In scena Pietro Juliano, Leonardo Di Costanzo e Guido Di Geronimo che per preciso intento registico interpreteranno anche ruoli femminili dividendo il palco con Germana Di Marino e le danzatrici Adriana Napolitano e Ilaria Leone.
Era il 19 agosto del 1936 quando il poeta, drammaturgo e regista spagnolo venne ucciso dalle guardie franchiste. “Bodas de Sangre” è il primo capitolo della sua trilogia sull’amore. Nella sua tragedia, il racconto di un tradimento a cui fa seguito un delitto d’onore, è l’espediente che Lorca usa per raccontare dell’impossibilità della società di sottrarsi alle regole che ne limitano il vivere liberamente.
Come spiega bene il regista, nel dramma l’autore “sceglie volutamente di non dare nomi ai suoi personaggi, scarnificati da ogni identità umana” e identificandoli quasi esclusivamente con “il ruolo che essi hanno all’interno delle istituzioni familiari di cui fanno parte, ad eccezione di Leonardo, elemento di disturbo della vicenda, e simbolo, per la Sposa, di una libertà negata, che va ad infrangersi di fronte alla violenza che punisce questo istinto, una vendetta di cui è strumento il giovane Sposo, che porta a compimento l’atto estremo, realizzando un destino segnato e continuamente evocato, come un eroe tragico.”
Il ritratto di questa società così maschilista “evoca il meccanismo oppressivo della dittatura e per mia scelta – sottolinea Cesario – non poteva non essere interpretata che da uomini, che parlano da uomini, anche se i personaggi sono donne, ad eccezione della Sposa, una falena nera, che vede il suo istinto femminile mortificato ed infine frantumato dalle mani maschili del mondo che la circonda”.
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