Finestre sull’arte
Rubrica di arte e comunicazione curata da Sonia Strukul
RENATO NOSEK
Renato Nosek è nato a Venezia nel 1946, un cognome che è retaggio dell’ Impero Austro-Ungarico ma pugliese di adozione precisamente ha vissuto a Bari dal 1971 quando è stato nominato docente di “discipline pittoriche” fino alla morte avvenuta nel 2018.
All’ età di sedici durante un soggiorno a Lugano in visita a un parente ha occasione di vedere dei quadri in una mostra, resta folgorato da un quadro in particolare, è un van Gogh con un cielo di un blu materico, pastoso, ma allo stesso tempo etereo, che tocca delle corde nel suo animo che il giovane Renato non sapeva di avere.
Renato Nosek:
“ la pittura è vivere un sentimento, un sentire”
Da questo momento intraprende gli studi artistici che completa nel 1968 partecipando a numerose mostre collettive, di gruppo e personali in varie città italiane ed estere. Numerose le sue partecipazioni all’ Expo Arte di Bari.
La sua prima fase artistica, quella precedente al 1990, anno che segna il suo ingresso nel movimento artistico “La nuova maniera italiana”, è stata caratterizzata da una visione della pittura come attenzione estrema rivolta al reale ed alla ricerca gnoseologica della condizione umana, nel senso del rapporto tra individuo e realtà.
Il ritratto è una delle più diffuse espressioni artistiche nell’ambito soprattutto della pittura, ma anche della scultura, in tutte le epoche. Il ritratto è, in primo luogo, una descrizione del soggetto rappresentato, un tentativo di riportare in modo veritiero e naturale la sua fisionomia e le sue caratteristiche individuali.
Con l’evolversi progressivo della ricerca artistica alla descrizione fisionomica del soggetto si è affiancata anche quella psicologica. Pertanto il ritratto, nei secoli, è diventato anche un mezzo d’indagine introspettiva sul soggetto, sul suo carattere e il suo stato d’animo.
Entra a far parte del movimento pittorico della “Nuova Maniera Italiana”,teorizzato dal critico d’arte G. Gatti per Renato Nosek è molto importante la figurazione e l’avere un rapporto diretto con la realtà fenomenica. Per questo Nosek recupera un tipo di naturalismo che sa di antico, ammantato di una patina cinquecentesca-seicentesca.
Così in queste opere risulta fondamentale il gioco della luce caravaggesca che strappa i soggetti dallo sfondo oscuro.
La qualità pittorica è di alto livello in una pennellata calda e soffice che,oltre che naturalista, sa essere, quando è necessario, anche sintetica
La sua pittura si connotava da una tale competenza tecnica da divenire virtuosismo, che però non restava mai fine a sè stessa.
Una pittura profondamente radicata in una ricerca complessa fatta di cultura, pensiero, sentimento, ricordi, rimandi e riflessioni, in cui il tempo era una dimensione assolutamente marginale. Ha dedicato opere a Leopardi e a testi di filosofia.
Apprezzava maestri come Annigoni per la padronanza della tecnica, che per lui è sempre stato un punto fondamentale uno scrittore deve conoscere la grammatica, un matematico i numeri, così nella pittura ci sono delle regole imprescindibili che poi si abbandonano per uno stile proprio.
Renato Nosek:
“ la pittura rende tangibile qualche cosa che non esiste”
Il tempo delle idee e dell’arte, nelle opere di Nosek, è infatti un tempo relativo, e non ha nulla a che fare con il tempo assoluto. Quel tempo,è stato ingannato, piegato, persino ignorato. Non ha mai rinunciato alla pittura e alla figurazione. La sua visione artistica, sempre alla ricerca di un punto di equilibrio fra reale e ideale.
Dopo l’esperienza degli anni Novanta nel gruppo della” Nuova Maniera Italiana”, che lo ha portato alla notorietà in ambito internazionale, la sua ricerca pittorica ha assunto toni più intimisti, in un racconto della condizione umana che trova luogo in una dimensione sospesa della realtà, in cui a regnare sono la luce, calda e avvolgente, la materia pittorica e il silenzio
Renato Nosek:
“le dita hanno una sapienza che la mente non ha,rappresentare ciò che non è rappresentabile, fermare la realtà in un verso poetico “
Quarant’ anni di attività, avvicinandosi alla pittura con circospezione, rigore, tecnica perchè la pittura si fa non si teorizza..
Sull’ epitaffio funebre sotto al suo nome c’ era la definizione “ artista” …a lui piaceva definirsi “ pittore”
L’ eredità artistica di Renato Nosek resta un patrimonio prezioso che non andrà perduto.
https://youtu.be/OVY5wacXO1w intervista a Renato Nosek
Sonia Strukul artista esperta di Arte e Comunicazione