Un grande poeta italo-uruguaiano dimenticato: Antonino Lamberti
Contesto familiare e primi anni
Antonino Lamberti o “Tonino” nacque il 10 marzo 1845 a Montevideo, capitale del nuovo Stato Repubblica Orientale dell’Uruguay, figlio di genovesi. Suo padre era il capitano della nave Juan Bautista Lamberti e sua madre, Catalina Cerruti era nata a Chiavari, Regno di Sardegna, nel 1824 e morta nella provincia di Entre Ríos nel 1858. Catalina, secondo i racconti dell’epoca, era una bellissima donna che si sposó con Giovanni Battista proprio a Montevideo nel 1844.
La famiglia aveva una strettissima amicizia con Giuseppe Garibaldi: i due fratelli Tonino e Pepín vissero nella casa dell’eroe dei due mondi a Nizza che apparteneva, allora al Regno di Sardegna. Giuseppe Garibaldi con la moglie Anita viaggió con i genitori di Antonino alle spalle, assieme a migliaia dei suoi uomini in fuga a San Marino nel 1849.
In quell’epoca i fratelli Lamberti, sotto il comando di Garibaldi, si misero a disposizione dell’esercito del Re di Sardegna e intervennero nella prima guerra d’indipendenza italiana contro l’imperatore austriaco, che dal 1815 occupava il regno longobardo-veneziano.
Ristabilito lo Stato Pontificio, dopo la disgregazione della Repubblica Romana, i genitori di Antonino e Garibaldi fuggirono a San Marino nel mese di agosto del 1849, passarono per Nizza a cercare Peppino, ma rimasero con i figli di Garibaldi e intrapresero un viaggio attraverso il Mediterraneo.
Per un periodo, attorno al 1850, risiedettero a New York e al ritorno in Sudamerica si stabilirono con la famiglia nella Confederazione Argentina. Sebbene Antonino fosse un italo-uruguaiano di nascita, fu cresciuto come Entrerriano dal 1852 nella città di Gualeguaychú. Nel 1857 nacque sua sorella María Lamberti e nel 1858 morì sua madre Catalina.
Con i parenti si recarono a Buenos Aires nel 1859. In questa occasione i fratelli Lamberti parteciparono come soldati nelle guerre civili argentine. Tonino fu ferito nella battaglia di Pavón, che mise in evidenza il famosissimo generale argentino Bartolomé Mitre su un cavallo bianco (dipinto a olio dall’italiano Ignazio Manzoni, nel 1861, e attualmente al Museo della Mitra).
Da giovane, Tonino fu marinaio della Marina argentina e intervenne in varie battaglie come un tenero soldato che, come tale, a quattordici anni, partecipò alla battaglia di Cepeda il 23 ottobre1859 e anche nell’azione navale di San Nicolás de los Arroyos. All’etá di sedici anni e al comando del brigadiere Bartolomé Mitre, il 17 settembre 1861, fu protagonista, assieme all’allora Primo Luogotenente Dardo Rocha, nella battaglia di Pavón, al sud di Rosario. Questa vittoria portò come conseguenza la fine della Confederazione Argentina e l’inizio di una repubblica federale con l’incorporazione dello Stato di Buenos Aires come provincia dominante della nazione appena unificata.
Poeta, giornalista e uomo d’affari argentino Antonino Lamberti acquistò da José Estratón Acuña il 18 gennaio una terra di quasi 1000 m². Aveva occhi celesti, naso dritto e il viso sempre ben rasato, e con questa immagine divenne un imprenditore alberghiero di successo, quando acquistò T. Dumont nel 1881 con suo fratello Giuseppe che poi lo gestí.
L’Albergo fu ribattezzato London Hotel. Come inventore, formulò e proseguì sul mercato un elisir contro la calvizie, che si dimostró curativo in alcuni casi grazie all’effetto placebo. Il 26 agosto 1885 partecipò alla sepoltura nel cimitero di Tolosa del suo grande amico e cognato morto di tubercolosi, il poeta Matías Behety, e fu accompagnato da varie personalità come Leandro N. Alem, Victorino de la Plaza, Manuel Quintana, grandi uomini d’affari e condottieri argentini, così come dal grande poeta nicaraguense Rubén Darío.
