L’esercito russo è entrato nelle repubbliche separatiste del Donbass

L’esercito russo è entrato nelle repubbliche separatiste del Donbass

Putin riconosce le due entità e ordina e ordina l’invio di una missione di “peacekeeping”. Duro discorso in diretta televisiva: “L’obiettivo dei missili della Nato siamo noi. Gli Usa minacciano la nostra sicurezza”. La stoccata al governo di Kiev “servo dell’Occidente”. L’Italia chiede ai connazionali di lasciare il Paese

© EyePress News / EyePress via AFP- Un soldato russo

In una giornata dalla coreografia ben studiata, dopo un inedito Consiglio della Federazione russa trasmesso in Tv e un raro discorso alla nazione, il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle due autoproclamate repubbliche separatiste dell’Ucraina orientale, Donetsk e Lugansk, e ordinato l’invio dell’esercito russo in Donbass come “missione di peacekeeping”.

Il presidente russo ha invitato Kiev a cessare immediatamente le “operazioni militari” contro i separatisti filo-russi – che Mosca ha già bollato come “genocidio” – “altrimenti, ogni responsabilità per ulteriori spargimenti di sangue ricadra’ sulla coscienza del regime ucraino”.

La decisione, “assolutamente necessaria”, è stata motivata da Putin col fatto che, a suo dire, le autorità di Kiev non hanno intenzione di portare avanti una soluzione diplomatica in Donbass, che l’Ucraina “non ha una vera tradizione di nazione” e oggi è “una marionetta nelle mani degli Usa”, che a loro volta, con l’espansionismo della Nato “puntano solo a contenere la Russia”.

Non è ancora chiaro il contorno preciso del riconoscimento russo, ma se si riferisse ai loro “confini amministrativi” prima di quella che Mosca definisce “l’occupazione ucraina” del 2014, questo avvicinerebbe a un conflitto reale, perché significherebbe strappare il controllo di alcune zone dentro le due regioni, come Mariupol, al controllo di Kiev.

Il concetto dei confini non è banale perché anche il dispiegamento dei peacekeeper russi potrebbe dipendere da questo: rimarranno nei territori conquistati dai separatisti o ‘sconfineranno’ anche nelle zone controllate dalle forze regolari?

L’Occidente ha condannato all’unanimità la mossa di Putin. L’Ue ha promesso di reagire con fermezza, il Regno Unito e gli Usa hanno già annunciato che vareranno sanzioni, per ora però colpendo solo gli investimenti a Donetsk e Lugansk.

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    Turchia, inaccettabile il riconoscimento di Donetsk e Luhansk

    La Turchia ritiene “inaccettabile” il riconoscimento delle repubbliche autonome di Donetsk e Lugansk da parte del presidente russo, Vladimir Putin e con un comunicato diffuso nella notte respinge con forza le ultime decisioni del Cremlino. Ankara sottolinea come la presa di posizione di Putin violi l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina. “Il riconoscimento dell’autonomia di Donetsk e Luhansk è una decisione che viola il trattato di Minsk, l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina. Una decisione inaccettabile che respingiamo. Ancora una volta ribadiamo il nostro legame con la difesa dell’integrità territoriale e dell’unità politica dell’Ucraina”, si legge nel comunicato.

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    Kiev, due soldati uccisi e 12 feriti nel Donbass

    Due militari ucraini sono stati uccisi e altri 12 sono rimasti feriti sulla linea di contatto nel Donbass. Lo riferisce la Tass, citando il quartier generale dell’operazione militare di Kiev nel Donbass.

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    Wang a Blinken, rispettare le preoccupazioni di tutti

    La Cina è preoccupata per l’evoluzione della situazione in Ucraina e chiede il rispetto delle preoccupazioni di tutti in tema di sicurezza. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Wang Yi, nel corso di un colloquio telefonico con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. La Cina, ha detto Wang, citato in una nota on line della diplomazia di Pechino, ha una posizione “coerente” sulla crisi ucraina. “Le legittime preoccupazioni in materia di sicurezza di qualsiasi Paese dovrebbero essere rispettate e gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite dovrebbero essere rispettati”. Per la Cina, ha proseguito Wang, l’evoluzione della crisi in Ucraina finora è “strettamente correlata” al ritardo nell’attuazione effettiva degli accordi di Minsk.

  •  07:44

    Il presidente sudcoreano chiede il rispetto dell’integrità territoriale

    Il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, chiede che venga rispettata l’integrità territoriale dell’Ucraina e annuncia che Seul si unirà agli sforzi tesi a una risoluzione pacifica del conflitto, acuito dopo che Mosca ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche separatiste del Donbass.
    Moon ha parlato durante la riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale convocato oggi a Seul. “Non è auspicabile – ha detto – che la situazione in Ucraina degeneri in un conflitto armato. Ciò avrebbe un enorme impatto politico ed economico, non soltanto in Europa ma anche nel resto del mondo. I paesi di tutto il mondo devono unirsi e lavorare per una soluzione rapida e pacifica della situazione in Ucraina. La Repubblica di Corea parteciperà attivamente a tali sforzi in qualità di membro responsabile della comunità internazionale”.

  •  07:42

    Lavrov resta pronto al negoziato con Blinken

    Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, resta pronto al negoziato con il segretario di Stato usa. Antony Blinken. Lo ha fatto sapere il ministero degli Esteri di Mosca, dopo che ieri Lavrov aveva annunciato un incontro con Bliinken giovedì a Ginevra.
    “Anche nei momenti più difficili… diciamo: siamo pronti per il processo negoziale, ecco perché la nostra posizione è rimasta la stessa… siamo sempre a favore della diplomazia”, ha detto la portavoce del ministero, Maria Zakharova.

  •  07:39

    L’Australia chiude l’ambasciata e fa rientrare i funzionari

    L’Australia ha temporaneamente chiuso le sue operazioni di ambasciata nella città ucraina occidentale di Leopoli “a causa dell’aumento del rischio”, ha detto martedi’ il ministro degli Esteri australiano Marise Payne. L’Australia aveva temporaneamente sospeso le sue operazioni di ambasciata nella capitale ucraina Kiev il 13 febbraio, poi ha spostato le sue operazioni in un ufficio temporaneo a Leopoli prima che fossero temporaneamente chiuse martedì. In una dichiarazione, Payne ha detto che il governo australiano ha ordinato ai funzionari australiani di lasciare l’Ucraina e ha invitato tutti gli australiani a lasciare l’Ucraina “immediatamente”. Ha aggiunto che i funzionari australiani sono stati schierati nella Polonia orientale e in Romania per assistere i cittadini australiani che cercano di lasciare l’Ucraina.
    Il ministro ha anche condannato il riconoscimento ufficiale di Mosca di due aree pro-Mosca nella regione del Donbas, nell’Ucraina orientale. Ha detto che il governo australiano si sta coordinando strettamente con gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’Unione europea e altri governi di tutto il mondo per “garantire che ci siano costi severi per l’aggressione della Russia”.
    L’Australia è “pronta ad annunciare sanzioni rapide e severe che colpiranno i principali individui ed entità russe responsabili di minare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”. agi

Redazione Radici

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