Stamperia d’arte albicocco
STORIA DI UNA GRANDE PASSIONE
Finestre sull’arte rubrica curata e ideata da Sonia Strukul
Corrado Albicocco si trasferisce a Udine negli anni 70′ da Urbino per insegnare grafica pubblicitaria nell’ Istituto d’ arte di Udine.
Nel 1974 con un collega apre questa stamperia d’ arte.
La pittura è la passione che coltiva sin da ragazzo, per la quale non si sente portato,di conseguenza decide di dedicarsi agli artisti e alla produzione delle loro opere attraverso la tecnica pressoria.
Tra stampatore e pittore si crea un rapporto fatto di comprensione reciproca, stima e rispetto connubi che durano nel tempo. Una tecnica antica ma, sempre in evoluzione, che cambia e si adatta in rapporto ai lavori che vengono commissionati dagli artisti e dalle loro esigenze, non sempre facili da realizzare.
La maestria di Corrado Albicocco è anche nelle mani del figlio Gianluca cresciuto in bottega che ha ereditato la stessa passione.
Passione fatta di gesti e materiali antichi, avvolti nel mistero, come l’ arte che questi maestri stampatori riescono a trasporre su carte particolari di cui non è dato sapere il segreto. Lo stampatore è fratello dell’ artista, lo stampatore è esso stesso un’ artista non dichiarato, la generosità che offre all’ artista, la possibilità di mettere in gioco il proprio lavoro, storie di incontri che attraverso la stampa ricostruiscono l’ universo degli artisti, in una visione che passa attraverso il cuore dello stampatore.
Da parecchi anni la Stamperia d’ arte Albicocco presidia una nicchia di qualità nel mondo dell’ arte.
Il lavoro di Corrado e Gianluca Albicocco titolari della Stamperia si caratterizza da sempre per la cura e la raffinatezza di ogni edizione, di saper rendere unica e preziosa ogni stampa, per la statura artistica degli autori con cui hanno collaborato, tutti elementi che imprimono un segno riconoscibile alla loro produzione.
Ho avuto il privilegio di poter intervistare Corrado e Gianluca Albicocco, che ringrazio per la disponibilità accordatami a rispondere ad alcune domande su questa straordinaria realtà che reputo un patrimonio culturale che mi rende orgogliosa di essere italiana.
Che cosa è per voi la carta, ci sono tanti tipi di carta, è un materiale tra i più usati da tempo immemorabile, ha avuto molteplici impieghi e un’ evoluzione. Dalla sua invenzione ha sempre accompagnato l’ uomo immemorabile
La carta per noi è come la tela bianca per l’artista. Va scelta con estrema cura, bisogna provarla di ogni tipo, marca, grammatura.
La carta che noi utilizziamo è 100% cotone, con poca colla, di una grammatura di circa 310 grammi.
Partiamo dal presupposto che nella stampa calcografica (acquaforte, acquatinta, puntasecca, ecc), di cui noi ci occupiamo, è necessario che la carta sia inumidita in tutta la sua superficie in maniera uniforme e regolare.
Per fare questo noi mettiamo i fogli a bagno in una vasca per qualche istante, dopodichè li lasciamo riposare bagnati, uno sopra l’altro, avvolti in un telo di plastica, con la pressione di un peso, per 24h.
Se la carta non è di buona qualità ed assorbe troppa acqua, questa operazione rischia di sfaldare la carta oppure, in fase di stampa, di non rendere l’impressione della matrice in maniera ottimale, scaricando il segno.
Il fatto che la carta venga inumidita crea, inoltre, un problema di asciugatura della stessa al termine della fase di stampa.
Se il foglio stampato non viene fatto asciugare nella maniera ottimale, con un frequente cambio dei cartoni pastalegno nei quali vengono messe le stampe nella fase di asciugatura, e senza la giusta pressione, l’opera risulterà ondulata.
