L’Italia pronta a ricostruire il teatro Mariupol

L’Italia pronta a ricostruire il teatro Mariupol

Di Alessandra Fabbretti e Brando Ricci (Foto d’archivio)

Il governatore di Chernihiv, Viacheslav Chaus, denuncia 53 morti nella sola giornata di ieri nella città settentrionale dell’Ucraina, a Kiev invece in un attacco all’alba di oggi ha perso la vita una persona, mentre a Mariupol – città tenuta sotto assedio ormai da giorni – ancora non c’è un bilancio delle vittime dopo il raid contro il teatro divenuto rifugio per la popolazione. Human Rights Watch fa sapere che nel bunker antiaereo c’erano almeno 500 civili. Immagini satellitari mostrano che sul piazzale che circondava l’edificio era stata scritta a chiare lettere la parola “bambini” in ucraino, per scongiurare raid.

Nel bunker “c’erano decine di famiglie e anche bambini di quattro o cinque mesi“, ha raccontato una delle sopravvissute all’emittente Bbc. La donna, che lavorava nello zoo cittadino e ha un figlio di 17 anni, ha riferito che quando la gente ha deciso di nascondersi nel teatro “è stata molto dura”. La testimone ha aggiunto: “Non avevamo scorte di cibo organizzate. Per i primi due giorni gli adulti non hanno mangiato, lasciando i viveri ai bambini“.

Le autorità confermano che già 30mila persone sono riuscite a fuggire dalla città assediata da giorni, ma ancora in 350mila sarebbero intrappolati mentre il 90% degli edifici sarebbe stato distrutto.

MOSCA: “A COLPIRE IL TEATRO È STATA LA BRIGATA AZOV”

I soccorritori stanno scavando tra le macerie ma per il momento, stando a quanto ha scritto il parlamentare Sergei Taruta sul suo profilo Facebook, il bunker avrebbe “retto bene, le persone escono vive”. Le autorità accusano la Russia di un bombardamento aereo, ma stamani il ministero della Difesa di Mosca ha respinto ogni responsabilità puntando il dito contro i paramilitari della brigata Azov. E mentre le Nazioni Unite avvertono che i profughi in fuga dall’Ucraina hanno superato quota tre milioni da quando la Russia ha attaccato il Paese tre settimane fa, l’intelligence britannica riferisce che la situazione militare sul terreno è in stallo .

FRANCESCHINI: “ITALIA PRONTA A RICOSTRUIRE IL TEATRO, OK DAL CDM”

“L’Italia pronta a ricostruire il Teatro di Mariupol. Approvata dal Consiglio dei ministri la mia proposta di offrire all’Ucraina mezzi e risorse per riedificarlo appena sarà possibile. I teatri di ogni Paese appartengono a tutta l’umanita. #WorldHeritage”. Lo annuncia su Twitter il ministro della Cultura, Dario Franceschini.

SINDACO DI MEREFA: “21 MORTI IN UN BOMBARDAMENTO ALL’ALBA”

Almeno 21 persone hanno perso la vita in un bombardamento che ha colpito all’alba la città di Merefa, non lontana dalla città nord-orientale di Kharkhiv, in Ucraina. A rilanciare il bilancio fornito dal sindaco Veniamin Sitov è Hromadske Radio, fondata nel 2002, tra le poche emittenti ucraine indipendenti rimaste attive nel Paese che entra oggi nella terza settimana di guerra. Altre 25 persone sono rimaste ferite, di cui dieci sono in “condizioni critiche”.

Nel raid aereo, di cui il sindaco ha accusato l’aviazione russa nell’ambito dell’offensiva che da giorni le forze guidate da Mosca stanno conducendo contro Kharkhiv, sono rimaste coinvolte una scuola, la Casa della cultura e varie abitazioni. Merefa ha una popolazione di 21.500 abitanti. A Chernihiv, sempre nel nord-est, in un bombardamento hanno perso la vita madre, padre e tre dei loro figli, tra cui una coppia di gemelli di tre anni.

ZELENSKY: “COLLOQUI DIFFICILI, RUSSIA VENGA DEFINITO STATO TERRORISTA”

Anche i colloqui tra i delegati di Ucraina e Russia non sembra stiano dando risultati. Sebbene circoli la voce che un accordo potrebbe essere stato raggiunto, sul punto stamani, intervistato dall’emittente Nbc, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky non ha voluto commentare confermando che i negoziati “restano difficili”. Il capo dello Stato è intervenuto ieri al Congresso degli Stati Uniti, ha fatto appello a nuove armi, ha chiesto l’istituzione di una no-fly zone e ha chiesto all’Occidente di far ricadere la Russia nella categoria di “Stato terrorista”.

 

I NODI DEI NEGOZIATI ANCORA IN CORSO

Lo “sforzo colossale” della delegazione russa e la volontà ucraina di ottenere prima di tutto il “cessate il fuoco” per fermare le uccisioni di civili. E poi la neutralità “sul modello svedese” proposta da Mosca contro le “garanzie di sicurezza”, senza adesione alla Nato, che richiede Kiev. In prospettiva, il nodo critico dell’integrità territoriale, con le questioni Donbass e Crimea ad alimentare divergenze che al momento sembrano difficili da conciliare. Sono questi alcuni dei punti chiave dei negoziati fra Ucraina e Russia, giunti al quarto round da quando, tre settimane fa, il Cremlino ha avviato un’offensiva militare.

Oggi un consigliere di Zelensky, Oleksiy Arestovych, ha riferito che il capo dello Stato ucraino non è disposto a negoziare sull’”integrità territoriale” del Paese. Un probabile riferimento, questo, alla sovranità su due entità separatiste del Donbass, il cui riconoscimento come indipendenti da parte di Mosca ha preceduto il conflitto, ma anche alla Crimea, annessa unilateralmente dalla Russia nel 2014.

Le dichiarazioni rappresenterebbero un passo indietro dopo che ieri era stata diffusa la notizia di una bozza di accordo in 15 punti, pubblicata dal quotidiano britannico Financial Times. Oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che le conclusioni fatte trapelare dai giornalisti britannici sono “giuste in qualche punto ma sbagliate nel complesso”. Il portavoce del presidente Vladimir Putin ha comunque affermato che la Russia sta facendo “uno sforzo colossale” per giungere a un’intesa.

La chiave di volta sembra possa uscire da un compromesso fra le due posizioni delineate ai colloqui di ieri: la neutralità ucraina, anche col mantenimento delle proprie forze armate, voluta da Mosca a fronte di un sistema di garanzie di sicurezza legalmente vincolanti e tutelate da Paesi alleati richiesto da Kiev.

Secondo il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, prima di giungere a un accordo la priorità resta però l’ottenimento di un cessate il fuoco e il proseguimento dei corridoi umanitari già parzialmente in corso in alcuni orari della giornata per poter trasferire i civili in sicurezza.

SU NETFLIX TORNA LA SERIE CON ZELENSKY ATTORE

Dato il forte consenso che il leader sta ottenendo in America, la piattaforma Netflix ha fatto sapere che renderà nuovamente disponibile negli Stati Uniti (e probabilmente anche in Canada) la serie televisiva ‘Servant of the People’, in cui Zelensky – che prima di entrare in politica era un attore – recita la parte del protagonista interpretando un professore di storia che inaspettatamente diventa il presidente dell’Ucraina.

Redazione Radici

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