Migrazioni e sviluppo: una rete di partenariato Sudan-Toscana con l’aics
L’evento, organizzato congiuntamente dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e dal Centro regionale di salute globale (Csg) dell’Azienda ospedaliero-universitaria Meyer, rappresenta il momento conclusivo di bilancio sulla collaborazione triennale tra Aics sede di Khartoum e Csg nell’ambito del progetto ‘Rafforzare la resilienza per i rifugiati, sfollati interni e comunità di accoglienza nel Sudan orientale’, finanziato dalla Unione Europea e che ha come obiettivo quello di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni sfollate e delle comunità ospitanti nel Sudan orientale.
Le attività progettuali hanno visto come protagonisti gli operatori del sistema sanitario toscano, che si sono occupati della formazione in ambito sanitario negli stati di Kassala e Gedaref, e della ricerca scientifica nel settore della nutrizione e malnutrizione. I corsi di formazione sono stati dedicati al personale del Ministero della Salute sudanese, al personale accademico e alle ostetriche di comunità, con l’obiettivo di migliorare le competenze nel campo dei sistemi informativi sanitari, del management sanitario e dell’assistenza sanitaria primaria per ciò che riguarda la salute del bambino e quella sessuale e riproduttiva delle donne.
“Siamo orgogliosi di ospitare in Toscana questo evento, dedicato a due tematiche attualissime, che ci stanno particolarmente a cuore – commenta il presidente Eugenio Giani -.
La Toscana ha una lunga tradizione di cooperazione internazionale, finalizzata a garantire l’assistenza sanitaria a tutti, indipendentemente dalla condizione sociale o economica e dal proprio Paese di provenienza. È per noi un principio di civiltà accogliere chi arriva e, nello stesso tempo, contribuire alla costruzione di sistemi sanitari adeguati nei Paesi da dove si emigra con l’aiuto dei nostri professionisti e del volontariato, che ringrazio per quanto fatto fino a oggi e per quello che ancora dovrà essere realizzato”.
“La scelta della cooperazione della Toscana è, inoltre, frutto della convinzione del valore aggiunto che mettiamo a disposizione dei nostri professionisti nel loro percorso di crescita professionale e umano – sottolinea l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini -. In una sanità senza confini, le iniziative di cooperazione mettono in relazione professionisti e sistemi sanitari, contribuendo a potenziare le capacità tecniche e anche relazionali.
Riteniamo la cooperazione non solo un obbligo morale di civiltà, ma anche una scelta derivante dalla consapevolezza della interdipendenza dei destini di ognuno di noi e della necessità di agire tutti insieme per poter affrontare le sfide di salute globale. E’, quindi, con estremo piacere che ospitiamo a Firenze questo evento, che offrirà importanti spunti di riflessione per una programmazione sempre più efficace e aperta al prossimo”.
“L’esperienza di collaborazione tra un sistema sanitario regionale e la nostra Agenzia di cooperazione allo sviluppo ha evidenziato come il sistema regionale, soprattutto quando parliamo di cooperazione sanitaria, rappresenti un valore aggiunto per il sistema-Italia – sottolinea Maria José Caldés, direttrice del Csg del Meyer -.
Sono, infatti, convinta che muovendoci assieme si riescono a ottenere risultati sostenibili, in quanto derivano dalla grandissima esperienza delle nostre Aziende sanitarie unita a quella della nostra Agenzia di cooperazione, e più duraturi rispetto a piccoli interventi frammentati di singole istituzioni”.
La conferenza si inserisce all’interno del dibattito internazionale sul nesso migrazione-sviluppo e intende porre l’accento sulle inter-relazioni tra salute globale, migrazioni e sviluppo. Apriranno l’evento il presidente della Toscana Eugenio Giani, il direttore dell’Aics Luca Maestripieri, il direttore della Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo Fabio Cassese, la delegata Ue in Sudan Elisabeth Rousset, l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini e il direttore generale del Meyer Alberto Zanobini.
La conferenza rappresenta, inoltre, l’evento conclusivo di una settimana di incontri organizzati in occasione dell’arrivo di una delegazione dal Sudan, composta da medici e professionisti del settore sanitario, che hanno collaborato a vario titolo alle attività del Csg e di Aics.
Sono previste delle visite della delegazione ad alcune delle eccellenze del nostro sistema sanitario, tra cui l’Aou Meyer, il Centro nascita Margherita di Careggi, il Centro di simulazione medica (International training center american heart association) e il Centro di formazione e simulazione neonatale Nina (queste due ultime dell’Aou pisana). È prevista, infine, nel pomeriggio di oggi, la visita alla Casa della salute de Le Piagge, cui farà seguito un incontro presso la Comunità de Le Piagge con Don Alessandro Santoro e l’Imam di Firenze Izzedin Elzir, per discutere di assistenza extra istituzionale alle fasce più vulnerabili della popolazione.
La storia
In Sudan, il Governo di transizione formatosi a seguito della deposizione di Omar al-Bashir nella rivoluzione del 2019, dopo aver conseguito risultati promettenti nel promuovere libertà, pace e giustizia – le tre parole che hanno costituito il filo conduttore della rivoluzione sudanese – è stato deposto in un putsch militare il 25 ottobre 2021 dopo settimane di crescenti tensioni politiche. In questo scenario, gli effetti combinati della pandemia di Sars-CoV-2 e l’arrivo nell’Est del Paese di decine di migliaia di rifugiati in fuga dal conflitto del Tigray evidenziano la manifesta correlazione che associa flussi migratori e determinanti socio-sanitarie. Il quadro migratorio sudanese possiede le caratteristiche proprie delle regioni interessate da flussi misti; a causa della sua collocazione geografica, il Sudan ha tradizionalmente costituito un’intersezione naturale tra l’Africa centrale, orientale e settentrionale e attualmente si trova all’incrocio di tre principali rotte migratorie.
Salute e status migratorio sono concetti strettamente intrecciati, che esercitano un effetto reciproco in un insieme di relazioni causa-effetto. Le politiche e le strategie sanitarie generalmente comprendono lo status migratorio tra i determinanti sociali della salute in grado di influenzare significativamente l’accessibilità ai servizi sanitari. La natura multidimensionale dello status migratorio di un individuo comporta modelli di intreccio con diversi determinanti sociali della salute.
Eventuali differenze nei fattori di rischio per la salute e nei profili di malattia tra la comunità migrante e quella ospitante, nonché le condizioni in cui si è svolto il processo migratorio, sono elementi che incidono notevolmente sul nesso tra migrazione e salute, producendo effetti negativi o benefici per il singolo migrante, la sua comunità e le società di origine, transito e destinazione.