Simona Ghizzoni, Gloria Oyarzabal e Maxime Richè: ecco i tre fotografi selezionati dalla Open Call di Fotografia Europea 2022
La direzione artistica di Fotografia Europea, nonché giuria della Open Call internazionale del festival che ogni anno chiama fotografi affermati ed emergenti a misurarsi con il tema della rassegna, ha scelto i progetti proposti da Simona Ghizzoni, Gloria Oyarzabal e Maxime Richè come migliori lavori tra quelli pervenuti e a cui sarà data l’opportunità di esporre nell’ampia programmazione ufficiale di questa edizione 2022, a Reggio Emilia dal 29 aprile al 12 giugno prossimi.
I tre si sono misurati con gli oltre 200 fotografi, provenienti da tutta Europa, che hanno invitato i loro progetti ispirati al tema dell’edizione 2022: “Un’invincibile estate”. Serie di scatti che raccontano, per immagini, quanto le avversità, personali e collettive, non possano impedire all’animo umano di sprigionare quell’energia e quel coraggio che lo portano a superare momenti di crisi.
Molto diverse le personalità e le espressioni dei tre artisti selezionati ad arricchire un variegato programma espositivo.
È italiana, anzi reggiana, Simona Ghizzoni (vincitrice, tra l’altro, di due edizioni del World Press Photo per i suoi lavori sulla condizione femminile) che dall’emergenza Covid è stata spinta a lasciare Roma per rifugiarsi nell’Appennino Emiliano, riannodando i fili interrotti con il passato di famiglia. Qui recupera una relazione con la natura e con le persone, raccontandolo nel progetto “Isola” attraverso stampe fotografiche congiunte a elementi multimediale (curati da Nicolas Janowski) da cui è risultato un lavoro molto curato dal punto di vista formale e visivo e che riflette sul periodo appena trascorso.
La spagnola Gloria Oyarzabal, fotografa e cineasta, fissa il focus della sua indagine sul concetto di Museo in particolare in un’ottica colonialista. Un concetto che nasce più di 300 anni fa, quando le collezioni di alcuni monarchi furono aperte al pubblico e da allora sono diventate istituzioni che danno identità e definiscono una nazione. Ma se l’origine di questi spazi è colonialista, storia, memoria collettiva, diritti ed etica entrano in conflitto. “Usus fructus abusus”, concetti del diritto romano, offrono il titolo alla ricerca del 2021 con cui ha partecipato alla Open Call. Il lavoro di Gloria Oyarzabal ha un forte impatto visivo affiancato da proposte installative di grande forza che permettono di interpretare un argomento di attualità così controverso e offrendo precise prospettive.
Maxime Richè, parigino, da tempo si misura con la capacità di adattamento dell’uomo rispetto alle conseguenze degli sconvolgimenti ambientali. Il focus di questo specifico racconto è l’incendio che in sole quattro ore, l’8 novembre del 2018 ha incenerito la città di Paradise, in California, replicato nelle successive estati sino alla desertificazione di un milione di acri intorno a quella che era stata una città. Nonostante tutto, molti tornano e cercano di ricostruirsi una vita dove la vita è stata così brutalmente cancellata, affrontando l’impresa forti di una nuova visione dell’ambiente e di una enorme capacità di resilienza. Quasi una illustrazione della frase di Albert Camus, Maxime Richè, attraverso un linguaggio fotografico accattivante, racconta la forza e la voglia di ricominciare, dopo il disastro.
I visitatori di Fotografia Europea 2022 potranno dunque presto apprezzare i progetti dei tre vincitori che lavoreranno a fianco del team del festival, sfruttando così un’occasione unica per mettersi in luce su un palcoscenico di rilevanza internazionale, appuntamento ormai d’obbligo per il mondo della fotografia.
Confermato il supporto di Iren alla Open Call internazionale di Fotografia Europea che, già special sponsor del festival, sposa questo progetto particolare per ribadire l’impegno e dunque il sostegno alla ricerca di nuovi talenti e di nuovi sguardi sulla realtà contemporanea.