Nel 1898, insieme a Ruben Dario e Pablo Rouquaud si recó nella Pampa Umida, nella locanda La Ventana, dormendo varie notti nell’abergo Bahiense London gestito da suo fratello “Pepín” Lamberti, per poi partire per il soggiorno del dottor Juan Antonio Argerich. Intanto Rubén Darío gli aveva dedicato una poesia dal titolo “Le pagine bianche” scritta con Lamberti, che fu anche poeta modernista, nella casa del dimenticato artista Miguelito Ocampo a Buenos Aires, Con Ocampo collaborò, nel 1896 in due composizioni: “Décima improvvisata con Lamberti” e “Roma”.
Tonino aveva una figlioccia di nome Ana Boni de Cabral, alla quale il poeta Rubén Darío dedicó una decima dal titolo: “Alla casa di Lamberti ragazza”. Lamberti ha contribuito alla Rivista Nazionale di Letteratura e Scienze Sociali fondata dal grande scrittore e poeta uruguaiano José Enrique Rodó nel 1895, insieme ad altri intellettuali uruguaiani, dove Rodó ha pubblicato tre saggi: “Quello che verrà”, “Il nuovo romanzo” e “La nuova vita” (del 1897).
In questi saggi Rodó si era proposto di analizzare gli aspetti che contribuivano al malessere del suo tempo, offrendo un’alternativa spirituale con l’arrivo di un redentore che potesse stabilire una nuova vita basata sull’amore, l’armonia e la pace. Inoltre Antonino collaborò alle pubblicazioni dei giornali Caras y Caretas, ancora oggi un’icona delle riviste letterarie argentine, La Nación e El Diario, e nel 1899 anche all’ultimo numero della rivista di arti e lettere Instantáneas Argentinas, insieme ai già citati Rubén Darío, Leopoldo Lugones, Enrique García Velloso, Manuel María Oliver, Diego Fernández Epiro, tra gli altri.
Fu autore di un’opera sparsa ma molto apprezzata ai suoi tempi, raccolta postuma in un volume intitolato “Poesías”. Pubblico ufficiale e viaggio nell’Argentina nordoccidentale.
Il suo ultimo incarico fu quello di Ispettore della pubblica amministrazione nella provincia di Buenos Aires, ricoprendo tale incarico a settantatré anni. Poi trascorse il pensionamento durante il governo di José Camilo Crotto Soggiorno e morte a Tucuman – Il poeta Antonino Lamberti morì a causa di un attacco cerebrale nella camera d’albergo dei Savoia, che ne causò la morte in pochi minuti dopo la mezzanotte del 23 settembre 1926 nella città di San Miguel di Tucumán, capoluogo dell’omonima provincia argentina.
Venne velato nello stesso albergo e licenziato dal pubblico che lo soprannominò “il principe della Boemia letteraria”. Il giorno successivo, le sue spoglie prima di essere portate nella città di Buenos Aires furono intrattenute dal governatore Miguel Mario Campero che guidava il popolo. Si presentò alla stazione prima della sua partenza per il Cimitero della Recoleta. Dal canto suo, il sindaco di Tucuman Juan Luis Nougués, quando inaugurò il parco dell’Avellaneda il 24 marzo 1929, collocò nei suoi giardini un busto marmoreo di Antonino, opera dello scultore Juan Carlos Iramain, ma uno o due decenni dopo il piedistallo con il busto scomparve. Antonino Lamberti fu uno dei grandi dimenticati della letteratura italo sudamericana, ma anche un combattente di epoche fondamentali nelle guerre di indipendenza di alcuni paesi del continente. A fianco di Garibaldi, suo amico personale, imparó quella grande passione per il Risorgimento”.