Gino Pica e la costruzione di Brasilia

Gino Pica e la costruzione di Brasilia

Di Paola Cecchini

Brasilia è la capitale del Brasile, una delle capitali mondiali di più recente costruzione e costituzione: lo é dal 21 aprile 1960 ed è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’Umanità nel 1987.

E’ compresa nel Distretto Federale (delimitata dai fiumi Preto ad est e Descoberto ad ovest), creato dal Presidente Juscelino Kubitschek (1902-1976) all’interno dello Stato di Goiás. E’ situata sul Planalto Central, un altopiano di circa 1.000 metri sul livello del mare. Dista 207 km da Goiânia, 1.531 km da Salvador, 930 km da Rio de Janeiro, 716 km da Belo Horizonte e 1.015 da San Paolo.

Il Distretto Federale ha un governo autonomo e poteri legislativi mentre quello giudiziario è detenuto dall’Unione. Il Governatore Distrettuale viene eletto direttamente ogni quattro anni. Le leggi locali sono adottate da un’assemblea legislativa anch’essa eletta dalla popolazione residente. Il Distretto possiede lo status di stato federale in molti altri aspetti: ha rappresentanti propri sia nella Camera Bassa del Congresso (Câmara Federal), sia nel Senato nazionale. Brasilia è sede del governo federale del paese.

Il ramo esecutivo è rappresentato dal Palácio do Planalto (l’ufficio presidenziale) e i vari ministeri sono dislocati lungo l’Asse Monumentale dove vi hanno sede anche i poteri legislativo e giudiziario.

Il presidente Kubitschek ordinò la costruzione di Brasilia, ponendo in atto un articolo lungamente trascurato della Costituzione repubblicana del Paese del 1891, in cui si stabiliva che la capitale sarebbe dovuta essere trasferita da Rio De Janeiro, dove aveva sede.

La Costituzione definiva a grandi linee anche il luogo in cui creare il distretto federale ma il sito fu definito soltanto nel 1922. La posizione della nuova capitale avrebbe promosso lo sviluppo della regione centrale del Brasile e meglio integrato l’immenso territorio nazionale.
Costruita in soli 41 mesi, il suo principale pianificatore urbano fu Lúcio Costa. Oscar Niemeyer fu l’architetto capo della gran parte degli edifici pubblici e Roberto Burle Marx ebbe l’incarico di ‘landscape designer’. Il piano urbanistico fu basato sulle teorie di Le Corbusier.

Il piano urbanistico realizzato da Costa era dettagliato e meticoloso: stabiliva quali zone dovevano essere residenziali, quali commerciali, quali bancarie e quali ospedaliere; limitava le aree industriali, le zone in cui certi edifici possono essere costruiti e l’altezza degli stessi. Alla base del progetto della città c’era una semplice croce. Secondo Costa, il progetto nasce dal gesto primario di qualcuno che segna un luogo per prenderne possesso: due assi che si incrociano ad angolo retto, il segno stesso della croce.

Tuttavia, la croce dovette essere adattata alla topografia del luogo, poiché erano già previsti progetti per un lago artificiale e la città assunse la forma di un aeroplano.

La fusoliera dell’aeroplano contiene i ministeri, gli edifici governativi, il Senato, la Camera dei Deputati e una futuristica cattedrale, progettata da Niemeyer dove compaiono oltre venti tonalità di azzurro. Vi è anche un’altissima torre televisiva che offre vedute spettacolare della città e del lago. Le ali dell’aeroplano sono chiamate Ala Nord e Ala Sud: ognuna di esse è lunga circa sette km. Il viale che si trova fra il lago e le ali è chiamato L4 Sul o L4 Norte, a seconda della direzione.
Un ampio viale ad alta velocità, chiamato Eixo Rodoviário o Eixao, collega le due ali tramite un sottopasso che scorre sotto la stazione centrale degli autobus, dove sono situati il distretto bancario e quello alberghiero.

Gli indirizzi 100 e 300 stanno sul lato ovest dell’Eixo; i 200 e i 400 sul lato est. Lungo queste strade vi sono le aree residenziali chiamate Super Quadra Sul e Super Quadra Norte: sono costituite da blocchi di undici condomini, di tre o sei piani: ogni edificio è identificato da una lettera. Fra i blocchi sono situate scuole e chiese per i residenti.

Le strade commerciali separano una Super Quadra dall’altra. La città ha anche uno zoo, nei pressi dell’aeroporto internazionale che ospita animali nativi della regione del Cerrado. Il lago è circondato da ambasciate, circoli ricreativi e abitazioni lussuose, oltre che da un enorme parco, chiamato Parque da Cidade, che offre ampio spazio per correre in bicicletta, fare jogging ed entrare in contatto con la natura.

Una delle principale critiche rivolta agli architetti fu la poca considerazione per i pedoni. La città fu progettata durante l’avvento dell’età dei motori: nel piano originale non vi erano semafori, tutte le auto viaggiavano percorrendo cavalcavia o tunnel, per evitare intersezioni a raso. Poiché nel progetto-pilota (Plano Piloto) erano previsti 200.000 abitanti, il piano urbanistico è ora divenuto obsoleto. La soluzione adottata dalla città è stato il tracciamento di migliaia di strisce pedonali su tutte le strade.

Recentemente, sempre per alleviare questo problema, è stata costruita una metropolitana ma ci sono ancora numerose stazioni incomplete. È stata completata una linea per l’Ala Sud, che prosegue fino all’importante città satellite di Taguatinga. Benché i trasporti pubblici siano presenti in abbondanza, l’automobile rimane un mezzo di trasporto usato a Brasilia.

