Cultura, festa sul fiume Congo: la Rumba patrimonio dell’umanità
La Rumba è considerata “una parte essenziale e rappresentativa dell’identità del popolo congolese e delle sue popolazioni in diaspora”
La rumba congolese, uno dei generi musicali più ballati d’Africa, è stata iscritta nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. La notizia, rilanciata con entusiasmo dai media locali, è fonte di soddisfazione per entrambi i Congo, la Repubblica democratica e la Repubblica con capitale Brazzaville. I due Paesi avevano infatti presentato insieme il dossier per la candidatura l’anno scorso.
Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Educazione, la scienza e la cultura ha detto sì alla rumba nel corso della 16esima sessione del suo comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, in corso in questi giorni. Il genere musicale è stato approvato in quanto “considerato una parte essenziale e rappresentativa dell’identità del popolo congolese e delle sue popolazioni in diaspora“. Questo stile musicale, nato dal genere ‘son’ cubano negli anni ’40, “consente inoltre la trasmissione dei valori sociali e culturali della regione, ma anche la promozione di una coesione sociale, intergenerazionale e unita”, si legge ancora nella motivazione, rilanciata sul portale dell’emittente Radio Okapi.
Lo scorso agosto la ministra della Cultura, delle arti e del patrimonio di Kinshasa, Katungu Furaha, aveva lanciato una campagna nazionale di promozione della candidatura della rumba, esortando accademici, artisti, media e diplomatici a sostenere l’inserimento della musica congolese nella lista. “È un regalo. Ma che regalo! Un regalo enorme”, ha esultato ai microfoni dell’emittente Radio France Internationale (Rfi), Jean-Claude Faignond, manager dell’Espace Faignond, il bar di Brazzaville dove nel 1959 nacque la prima orchestra congolese, il gruppo Bantus. “La rumba – ha aggiunto Faignond – è una danza che ti fa vivere l’emozione degli antichi”.