Romania: l’Olocausto studiato a scuola non piace al partito nazionalista Aur
Da Bucarest: Mari Jeanne Ion – Edizione italiana: Cristiano Tassinari
Una legge che introduce lo studio dell’Olocausto nelle scuole superiori ha scatenato una furiosa polemica in Romania.
La Procura di Bucarest ha avviato un’indagine per stabilire se un comunicato stampa del partito nazionalista Allenza per l’Unità dei Romeni (AUR) ha infranto un’altra legge, che punisce la minimizzazione pubblica dell’Olocausto e dei suoi effetti.
Davanti al Palazzo del Parlamento di Bucarest e per le strade di tutta la Romania non si parla d’altro: dopo la promulgazione della legge che introduce lo studio dell’Olocausto nelle scuole, l’Alleanza per l’Unità dei Rumeni -, un partito che ha ottenuto il 9% dei voti nelle ultime elezioni e che è in forte ascesa, secondo i sondaggi – ha diramato un comunicato stampa in cui chiede al Ministero dell’Educazione – citiamo testualmente – di fermare “gli esperimenti ideologici sui bambini”.
L’AUR ha dichiarato che materie come l’educazione sessuale o la storia dell’Olocausto sono da considerare “temi minori” per gli studenti.
Il partito conservatore nazionalista ha detto che vorrebbe vedere un programma didattico orientato più sulla letteratura romena e la storia nazionale, senza riferimenti all’antisemitismo.about:blank
La Procura di Bucarest ha aperto un’ichiesta nei confronti deI vertici del partito.
“Non mettiamo in discussione l’Olocausto”
Interviene Claudiu Tarziu, co-presidente dell’AUR:
“Non vogliamo mettere in discussione l’Olocausto, abbiamo messo in discussione un modo di educare le giovani generazioni. Non vogliamo minimizzare l’Olocausto. Per questo l’indagine della Procura è sorprendente, perché il problema non esiste. Siamo cristiani, non possiamo essere antisemiti”.
“Il negazionismo storico è pericoloso”
Ma la spiegazione non è soddisfacente per gli studiosi dell’Olocausto in Romania: le proteste contro il partito nazionalista stanno aumentando.
Alexandru Florian è il Direttore dell’Istituto Nazionale Storico romeno:
“Se questi politici andranno al potere, sceglieranno delle politiche pubbliche che diminuiranno i diritti e le libertà di certe categorie della popolazione romena. Il negazionismo storico è una minaccia alla democrazia”.
Per anni la Romania ha negato la sua partecipazione allo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, ma la Commissione internazionale per lo studio dell’Olocausto ha dichiarato che almeno 280.000 persone (un numero imprecisato di vittime rom e sinti, ad esempio) vennero uccise in Romania e nei territori sotto il suo controllo.
La corrispondente di Euronews da Bucarest, Mari Jeanne Ion:
“Le autorità romene hanno fatto notevoli sforzi per cambiare questa prospettiva e una legge che condanna l’uso di simboli fascisti e la minimizzazione dell’Olocausto è in vigore già dal 2002. Tuttavia, i dirigenti dell’AUR pensano che l’antisemitismo non sia un problema serio in Romania e che le autorità non dovrebbero prestare molta attenzione all’argomento”.
Le polemiche non si smorzano.
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