Esistono diverse aziende che producono carte per stampa calcografica ma noi prediligiamo Hahnemuhle, cartiera tedesca, Somerset, cartiera Inglese, Arches, cartiera francese e la nostrana Magnani di Pescia.
Il vostro è un lavoro fatto di gesti precisi, ripetitivi, c’è una ritualità la stessa che si crea quando un’ artista lavora alle sue opere. La maggior parte delle persone crede che il processo creativo sia frutto di un’ intuizione o ispirazione, in parte è vero ma avviene dopo riflessioni,osservazioni, sbagli. Anche per voi è così nel trovare soluzioni alle esigenze degli artisti con cui avete lavorato, per poter esprimere al meglio il loro lavoro
Il nostro lavoro è fatto di gesti ripetitivi, sono gesti che si ripetono da oltre 500 anni!
Le tecniche e i materiali sono rimasti gli stessi nel corso dei secoli, quello che è cambiato è l’approccio degli artisti nei confronti di queste tecniche.
Secoli addietro la stampa calcografica era realizzata a fini meramente divulgativi. In passato spostarsi per l’Italia o l’Europa non era facile. Chi dunque voleva vedere un’opera di Raffaello e non poteva recarsi a Roma, poteva consultare le bellissime stampe realizzate dalle matrici del Raimondi.
Con l’arrivo del ventesimo secolo la stampa calcografica ha cominciato ad avere un proprio collezionismo e da opera divulgativa è diventata opera d’arte a tutti gli effetti.
Nel corso degli ultimi 20 anni il lavoro dello stampatore d’arte è cambiato parecchio. Sono sempre meno gli artisti che conoscono bene le tecniche incisorie.
Ricordo quando, nei primi anni 80, iniziai a collaborare con Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova, Giuseppe Zigaina: tre maestri che mi hanno insegnato tutto sulle tecniche calcografiche.
Ora, al contrario, per vari motivi legati alla frenesia dei tempi, a motivi economici, a motivi puramente di mercato, gli artisti che conoscono ed usano le tecniche incisorie sono veramente pochi. Dunque siamo noi stampatori, ora, a consigliare, seguire e guidare gli artisti nella scelta delle tecniche da utilizzare; e poi, ovviamente, ad insegnargliele.
Questo processo non può avvenire senza un’attenta osservazione delle opere uniche di tali artisti. Solo conoscendo bene l’essenza dell’artista, il suo lavoro, ed entrando nella sua sensibilità, possiamo giungere alle giuste soluzioni tecniche; è, questa, la fase più delicata e forse più difficile ma sicuramente la più entusiasmante e dinamica e che ci dà più soddisfazione.
Solamente con un background tecnico importante e con l’esperienza si possono ottenere risultati in questo senso. La sperimentazione è fondamentale e non finisce mai, ma una cosa è molto importante: sperimentare con cognizione di causa, con consapevolezza, senza improvvisare mai, in modo da poter replicare l’esperimento qualora riuscisse.
Cosa significa per voi il multiplo d’ arte rispetto all’ opera unica, e anche rispetto al mercato dell’ arte
“Magari riuscissi a fare in pittura, quello che facciamo in grafica”. Queste le parole che Emilio Vedova un giorno mi disse nel suo studio. E credo dicano tutto: la stampa d’arte, in particolare a nostro avviso l’incisione calcografica, non ha nulla da invidiare alla pittura o al disegno, anzi!
La realizzazione di una matrice calcografica, spesso, è decisamente molto più complicata in realizzazione rispetto ad un’opera pittorica. Richiede moltissima pazienza e perizia perchè queste sono tecniche che non perdonano l’errore. Quando il segno è inciso difficilmente si può cancellare.
