La ricercatrice italiana Francesca Di Nunzio alla guida dell’Institut Pasteur di Parigi per la Virologia Molecolare Avanzata
L’HIV-1 è il virus più studiato al mondo e, nonostante innumerevoli ricerche, i meccanismi usati dal virus che gli permettono di persistere nelle cellule infette sono tutt’altro che chiari. Le ricerche della dottoressa Di Nunzio hanno rivelato alcuni aspetti importanti delle fasi precoci dell’infezione, che sono poi anche quelle che determinano la formazione dei cosiddetti “reservoirs virali”, che persistono durante i trattamenti anti-retrovirali.
Dunque il nuovo gruppo punta sullo sviluppo e utilizzo di tecnologie all’avanguardia per poter elucidare i meccanismi molecolari sottostanti la replicazione dell’HIV e la formazione dei reservoirs. Il DNA retrotrascritto dell’HIV-1 non è mai stato visualizzato in cellule viventi fino ad ora, limitando gli studi sulle dinamiche spazio-temporali legate al silenziamento o all’attivazione virale.
Di recente il gruppo della dottoressa Di Nunzio ha messo a punto un nuovo e versatile sistema di fluorescenza, chiamato HIV-1 ANCHOR, che permette di seguire in tempo reale il genoma del virus ed analizzare gli intorni cromatinici e/o gli organelli nucleari.
Grazie a tecnologie di imaging, infatti, la dottoressa Di Nunzio e il suo gruppo hanno evidenziato che importanti fasi del ciclo virale dell’HIV avvengono nel nucleo. In particolare il genoma virale sembra entrare nel nucleo protetto da un capside rimodellato per poi terminare la sua retrotrascrizione nel nucleo, rivisitando il “dogma“ della trascrizione inversa. Gli studi del gruppo hanno messo in evidenza che l’HIV-1 crea microambienti nucleari dove potersi replicare. Si tratta degli organelli privi di membrana indotti dall’HIV-1 attraverso un fenomeno biologico recentemente rivelato: la separazione di fase.
Gli studi futuri faranno luce su questo intrigante fenomeno per svelare i meccanismi molecolari sottostanti (in vitro) e per valutare il loro ruolo nei reservoir di HIV (in vivo).
Il gruppo ha attualmente una “open position” per post-doc della durata di tre anni, finanziata dall’ANRS, per decifrare gli organelli senza membrana indotti dall’HIV durante l’infezione virale.