Andrea Marchesini Pittore e cittadino del mondo
Finestre sull’Arte rubrica di Arte e Comunicazione curata da Sonia Strukul
Andrea Marchesini Nasce a Verona 1973, sin da piccolo frequenta lo studio della madre , pittrice e docente di storia dell’ arte,crescendo tra le suggestioni della pittura.
Andrea Marchesini si racconta.
“Finita la maturità, dopo un tentativo universitario, sentivo la necessità impellente di cercare la mia strada, avevo bisogno di provare qualcosa di nuovo, avevo bisogno di ispirazione. Così ho deciso di partire “zaino in spalla” per l’Inghilterra per frequentare un corso di inglese.
Lì sono rimasto sei anni, frequentando musei e mostre di arte antica e contemporanea tra cui la Tate Gallery,ipnotizzato dall’opera di pura luce di Turner. Nel 2010, come cittadino del mondo mi sono fermato e ho aperto il mio studio a Barbarano Vicentino.
Fare arte per me è un eterno viaggio nel modo di percepire me stesso in rapporto con il mondo. Sono convinto che l’arte sia una questione più spirituale che materiale e ritengo che, essendo l’arte un vero e proprio percorso evolutivo, la mia evoluzione artistica e di essere umano presenti innumerevoli passaggi. La mia idea di arte diventa una continua meditazione/riflessione sull’uomo moderno o meglio una rielaborazione astratta della lotta che ogni uomo deve affrontare nel proprio percorso di crescita.
Credo che nella mia pittura ci sia una relazione, sia a livello estetico, sia in parte concettuale, con la pittura giapponese contemporanea restando però molto legato all’arte europea sia antica sia moderna. Direi che una differenza importante a livello pittorico e concettuale con la pittura del maestro Murakami, sia proprio nell’utilizzo del colore di fondo.”
Ho deciso di fare conoscere ai lettori di Progetto Radici e della mia rubrica Finestre sull’Arte Andrea Marchesini perchè è un pittore le cui opere hanno una forte identità, sono subito riconoscibili, significa che ha uno stile proprio, unico, quando vidi anni fa una sua personale ne fui piacevolmente colpita, c’è una grande libertà espressiva nella sua pittura, non convenzionale,nella composizione, intendo l’ organizzazione dello spazio della tela,che è un elemento fondamentale nella pittura, figurativa,astratta o di qualsiasi altro stile.
Ho subito percepito una certa internazionalità, si capiva guardando le sue tele che è un’ artista che ha respirato, visto, metabolizzato arte a 360°. Le domande che ho posto a Marchesini cercano delle conferme , dei chiarimenti all’ idea che ho della sua pittura, ho anche voluto avere il suo punto di vista come artista riguardo la situazione attuale, covid e della guerra in Ucraina.
Sonia Strukul:scrivono di te a proposito del ciclo di opere che ricorre da tempo generation beyond “ l’ obbiettivo di Marchesini è quello di riportare sulla tela, le sfide che la psiche deve affrontare per maturare e cogliere l’ essenza della realtà”. Il titolo della mostra in corso a Roma Beyond peyche alla Galleria Sacripante la parola beyond che letteralmente significa al di là fa da filo conduttore, vorrei che mi parlassi del tuo “al di là” ?
Andrea Marchesini:Il mio “al di là” non è una configurazione geografica ma la considerazione di quella realtà che percepiamo attraverso la relatività della percezione sensoriale e del potenziale razionale. La “fisica dei quanti” dimostra che ogni sperimentatore è coinvolto nell’esperienza i cui risultati restano soggettivi, modificabili; inoltre il processo di conoscenza è condizionato da una serie di fattori come, ubicazione geografica, etnica, storica e, oggi, influenza commerciale-pubblicitaria che si infiltra nella psiche con strumenti raffinati. Va da sè che non esiste alcun orientamento assoluto e che si afferma una progressiva alienazione dovuta a fattori esterni. Constatare questo pone un limite ma crea una libertà totale. L’oltre diviene per me una continua ricerca di quel punto di equilibrio sempre mutevole che diviene il passaggio per approdare forse dove tutto è già avvenuto, dove la metamorfosi si è realizzata e un nuovo “eden” è stato raggiunto.
