Una sofferenza inimmaginabile
di Paolo Pagliaro
Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, avverte che se venisse a mancare la solidarietà internazionale, la crisi di rifugiati e sfollati dall’Ucraina potrebbe trasformarsi in una catastrofe. 10 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le proprie case, un terzo di loro ha trovato riparo nei paesi confinanti: in Romania, Moldavia, Ungheria, Slovacchia e soprattutto Polonia, che ha accolto finora 2 milioni di profughi.
Ma 13 milioni di persone sono bloccate nelle aree in cui si combatte e non possono partire perché sono stati distrutti ponti, strade e ferrovie. Sono state bombardate anche case, scuole, ospedali, servizi essenziali e altre infrastrutture civili, decimando le forniture di cibo e medicine, riducendo le persone a bere acqua piovana e neve.
L’Italia ha accolto finora 70 mila rifugiati, a cui migliaia di famiglie hanno aperto le loro case. Ma c’è molta Italia anche ai confini con l’Ucraina. A Suceava e a Siret,, in Romania, i convogli della Croce Rosa partiti da Avezzano hanno scaricato e distribuito tonnellate di materiale sanitario. Al confine polacco , per trasportare a Firenze un centinaio di mamme e bambini fuggiti da Leopoli, c’erano i pullman di Save the Children. Ieri è arrivata in Moldavia la colonna mobile delle province autonome di Trento e Bolzano, una dozzina di tir con il materiale e il personale necessario ad allestire un campo di accoglienza che ospiterà 500 persone in fuga dalla guerra. Gesti concreti per alleviare quella che l’Alto Commissariato per i rifugiati definisce “una sofferenza inimmaginabile”. 9Colonne