Le Creature del folklore slavo

Le Creature del folklore slavo

La Baba Jaga

di Chiara Fiaschetti

La Baba Jaga è una creatura del folklore slavo che in epoca moderna è divenuta una figura fiabesca. Si tratta di un’anziana signora, associata spesso alla figura della strega e la sua figura è presente nei racconti popolari russi e polacchi.
Secondo la leggenda vola seduta all’interno di un mortaio aiutandosi con la spinta di un pestello. La sua piccola casa in legno è sorretta da due lunghe zampe di gallina ed è talvolta circondata da una staccionata realizzata con ossa umane.

La vecchia signora è forse un’incantatrice e la sua figura è legata alla negatività, ma spesso agisce come consigliera. La Baba Yaga è un personaggio controverso e ambiguo.
Alcuni slavisti hanno teorizzato che il termine “baba jaga” potrebbe riferirsi a “strega della foresta” o “strega malvagia”.
Cercare un suo consiglio è un atto pericoloso e rischioso, perché solo si è puri di spirito la Baba Jaga può mostrarsi benevola.

Vasilisa la Bella e Baba Jaga

Vasilisa rimase orfana a soli otto anni. Prima di lasciarla sua madre, consapevole della morte imminente, lasciò alla piccola una bambola di legno dicendole che se si fosse sentita triste e malinconica poteva prendersi cura della bambola dandole da mangiare. Così fece Vasilisa e la bambola magicamente prese vita.
Poco tempo dopo suo padre prese in sposa una vedova, Lilja. Lilja aveva due figlie. Le sorellastre non andavano granché d’accordo con la piccola Vasilisa e, sia Lilja sia le due figlie approfittavano delle lunghe assenze del padre, spesso fuori per lavoro, per maltrattare la giovane. Vasilia veniva ogni giorno obbligata a lavorare nei campi, lontano da casa. Durante le lunghe ore di lavoro, Vasilisa si distraeva con la bambola dandole da mangiare e prendendosene cura. La bambola, che una volta aver mangiato diveniva umana, lavorava al suo posto. Lilja sperava che con il lavoro nei campi la pelle bianca di Vasilisa diventasse scura e bruciata dal sole, ma così non fu. Decisa a sbarazzarsi per sempre della giovane, si trasferì nelle vicinanze della foresta abitata dalla malvagia Baba Jaga. Lilja portò con sé le sue due figlie insieme a Vasilisa, costretta dalla donna a passare molte ore nel bosco. Lilja escogitò un piano: spense tutte le luci della casa e poco dopo, la ragazza fu incaricata di recarsi dalla Baba Jaga per chiedere una candela.
Si incamminò nel fitto bosco insieme alla sua bambola e durante il tragitto incontrò un cavaliere vestito di bianco e il cielo iniziò a riempirsi di luce, andando avanti nel sentiero Vasilisa vide un altro cavaliere ma vestito di rosso che fece uscire il sole e, arrivata dinanzi alla casa sorretta da zampe di gallina, vide il cavaliere vestito di nero che portò l’oscurità. Pochi istanti dopo comparve la vecchia incantatrice con il suo mortaio seguita dagli spiriti servitori.
Baba Jaga chiese a Vasilisa di avvicinarsi e la interrogò sul perché si trovasse lì. La giovane rispose, dicendo che le occorreva una candela. La vecchia le disse che per guadagnarsela avrebbe dovuto lavorare in casa sua, altrimenti non sarebbe più tornata.


Vasilisa accettò e si mise al servizio della strega.


Cominciò così a pulire e a riordinare, facendosi aiutare dalla bambola.
Vasilisa, mentre faceva i suoi servizi, vedeva i tre cavalieri passare dinanzi alla casa, così chiese chi fossero. Erano l’alba, il sole e la notte.


Passò qualche giorno e la Baba Jaga si stupì di come Vasilisa svolgeva le faccende domestiche con così tanta velocità, la giovane confessò di essere aiutata dalla bambola che la madre le aveva lasciato in punto di morte. La strega allora la cacciò, ma le consegnò un teschio luminoso che si trovava nella recinzione della casa. Il teschio illuminò il sentiero di Vasilisa, che dopo pochi giorni riuscì a tornare a casa.


La casa era ancora buia; le candele che le sorellastre avevano cercato di utilizzare per illuminare nuovamente l’ambiente si erano spente e sembravano non funzionare. Appena Vasilia rientrò la luce del teschio incendiò Lilja e le sue due figlie. Dopo la loro scomparsa, la bella Vasilia tornò al villaggio, dove aspettò il ritorno del padre.

In questo racconto Baba Jaga è sicuramente una figura malevola, che tuttavia riesce ad aiutare la Bella Vasilia.