Sonia Strukul:leggendo la tua biografia ho avuto la conferma che sei un artista di respiro internazionale, questo lo avevo già percepito guardando i tuoi lavori, c’è una libertà nella composizione che è difficile trovare nel panorama nazionale. Io mi trovo d ‘accordo con Giovanna Grossato quando ti accosta a quegli artisti che hanno fatto la storia in quegli anni ottanta brevi ma intensi a New York, mi riferisco a Keith Haring e a Jean Michel Basquiat, in quegli anni ci fu un ritorno alla pittura recuperando simboli e significati ancestrali. Ecco che beyond mi suggerisce che la tua pittura è il dopo …Ne sei consapevole, senti che può essere una lettura che ti appartiene?
Andrea Marchesini:considero la mia espressione artistica una “ripartenza” che tiene conto della instabilità dei codici finora seguiti e che sperimenta nuove modalità alla ricerca di un punto di equilibrio che ricrei, sia pure transitoriamente, orizzonti più certi.
Sonia Strukul:alla luce di questi due anni trascorsi, con il covid che ci ha tenuti sotto scacco e ora gli ultimi avvenimenti, la guerra in Ucraina, una situazione inaspettata che sta travolgendo tutto e tutti. Quale è il tuo pensiero a riguardo, come è cambiato il tuo lavoro se lo è. Come artista senti che il tuo contributo può essere importante, come il mondo dell’ arte può rispondere , e se è tenuto a farlo, oppure solo il fatto di continuare la propria ricerca è una risposta?
Andrea Marchesini:penso che l’artista debba sempre seguire un suo percorso perché, sapendone leggere l’opera, si arriva a comprenderne il pensiero.
Come diceva Eco l’artista esprime attraverso il suo lavoro una visione del mondo della propria epoca, che in questo periodo storico si adatta alla caduta del determinismo nella scienza e nella filosofia. Il mio pensiero non cambia a seconda degli avvenimenti storici ma direi che segue una sua evoluzione costantemente alla ricerca di sempre nuovi punti di equilibrio che diventano portali per l’oltre. Continui flussi di coscienza e barlumi illuminanti che si ricombinano in un unico puzzle attraverso il pensiero creando un concetto di libertà in divenire. Un divenire che da statico si trasforma in dinamico non tenendo conto solo della componente spazio ma anche di quella tempo. Ritengo che questa dinamicità nel cercare sempre nuovi punti di equilibrio debba riflettersi anche in ambito politico, sociale e morale.
Andrea celebra il “ritorno alla pittura”che ebbe inizio in America negli anni ottanta, che poi dilagò in tutto il mondo dando nuova linfa alla pittura figurativa che nei due decenni precedenti era stata bandita, dichiarata morta. Nascono in quegli anni nuovi stili espressivi, il grafitismo e la Street-Art. In Italia nasce la Transavanguardia di Bonito Oliva con Sandro Chia , Cucchi,Clemente e gli altri. In Francia la Nouvelle Figuration con in testa il pittore Gerard Garouste che in quegli anni esegue dei dipinti per il Palazzo dell’ Eliseo, questo ad indicare come il ritorno pittura avesse fatto il suo ingresso trionfale. Il tempo è passato, ma nella raffinata e colta pittura di Marchesini si avvertono i conflitti che animarono quella breve ma intensa stagione newiorkese che solo a distanza di quarant’ anni è stata metabolizzata, e come “il fare pittura” intesa come artigianalità sia ora più che mai un valore aggiunto.
https://www.andrea-marchesini.it/
Redazione Radici