L’ultimo giorno dell’anno
Di Daniela Piesco Vice Direttore Radici
L’ultimo giorno dell’anno non costituisce una fine, né un inizio, ma una continuazione che porta con sé tutta la saggezza di cui l’esperienza ci ha fornito.
I mesi che hanno preceduto questi giorni di festa sono stati, per tutti noi, molto intensi
L’anno si è aperto con le prime consegne dei vaccini contro il Covid, che si sono rivelati un indispensabile aiuto non solo per garantire la salute nostra e di chi ci sta vicino, ma anche per rilanciare le nostre attività economiche.
La situazione però è stata molto grave e lo è tutt’ora in alcuni paesi non raggiunti dai vaccini: al 23 dicembre, è stato vaccinato completamente il 47,83% della popolazione mondiale. L’Europa è al 60,35%; gli USA al 61,14%; l’Italia all’85%; l’Africa all’8,57%.
45 milioni di bambini africani stavano lottando contro la fame e la malnutrizione prima della pandemia, ma altri 9 milioni si sono aggiunti a questa cifra, a causa del COVID-19.
Il continente africano ospita il 17% della popolazione mondiale, ma sopporta oltre il 24% del carico globale di malattie, e solo il 3% del personale sanitario.
Invece laddove i vaccini stanno coprendo pian piano tutta la popolazione, e mano a mano che si placa l’emergenza, si presenta sempre più incalzante la domanda sul futuro.
Come cambieranno la società e le nostre vite dopo che l’epidemia sarà finita? Come sarà il famigerato “ritorno alla normalità”?
Già la normalità..
Come sarà la “normalità” alla quale torneremo?
Gli scenari e le ipotesi sul futuro sono molte. Una posizione interessante, è quella di chi sostiene che “non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema” , intendendo che dobbiamo fare di tutto per approfittare di questo evento per cambiare le sorti delle nostre società e del pianeta.
In effetti sono molti i motivi per i quali “la normalità era il problema”. Tra gli altri, i più evidenti sono che:
-il sistema economico capitalistico produce diseguaglianze sempre più gravi;
-stiamo procedendo a gran velocità verso un irreversibile disastro ambientale;
-la terra si desertifica, l’aria e l’acqua sono sempre più inquinate, la temperatura aumenta, i ghiacciai si sciolgono, gli uragani e i cicloni si moltiplicano.
Molti allora si chiedono se l’epidemia possa essere un’occasione per cambiare radicalmente il nostro sistema di produzione e consumo
L’epidemia da sola non risolverà la crisi climatica. Anzi, produrrà altre crisi, economiche e sociali. Tuttavia, è possibile che questo evento ci spinga ad avviare finalmente quelle trasformazioni radicali che sono necessarie per scongiurare i rischi immensi della crisi ambientale.
Non credo che il cambiamento nelle abitudini dei singoli (comprare prodotti sostenibili, non sprecare, usare la bici ecc.) possano risolvere il problema. Le decisioni più importanti, che riguardano lo sfruttamento delle risorse e i modi della produzione, devono essere prese dai governi, nazionali e internazionali.
Le abitudini e le scelte individuali, però, possono esercitare un’influenza, anche significativa su quelle decisioni.
C’è da sottolineare che in questo anno 2021tanti sono stati gli avvenimenti che abbiamo vissuto
Tanti, infatti,sono stati gli avvenimenti che abbiamo vissuto : dal cambio della guardia al governo del Paese ad una un’indimenticabile estate di successi sportivi, e soprattutto un autunno in cui gli sforzi fatti sembrano aver garantito all’Italia la possibilità di affrontare i mesi che verranno con la guardia sempre alzata, ma con la serenità e la determinazione necessarie per progettare il futuro.
L’arrivo dell’anno nuovo è un momento molto importante per tutti noi in quanto è perfetto sia per fare un resoconto di ciò che abbiamo vissuto negli ultimi 365 giorni, sia per darci nuovi obiettivi e continuare a crescere.
Il Capodanno è anche l’occasione giusta per fare gli auguri alle persone che più abbiamo vicino, nella speranza che le cose vadano per il verso giusto.
I mesi che verranno saranno,è facile prevederlo, altrettanto colmi di eventi importanti da seguire: dall’elezione del capo dello Stato a quelle in Francia e di midterm, negli Usa; dalla spinta per ammodernare il Paese , anche grazie ai fondi del Pnrr ,alle fibrillazioni internazionali, dalle Olimpiadi invernali ai mondiali di calcio.
Credo che buoni propositi per il prossimo anno, questo 2022 che sta per iniziare,siano la consapevolezza,la gratitudine e soprattutto l’apertura.
La consapevolezza di riconoscere quello che la vita ha da offrirci come il sostegno e l’amore delle persone care e le piccole soddisfazioni quotidiane che a volte passano inosservate.
La gratitudine di essere sempre grati alla vita nonostante le difficoltà .Sarebbe importante finire la giornata ringraziando, magari scrivendolo su un diario godendosi proprio la lentezza di scrivere a mano, la struttura di un diario e il beneficio di poter voltare le pagine e rileggere i giorni e i mesi passati.
L’apertura sia mentale ma anche e soprattutto materiale nel senso di porte aperte: per accogliere le idee e le persone, per praticare tolleranza e generosità. Perché se si lascia entrare, la vita continuerà ad arricchirsi e a trovare nuovi stimoli, anche se a volte costruire un muro e chiudere una porta può sembrare più sicuro, meno pericoloso.
Esprimo i miei sentimenti di stima al Direttore Antonio Peragine,a tutta la redazione e a tutti i lettori augurandoVi un sereno Anno Nuovo e che la felicità entri nei Vostri cuori.
Con la speranza che il Nuovo Anno porti gioie inattese.
Daniela Piesco Vice Direttore Radici
Nella foto : Daniela Piesco