprio Forti a recarsi all’aeroporto di Miami per recuperare Pike che quel giorno era appena ritornato in America dalla Spagna.

Forti è stato accusato dell’omicidio di Pike per felony murder, cioè per aver commesso un crimine mentre se ne stava già commettendo un’altro, cioè quello di truffa ai danni di Dale e il padre Anthony per questa compravendita.

Forti ,inoltre,fu accusato del crimine a causa delle sue iniziali bugie e dichiarazioni, come ad esempio quella di aver negato di aver prelevato Pike in aeroporto il giorno della sua morte.

Chi era Gary Schiaffo l’uomo che indagò sull’omicidio Versace?

Ma le storie che s’intrecciano al caso di Chico, rinchiuso ingiustamente da 20 anni non sono solo queste. Infatti ,a distanza di qualche anno dall’uscita del documentario di Chico l’uomo che indagò sull’omicidio Versace, Gary Schiaffo, fu condannato per condotta illecita e falsificazione di documenti. Della sua squadra aveva fatto parte anche la giudice Victoria Plazer che avrebbe,poi letto il verdetto su Chicco Forti.

Nel caso di Chico erano ,quindi, coinvolti alcuni detective del distretto di Polizia di Miami, responsabili delle indagini sull’omicidio di Gianni Versace e del presunto assassino Cunanan.

E proprio taluni di questi detective appartenenti allo stesso distretto di polizia del detective Carter, con l’aiuto del poliziotto Gary Schiaffo, incastreranno Forti il 18 febbraio quando fu invitato per il primo “colloquio” (alle 19:00 di sera) presso il distretto di Polizia e di cui fu redatto un verbale ma la registrazione audio fu stranamente smarrita.

A questo punto viene da chiedersi :in cosa è migliore,rispetto al nostro,il sistema giudiziario statunitense?

È di moda denunciare, anzi, direi meglio, diffamare la giustizia italiana, accusata di tutti i mali possibili. Noi italiani infatti ,siamo,da sempre esterofili incondizionatamente.

Ma esaminando il caso di Chico Forti non può non domandarsi se questo sia davvero un sistema giudiziario infallibile avendo preteso di dare lezioni all’Italia e alla Polizia italiana sulla vicenda di Amanda Knox, che, dopo circa quattro anni di reclusione, è tornata libera negli Stati Uniti, in forza della nota sentenza della Corte d’assise d’appello di Perugia, definitivamente annullata dalla sentenza della Prima Sezione della Corte di Cassazione, poi di nuovo condannata, dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze e poi definitivamente assolta, per insufficienza e contraddittorietà di elementi, dalla Quinta Sezione della stessa Corte di cassazione.

Chico Forti e Amanda Knox. Un condannato senza prove di colpevolezza e un’assolta senza prove di innocenza?

I dubbi sulla colpevolezza sono infiniti così come dubbia è l’applicabilità delle norme e dei diritti previsti dal sistema americano. Ci sono prove che lo scagionerebbero al di là di ogni ragionevole dubbio ma le istanze di revisione presentate nel corso degli anni sono state tutte respinte. Senza motivo, senza discussione. Sul fronte opposto i ragazzi di Perugia, inchiodati da un impianto accusatorio apparentemente solido, hanno avuto la possibilità di ripetere il processo in forza di alcune “falle” del sistema giudiziario italiano .

Se le stesse garanzie, a partire dall’enunciazione dei diritti fondamentali fossero state offerte a Chico, probabilmente lui in carcere non sarebbe neppure mai entrato. Mai interrogato negli otto mesi in cui era detenuto prima del processo. Mai chiamato a testimoniare durante l’udienza e, questo, per il diritto americano, significa che l’ultima parola spetta all’accusa. Senza diritto di replica. La giuria si è fatta convincere da una sorta di parvenza di colpevolezza, ha emesso il verdetto dopo poche ore consentendo così al giudice di infliggere la pena dell’ergastolo senza condizionale. Si narra , addirittura che una giurata abbia rivelato di essere stata costretta a deporre per la colpevolezza di Forti.

Intanto, in casa nostra, Amanda Knox alla sbarra per l’omicidio della coinquilina Meredith è stata assolta per insufficienza di prove. Nonostante la Cassazione la collocasse sulla scena del crimine al momento dell’omicidio.

Chico Forti : la voglia di vivere oltre i muri e le catene.

In quanti mi hanno sostenuto, dal Parlamento alla gente comune, ho riscontrato l’unità che ritenevo estinta

Così Chico Forti in un messaggio audio inviato alla festa Atreju edizione 2021 di Fratelli d’Italia dove gli è stato assegnato un premio speciale, ritirato dallo zio e consegnato direttamente da Giorgia Meloni.