Quando un’artista è un grande incisore, certamente è anche un grande pittore. Non sempre però un grande pittore è anche un grande incisore. Ma vallo a spiegare a chi snobba la grafica. Purtroppo c’è una crisi culturale, soprattutto nel nostro Paese. Non si ha idea di come queste opere vengano realizzate, del grande lavoro che c’è dietro ogni singolo foglio. Non si fa lo sforzo di capire che dietro alla matrice c’è sempre la mano dell’artista, che l’ha realizzata di suo pugno.
Spesso si crede che siano copie ma no, non lo sono! Sono opere indipendenti dalle opere uniche. Sono a loro modo uniche anche le stampe perchè stampate a mano dagli stampatori ed ogni esemplare per forza di cose differisce leggermente dagli altri.
Tornando a quanto si diceva prima, una volta la stampa d’arte aveva uno scopo divulgativo. Dunque la loro “consultazione” era aperta a moltissime persone. Ora, per assurdo, è diventata una cosa di nicchia, una nicchia ristrettissima. Per fortuna è una nicchia di grande qualità culturale.
Quali sono le tecniche di stampa che usate in prevalenza, e se la tecnica è influenzata da quello che dovete realizzare
Noi, come già anticipato più volte, ci occupiamo esclusivamente di stampa calcografica, ovvero di stampa realizzata dall’incisione, da parte dell’artista, di matrici di zinco o rame. Le tecniche calcografiche sono svariate: acquaforte, acquatinta, puntasecca, maniera a zucchero, maniera nera, ceramolle, maniera pittorica; noi inseriamo anche la tecnica del carborundum anche se con questa non c’è propriamente una incisione della matrice. Certamente ogni tecnica ha una sua peculiarità e dunque va a soddisfare l’esigenza dell’artista.
Da diversi anni avete iniziato a far conoscere il vostro operato attraverso delle mostre, sia in luoghi istituzionali che nel vostro spazio espositivo, per ultimo partecipando a fiere d’ arte quali sono i motivi di questa evoluzione
Sono molte le mostre realizzate in questi 30 anni di storia della Stamperia d’arte Albicocco.
Ma è da circa dieci anni che alcune Istituzioni si sono accorte della nostra realtà: nel 2013, Villa Manin di Passariano, nel 2014 il Comune di Maniago, nel 2015 il Comune di Urbino nel 2016 e nel 2017 il Comune di Pordenone e l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, nel 2018 la Città di La Spezia ha ospitato al CAMEC la mostra sul nostro lavoro con Emilio Vedova e nel 2019 il Comune di Padova ha dedicato, con la curatela di Nicola Galvan, una retrospettiva sul nostro lavoro negli spazi della Galleria Cavour. Ancora, nel 2019, sia la Galerie Lelong di Parigi che Casa Testori a Novate Milanese hanno ospitato i dodici cappotti che Jannis Kounellis ha realizzato con noi ed infine nel 2020 due importanti mostre: una agli Archivi Vitali di Bellano (Lc) ed una all’Abbazia di Rosazzo (Udine).
Siamo inoltre sempre stati attivi in stamperia con delle personali degli artisti che hanno lavorato con noi: Jannis Kounellis, Emilio Vedova, Safet Zec, Luca Pignatelli, Giovanni Frangi, Piero Pizzi Cannella, Giuseppe Zigaina, Massimo Poldemengo, Francesco Poiana.
In questo 2022, a maggio, abbiamo in programma una mostra di David Tremlett, artista inglese di fama internazionale, mentre al momento è in corso la mostra di Lorenzo Vale “In your eyes” che terminerà a fine febbraio.
Non vogliamo, né possiamo intenderci Galleria d’arte. È un ruolo, quello del gallerista, che rispettiamo molto.
Non basta certo vendere opere d’arte per essere galleristi. Noi siamo artigiani, che di fatto vendono quanto viene realizzato nella propria bottega. Il fatto di partecipare a fiere di settore o realizzare mostre all’interno della stamperia stessa sono scelte obbligate ai giorni nostri.
https://www.stamperiaartealbicocco.it/
Sonia Strukul ,artista esperta in arte e comunicazione