ROMA – “Credo ci sia stata una trattativa dietro le quinte e, anche per la risposta del Fronte popolare di liberazione del Tigray, sono ottimista”: Befeqadu Hailu Techanie, ex prigioniero politico, scrittore e blogger, parla con l’agenzia Dire dopo l’annuncio di una tregua in Etiopia motivata da ragioni umanitarie.
La prima comunicazione è arrivata dall’esecutivo federale, guidato da Abiy Ahmed, che ha definito la decisione sul cessate il fuoco come “unilaterale“. Secondo Befeqadu, parte del collettivo etiope Zone 9, “molte fonti riferiscono in realtà che ci sono colloqui in corso”. Il blogger continua: “Anche se entrambe le parti hanno smentito, è stato riferito di una conversazione telefonica tra Abiy e il presidente tigrino Debretsion Gebremichael, la prima dallo scoppio della guerra nel novembre 2020”.
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La tregua è stata annunciata dopo una missione ad Addis Abeba di David Satterfield, inviato speciale degli Stati Uniti per il Corno d’Africa. Una sospensione dei combattimenti dovrebbe permettere la ripresa della consegna di aiuti umanitari in Tigray, una regione dove secondo l’Onu le persone sfollate a causa delle violenze sono circa 400mila. Sempre stando ai dati delle Nazioni Unite, risalenti a gennaio, circa il 40 per cento della popolazione locale è colpito da “una grave mancanza di cibo”. Secondo l’Ufficio per il coordinamento dell’assistenza umanitaria (Ocha), gli ultimi carichi di prodotti alimentari erano stati consegnati nel Tigray il 15 dicembre.
L’annuncio della tregua è stato accolto con soddisfazione a livello internazionale. Secondo il dipartimento di Stato americano, la ripresa degli aiuti dovrebbe diventare la “base decisiva di un processo politico inclusivo”, mirante a “realizzare progressi verso la sicurezza e la prosperità comuni per tutti i popoli Etiopia”.
Abiy era stato insignito del premio Nobel per la pace nel 2019 per aver promosso un accordo di riconciliazione tra Etiopia ed Eritrea. Il successivo conflitto del suo governo con il Fronte popolare di liberazione del Tigray ha provocato migliaia di morti. Prima dell’ascesa politica di Abiy, originario della comunità oromo, la più numerosa dell’Etiopia, il Tplf era stato al potere ad Addis Abeba per quasi 30 anni.