La guerra è arrivata a Leopoli, si combatte a Mariupol

La guerra è arrivata a Leopoli, si combatte a Mariupol

La città occidentale e vicina al confine con la Polonia finora era stata risparmiata dalla guerra

All’inizio della ventitreesima giornata dell’invasione russa in Ucraina, la principale novità è l’attacco a Leopoli, la città occidentale e vicina al confine con la Polonia che finora era stata risparmiata dalla guerra, mentre si segnalano combattimenti anche nel centro della città portuale di Mariupol, assediata da settimane e in piena crisi umanitaria. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’intelligence militare britannica, l’esercito russo resta bloccato in altre zone del Paese. “Le forze ucraine intorno a Kiev e Mykolaiv continuano a rendere vani i tentativi russi di circondare le città”. La stessa intelligence conferma invece che “le città di Kharkiv, Chernihiv, Sumy e Mariupol rimangono circondate e soggette a pesanti bombardamenti russi”. Intanto, la stampa tedesca riporta la notizia che centinaia di navi che trasportano grano destinato all’esportazione in Europa sono bloccate dalla marina russa nei porti ucraini del Mar Nero.

Est

Mariupol Secondo quanto riferisce Mosca, è in corso stamattina un combattimento nel centro della città sul mar d’Azov dalla quale nelle scorse ore erano riuscite ad evacuare decine di migliaia di persone. “Unità della Repubblica popolare del Donetsk, con il supporto delle forze armate russe, stanno combattendo contro i nazionalisti nel centro di Mariupol”, ha detto il portavoce della Difesa Igor Konashenkov.

Ovest

Leopoli Sono state viste colonne di fumo sulla zona dell’aeroporto: secondo il sindaco Andriy Sadovy, alcuni missili sono caduti nell’area senza colpire l’obiettivo. Già domenica scorsa c’era stato il bombardamento di una base militare vicina al confine polacco.

Nord

Kiev, Kharkiv Proseguono i bombardamenti sulle due principali città del Paese, ma a Kiev da ieri dopo la fine di un coprifuoco durato 35 ore la metà dei 3,5 milioni di abitanti che non sono ancora partiti hanno provato a riprendere le attività.

AGI  

Redazione Radici

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