Chicco ha poi aggiunto :”Non importa l’età, l’ideologia, la condizione economica, il sesso, il colore della pelle. Ciò che importa è il valore e la dignità dell’individuo. La nostra bella Italia deve rimanere baluardo di meritocrazia, ricordandoci quanto l’indifferenza sia un male terminale, mentre l’amore è panacea.”

Chico(https://www.chicoforti.com/), nasce a Trento l’8 febbraio 1959.Da sempre amante dello sport, dopo aver frequentato l’Isef, si è perfezionato nel windsurf ottenendo riconoscimenti internazionali.

Una biografia di Chico non è cosa facile, ha fatto talmente tante cose nella sua vita che ci vorrebbero dieci pagine per elencarle tutte.
In sintesi la sua vita si divide in due parti ben distinte: quella sportiva e, purtroppo, quella della terribile vicenda giudiziaria,infatti Chico trascorre ben venti anni di detenzione in Florida.

Chico Forti dichiara di essere vittima di un errore giudiziario.

“ La Corte non ha le prove che lei, sig. Forti abbia premuto il grilletto, ma ho la sensazione, al di là di ogni dubbio, che lei sia stato l’istigatore del delitto. I suoi complici non sono stati trovati ma lo saranno un giorno e seguiranno il suo destino. Portate quest’uomo al penitenziario di Stato. Lo condanno all’ergastolo senza condizionale !” Così il giudice Platzer(vds. Magazzino Albaria.com Prima pagina, in “albaria.com/Chicco_Forti/”).

Verdetto così manifestamente immotivato da apparire quasi come una “confessione” : si la confessione del giudice ! Ha “confessato”, lei, la Platzer il suo rancore per Chico.

Attualmente Chico ,sta scontando la pena al Dade Correctional Institution di Florida City vicino Miami.

Ferdinando Imposimato, all’epoca suo legale italiano, e la criminologa Roberta Bruzzone hanno presentato nel maggio 2012 un rapporto all’allora Ministro degli Esteri Giulio Maria Terzi di Sant’Agata che contiene le motivazioni per la richiesta di revisione. Anche il successivo Ministro, Emma Bonino, ha espresso l’attivo interessamento del Governo Italiano sul caso Forti. Molte personalità dello spettacolo tra cui Fiorello, Jovanotti e Red Ronnie ,la trasmissione televisiva le iene,si sono unite ad un movimento di opinione per chiedere la revisione del processo. Più recentemente hanno preso parte alla causa i ragazzi de Lo Zoo di 105, il cui conduttore Marco Mazzoli, residente ormai stabilmente a Miami, ha preso contatti con Chico al fine di dare spazio anche nel suo programma radiofonico alla vicenda.

Nel momento in cui si scrive il legale difensore di Chico Forti è l’avvocato newyorkese Joe Tacopina. Nel sistema giudiziario statunitense la richiesta di un nuovo processo può avvenire solo presentando prove sconosciute o non conoscibili all’epoca del dibattimento e in grado di modificare l’esito dello stesso. Tutte le prove che sono passate, o sarebbero potute passare, davanti ad una corte sono quindi inammissibili.

A dicembre 2020 il Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio comunica l’imminente rimpatrio di Chico

Luigi di Maio ha annunciato che Ron DeSantis, governatore della Florida, ha apposto la firma necessaria per il trasferimento di Chico in Italia (sulla base della Convenzione di Strasburgo del 1983).

Un anno è passato ma, nonostante l’impegno del Governo, il nostro connazionale si trova ancora negli Stati Uniti.

La svolta potrebbe però essere vicina. In occasione dell’ultimo viaggio del Ministro della Giustizia negli USA qualcosa sembra essersi definitivamente mosso.

Lo scorso 16 novembre, infatti, il Ministro Marta Cartabia, in visita a Washington, ha rinnovato all’attorney general Merrick Garland la richiesta di trasferire Chico in Italia, in modo che questi possa continuare a scontare la pena a cui è stato condannato nel nostro Paese.

A conclusione di questo lavoro di ricerca che ho fatto per cercare di capire la vicenda di Chico posso solo sostenere che al di là dei sistemi giudiziari della tradizione giuridica occidentale, i giudici e i giurati ed anche i PM e i poliziotti debbono essere ed apparire imparziali e scevri da pregiudizi. Nella vicenda Forti, non mi pare affatto che lo fossero, solo che, mentre l’ordinamento italiano ha gli strumenti per prevenire e, comunque, correggere gli errori giudiziari, quello statunitense ne è privo.

Io, da parte mia, ho cercato solo di presentare i fatti seppur mi sono apparsi controversi e opinabili.

Spero solo che si faccia luce su questa vicenda.

Daniela Piesco Redazione Corriere Nazionale

Redazione

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