Un’altra critica riguarda il dislocamento dei residenti poveri in città satelliti troppo lontane, come Santa Maria, São Sebastião, Gama, Ceilândia e Sobradinho. Questi centri sono collegati alla città da autobus e da un sistema di transito rapido di superficie. Gli abitanti di queste città satellite vivono in condizioni inferiori rispetto a quelle del progetto-pilota a causa della politica abitativa       adottata dal Governatore Joaquim Roriz che ha attratto verso la capitale molta gente dalle regioni povere del paese, affollando il territorio del Distretto Federale.

Quando si parla di Brasilia, queste città satellite sono raramente prese in considerazione, nonostante la loro popolazione sia largamente superiore a quella prevista dal progetto-pilota. Tuttavia, Brasilia è la città con il più alto indice di sviluppo umano (HDI) dell’intero Paese. In base al piano originale – che Brasilia deve seguire – la città è costantemente in costruzione.

Alla costruzione di Brasilia ha contribuito anche Gino Pica di Ascoli Piceno che ho intervistato il 15 novembre 2007.

Quando arrivò in Brasile, Gino?
Nel ’69, col Britannia.

Solo?
Sì, ma il Brasile non era completamente nuovo per me, nel senso che mio fratello era venuto qui nel 1954 o nel 1955, non ricordo bene. Lavorò in una fazenda vicino Rìo, a Pedrinha, in un progetto di bonifica delle terra. Era autista e guidava un’autobotte. Nelle terre non c’era l’acqua.

Quanti anni aveva nel ’69?
Ventidue.

Perché decise di partire?
Ero stato dispensato dal servizio militare, ma avvisato di mantenermi pronto per una prossima chiamata (credo per la guerra di Corea).
Allora ho pensato: “Sarà meglio andare due anni in Brasile o in guerra?”E partii.
Dopo qualche mese fui contattato dall’agenzia Brunozzi di Ascoli Piceno: voleva che dichiarassi che non avevo comprato il biglietto di viaggio presso di loro, ma direttamente dal Britannia. Avevano avuto dei guai a seguito della mia partenza, avevano dovuto chiudere l’agenzia e solo con quel mio intervento sarebbe stata riaperta. Così mi dissero. Feci quanto mi chiedevano.
Scrissero che sarei potuto rientrare in Italia a trentun anni compiuti, oppure prima se fossi stato coniugato e con due figli a carico. Solo così sarei stato congedato ed in regola con lo Stato Italiano.

Dove trovò lavoro? Fu facile?
Trovai lavoro subito come autista per la Fabbrica Nazionale Motori (F.N.M.) I loro camion erano enormi, venivano chiamati joão bobo, i pezzi venivano forniti dall’Alfa Romeo ma venivano montati qui. Caricavano qualsiasi cosa.

Che ricordi ha di quel tempo?
Anch’io ho lavorato per far nascere Brasilia.

Per costruire la capitale?
Sì, facevo Sao Paulo-Brasilia, di continuo.

Le strade non erano asfaltate, vero?
Lo erano fino a Porto Ferreira, a 250 chilometri da Sao Paulo; il resto (circa 800 km) era terra battuta.

Che trasportava?
Catrame e benzina. Tutto doveva essere trasportato a Brasilia per la costruzione della città: legno, cemento, mattoni…

Che si diceva di quel progetto all’epoca?
Che dava lavoro a tanta gente, italiani in particolar modo. Il grande trasporto di materiali verso Brasilia lo hanno fatto gli italiani, questo va ricordato.
Ora, dopo tanti anni, penso che che Brasilia abbia dato un impulso grande al
Paese, una grande apertura mentale e di opportunità.

Dove alloggiava prima del viaggio di ritorno?
Nelle città bandeirantes (ora chiamate satelliti). C’era anche un ristorante, Adele di Bologna, ricordo. Ma noi camionisti dormivamo nei camion, non potevamo lasciarli mai.

Ha visto mai Juscelino Kubitschek?
Sì, due volte: passava sopra di noi con l’elicottero e ci salutava con la mano.
Dopo un anno mi ero già messo in proprio.

Dopo soltanto un anno?
All’epoca un camion nuovo costava 1.600.000 cruzeiros, uno vecchio 1.900.000 (inclusi gli interessi sulle rate). Ne comprai uno e lo pagai in 20 mesi.
Lavorai per la C.E.A.M. di Calisto Elio Adriano Massari; lavoravo a cottimo, notte e giorno. Dopo il primo camion, ne vennero altri: prima due, poi tre, quattro, ecc
Arrivò un momento in cui fu difficile trovare autisti abili.

Come mai?
Gli autisti erano nordestini, baiani o pernambucani, non erano molto bravi né molto responsabili nella guida. Davano continuamente problemi: capotavano, scontravano.

Cosa era cambiato rispetto al passato?
Erano cambiate le strade. Fintanto che erano di terra, si andava piano e tutto filava liscio.
Una volta asfaltate, i freni dei camion causavano problemi perché non erano buoni

Come mai?
Se si scaldavano col calore o con l’acqua, non funzionavano più.
Al tempo i freni rotti venivano sostituiti con quelli dell’Alfa Romeo, per mancanza di soldi ed esperienza meccanica, ma questi non erano adatti ai camion… I freni Bendix sono arrivati solo nel 1973.
Capii allora che era più conveniente smontare i pezzi dei camion e venderli anziché aggiustarli. Da allora anziché comprare per lavorare, comprai per rivendere

Qual é il suo bilancio?
E’ positivo, anche sotto il profilo personale: mi sono sposato con un’italiana, ha tre figli e dieci nipoti.

Redazione Radici

Redazione Radici

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.