Quei 30 libri dall’Ucraina

Quei 30 libri dall’Ucraina
Trenta libri sono arrivati alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna da Kharkiv e da Kiev, solo dopo aver affrontato un lungo iter: saranno donati in beneficenza

Trenta libri provenienti dall’Ucraina alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna, che saranno poi donati in beneficenza. Sono quelli arrivati oggi, sigillati in uno scatolone, portati in Italia dalla carovana “Safe Passage in Ukraina”, promossa da Mediterranea: partita giovedì con destinazione Leopoli e tornata ieri con 177 profughi. E 30 libri, appunto: oggi la consegna simbolica allo stand Ukrainian books, in Fiera a Bologna per mano del consigliere comunale e attivista di Mediterranea Detjon Begaj, reduce dal viaggio umanitario.

È stato accolto dalla delegata alla Cultura del sindaco Matteo Lepore, Elena Di Gioia, e da Elena Pasoli, exhibition manager della Children’s book fair, che proprio ieri ha aperto i battenti; poi si è aggiunta la vicesindaca Emily Clancy.

Si tratta di 30 volumi dell’Istituto nazionale delle biblioteche ucraine: “Ci sono stati donati a Leopoli e raccolti con enorme difficoltà- spiega Begaj- sarebbero dovuti arrivare in città per la fiera, ma non è stato possibile spedirli per via dei bombardamenti”.

Vengono “da Kharkiv, da Kiev” e hanno dovuto affrontare un lungo iter per arrivare qui. “Anche solo raccoglierli in Ucraina è stato molto complicato- conferma ancora il consigliere- il viaggio in taxi della responsabile dell’Ukrainian book institute è avvenuto l’altro ieri in serata poco prima del coprifuoco, ed è stato un momento molto commovente; è difficile spiegare la felicità che lei ha mostrato nel sapere che questi libri sarebbero arrivati a destinazione”.

Alcuni sono stati donati direttamente da autori ed editori perchè le biblioteche non riuscivano a consegnarli; ora verranno donati in beneficenza alla fine Fiera del libro per ragazzi. “Ci hanno chiesto di donarli in beneficenza, richiesta che naturalmente accoglieremo, con l’augurio di poter vedere lei e tutti gli altri referenti culturali. Ci siamo lasciati così”.

Per Di Gioia “la storia di questo pacco è toccante ed emozionante, dentro a quel pacco si consegnano non solo libri ma anche una responsabilità: quella di batterci in tutti i modi possibili per la pace, in questo momento così drammatico”. Nell’occasione Begaj ha portato anche la sua testimonianza di quello che sta succedendo in Ucraina. A Leopoli la situazione “è di grande paura anche se è una città che in questo momento non sta subendo i bombardamenti. Le sirene però suonano di continuo”, là dove “il tema principale sono i profughi”.

Una città di 700.000 abitanti con 200.000 profughi in città e dove dall’inizio del conflitto sono transitate tre milioni di persone”. I luoghi culturali come teatri e musei “sono diventati campi profughi, sono pieni di brandine. Il tema culturale è molto importante.

Le statue sono coperte, le chiese hanno le parti esterne coperte, i luoghi istituzionali hanno i sacchi per proteggersi da eventuali razzi e bombardamenti, situazione di una città che prova ad avere una sua normalità”.

In questo contesto, comunque la missione di Mediterranea “è andata molto bene. Sono state portate in Italia 177 persone di diverse nazionalità, uzbeki, georgiani, anche russi e italiani residenti in Donbass, studenti colombiani ed ecuadoregni in Overseas… Abbiamo donato anche farmaci a un ospedale e a un’associazione che si occupa di disabilità, siamo stati all’orfanotrofio e anche al centro d’accoglienza al confine con la Polonia”, conclude il consigliere comunale.

Redazione Radici

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