Nel racconto che segue, la vecchia incantatrice appare in veste di consigliera.

Finist il Falco, il giovane principe

Finist il falco è un personaggio che compare nelle fiabe russe. Finist è un bellissimo principe in grado di tramutarsi in falco. In uno dei racconti del folklore, la sua figura è coinvolta con quella della Baba Jaga.

In Russia viveva un uomo che aveva tre figlie. Una mattina, dovendo recarsi al mercato, chiese alle sue figlie cosa desiderassero. Le due figlie maggiori chiesero stoffe pregiate, abiti e gioielli, la terza figlia chiese al padre un piccolo fiore rosso, quello le sarebbe bastato.
Al mercato, l’uomo acquistò le più belle stoffe e i più bei gioielli, non riuscendo però a trovare nessun fiore. Poco dopo scorse un uomo tra la folla che portava proprio un piccolo fiore all’occhiello di colore rosso, come sua figlia desiderava. Il padre allora si avvicinò all’uomo e offrì allo sconosciuto del denaro in cambio del fiore, ma quest’ultimo si rifiutò – “ questo fiore non è in vendita, ma sarà destinato a colui che sposerà mia figlia” – così disse. L’uomo, che voleva ad ogni costo accontentare sua figlia, rispose che l’avrebbe data in sposa.Tornato a casa, consegnò il fiore a sua figlia e lei fu molto felice. Incantata dal rosso brillante di quel bocciolo, lo mise sul davanzale. Quella sera, accadde qualcosa di inaspettato.
Un falco si poggiò sul davanzale e presto divenne un bellissimo giovane – “ Il mio nome è Finist. Ho seguito il fiore rosso per venire a conoscere la mia sposa” – , la giovane rimase incantata da così tanta bellezza e così invitò il ragazzo ad entrare. I due passarono la notte insieme e si innamorarono. “Ora devo andare. Ma tornerò a trovarti ogni sera, finché il fiore sarà sulla tua finestra. Ti lascio questa piuma: agitala per ottenere qualsiasi cosa tu voglia” – .


Finist tornò ogni sera e grazie alla piuma, la giovane prese possesso di ogni abito più bello e si divertì a viaggiare.
Un giorno, le sue due sorelle videro una splendida spilla di diamanti tra i suoi capelli e così si insospettirono. Venuta la notte, origliarono alla sua camera e udirono la voce di un giovane uomo. Le due sorelle invidiose capirono presto che le stoffe pregiate, le collane e le spille che la sorella minore indossava le erano state regalate da Finist. Così, una sera, prima che Finist volasse sulla finestra, misero una trappola. Al suo arrivo, il falco rimase incastrato.


Mentre il sangue spillava, il falco si allontanò con fatica e volò via, lontano.
La ragazza aspettò l’amato per molti giorni e molti mesi in preda al dolore e alle lacrime, finché decise di mettersi in viaggio per ritrovare il suo futuro sposo.
Vagò per molte notti, fino a perdersi nel bosco. Affamata, si trovò dinanzi agli occhi una casa. Era piccola e in legno ed era sorretta dalle gambe di gallina, intorno era circondata da ossa e teschi.
La giovane pregò la casa di farla entrate, perché il freddo pungeva.


La porta si spalancò e la giovane vi entrò. La Baba Jaga era proprio lì, aveva un lungo naso, unghie lunghissime e i suoi capelli si intrecciavano come vecchi rami. La vecchia chiese alla giovane che cosa volesse e lei le raccontò di Finist.
Baba Jaga era a conoscenza dell’imminente matrimonio tra la principessa, la figlia dello zar, e Finist; così diede alla ragazza delle gemme preziose, – “Prendi queste e dalle alla principessa, così in cambio potrai incontrare Finist e raccontargli ogni cosa” – .


La ragazza arrivò dalla principessa e le offrì le preziose gemme. Quest’ultima le prese con sé, ma prima si recò da Finist e mentre riposava mise tra i capelli del giovane una spilla magica.
Tornata dalla camera, permise alla ragazza di vederlo.


Quando la giovane entrò nella stanza tentò di svegliare l’amato, ma niente sembrava scuoterlo, così iniziò a piangere e gridare finché non notò la spilla. Toccandola, quella si tolse e Finist si svegliò.


Il ragazzo ascoltò l’amata. “Chi dovrò tenere con me? Colei che mi ha venduto in cambio di oro e gioielli, o colei che mi ha comprato privandosene?” -. Per Finist il dubbio fu presto risolto e così sposò la giovane, che tanto aveva vagato per ritrovarlo.

Chiara Fiaschetti

Redazione Radici

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