L’ Affaire Filali: un reale cyber dissenso?
I giornali e i media marocchini si stanno interessando da giorni della coppia di youtuber che ha chiesto asilo politico in Francia . Come riporta il giornale Le360 come ” C’erano una volta i Filali difensori della monarchia marocchina Dounia Filali, che oggi la stampa francese ci vende come la faccia da bambino dissidente di un regime marocchino corrotto e repressivo, non è sempre stata questa repubblicana che afferma senza batter ciglio al quotidiano francese Liberation “il nostro unico problema è Mohammed VI, simile a Luigi XIV, il Re Sole.
Concentra tutti i poteri”. Non c’è bisogno di tornare da Matusalemme per dimostrarlo. Basta un piccolo salto nel tempo… direzione 1 dicembre 2019. “In ogni Paese ci sono soggetti sacri e intoccabili. Vale a dire il re, la religione e Dio”, ha detto in un video pubblicato sul suo canale YouTube. Un momento di distrazione? Lontano da lì. Eccola di nuovo, il 2 gennaio 2020, a dichiarare che “i marocchini sono tutti realisti (…) le persone stanno danneggiando l’immagine del re e io sto difendendo il re contro persone che cercano di ledere la sua immagine”.
Ed eccola di nuovo, il 4 luglio 2020, a tenere lo stesso discorso e ancora a non essersi tolta la cute. “Riconosco un solo sovrano. Il nostro Re Mohammed VI e il mio motto, per sempre, è Dio, Patria, Re”. Ma quello era prima… Che cosa è successo perché il suo discorso, e le sue convinzioni, cambiassero radicalmente? ( …) quanto al loro interesse per la Francia è Adnane Filali a parlarne meglio, in un video pubblicato il 28 maggio 2020 sul suo canale Youtube: “non abbiamo bisogno di essere francesi, né di Francia, a ribellarsi per l’estrema umiliazione e il disonore che la Francia infligge al suo popolo.
Sono parole che personalmente non posso condividere. Prima cosa la Francia ha da poco assunto la Presidenza di turno dell’Unione Europea e si avvia a rinnovare gli organismi europei attraverso un nuovo modello di relazioni anche mediterraneo. Il secondo è che la Francia è sempre stata terra dove i vari dissidenti potevano trovare un porto sicuro. Come dimenticare che l’antifascimo italiano trovò proprio in Francia uno spazio per organizzarsi e gettare le basi del rinnovamento sociale e politico che è alla base dell’odierna europa. Certo spetta alle autorità francesi decidere ma ne viene danneggiato in modo chiaro la stessa immagine della Repubblica che anche attraverso l’Organizzazione internazionale della Francofonia assicura uno spazio di libertà e convivenza. Soprattutto la Francia ha sempre tutelato i veri dissidenti ovvero coloro che abbiano motivazione legittima che attinge da una convinzione politica o da un progetto sociale da realizzare.
Marco Baratto
Incontri Culturali Franco Italiani