Comites
Su i Com.It.Es. (105 nel mondo), anche noi, abbiamo preso, a suo tempo, una posizione. Ora ci torniamo perché una successiva valutazione potrà, forse, stimolare un articolato confronto sul fronte della rappresentatività dei Connazionali all’estero. Limiteremo, in ogni modo, la nostra analisi agli aspetti “pratici” della questione. Ogni altra considerazione la lasciamo, volentieri, ai politici.
Noi c’eravamo, quando di Com.It.Es. neppure s’ipotizzava. Sul fronte dell’Emigrazione siamo presenti dal 1965. Questa è, almeno, una garanzia di continuità. Ciò premesso, pur non volendo generalizzare, i Comitati hanno perduto, progressivamente, alcuni loro fini primari. Non pochi si sono trasformati in propagazioni dei partiti e, scriviamolo francamente, in “trampolini” di lancio per affermazioni politiche personali o di cordata. Così, pur se organismi elettivi, i Com.It.Es. non rappresentano che delle “minoranze” degli aventi diritto a eleggerli. Anche i Candidati, in linea di massima, sono, di solito, gli stessi. L’impegno per l’italianità sembra tramontato.
Con molta umiltà, ma anche con scarsa fortuna, qualche proposta operativa, per superare gli “inghippi”, l’avevamo presentata all’inizio del nuovo Millennio. In allora, avevamo considerato certe finalità dei Com. It.Es. come “superate”. Sorpassate, in pratica, dai tempi e dai ruoli della nostra Comunità nel mondo. Coerenti, come da sempre, non intendiamo rigettare, ora, quanto avevamo esposto anni addietro. Pur senza manifestazioni “possibilistiche”, ma convinti delle nostre idee, confidiamo in un contributo da parte di chi, ufficialmente, rappresenta i vertici dei Comitati. Perché un contributo d’idee potrebbe giovato a tutti. Siamo, però, pronti a prendere in esame consigli per rivedere posizioni forse non più adeguate alle esigenze dei tempi. La nostra disponibilità resta per contribuire alle aspirazioni dei Connazionali “altrove”. Certo è chi sono indispensabili progetti operativi che, per la verità, non abbiamo rilevato.
Giorgio Brignola