Un re schiavo della lussuria che portò la Francia alla rovina mentre si lasciava dominare dalla sua sola passione, tra depravazioni di ogni tipo e la complicità di amanti come madame de Pompadour, pronte a procacciargli bambine e ragazze: è il ritratto che emerge da “Luigi XV, un regno nel segno della libidine”, edito da il Nuovo Melangolo, l’ultima fatica di Claudio Guidi, giornalista-saggista abruzzese residente in Germania autore di sei volumi sull’Illuminismo francese.
L’occasione persa di M.me de Châteauroux
L’unica in grado di salvare il suo regno e probabilmente anche l’Ancien Régime avrebbe potuto essere la sua prima favorita, Mme de Châteauroux, dotata di un profondo senso della giustizia sociale e di una forte volontà di attuare le riforme necessarie, ma muore avvelenata. Le subentra la favorita più famosa, Mme de Pompadour, che il Delfino e le sorelle chiamano con disprezzo ‘maman putain’ e che per vent’anni sarà il vero re di Francia.
Le giovinette del Parc-auxCerfs
Quando la leucorrea di cui soffre non le consente più di allietare le notti del sovrano, la Pompadour per evitare di farsi estromettere da una nuova venuta si dedicherà a un’intensa attività di ruffiana, trasformandosi in una spregiudicata procacciatrice di ragazze poco più che bambine, destinate a sacrificare la loro verginità. Inizia il periodo obbrobrioso del Parc-aux-Cerfs, l’edificio situato accanto alla reggia di Versailles, nel quale transiterà almeno un centinaio di giovinette prese dal popolo, non di rado messe incinte e fatte poi sposare in cambio di molto denaro al primo disposto a chiudere gli occhi pur di arricchirsi. Le altre vengono spedite in convento dopo che si sono viste strappare i figli avuti dal regale amante.
“Incapace di governare”
Per giudizio unanime molto bello e anche di animo buono, il pronipote del Re Sole è intelligente, colto, con una sincera passione per le scienze, in particolare l’astronomia, ma timido, malinconico, introverso, irresoluto e indolente. Il cancelliere austriaco Kaunitz, che da ambasciatore a Parigi l’ha conosciuto bene, lo definisce “depresso e apatico”, “incapace di applicazione, tutto volto a dividere il suo tempo tra la caccia e i piaceri, il re non ha la più pallida idea di cosa significhi governare”.
M.e de Barry e la fine
Dopo la morte della Pompadour, il re raccatta dai marciapiedi di Parigi una giovane e bellissima prostituta dal cuore d’oro, Mme du Barry, la ‘catin du roi’, la zoccola del re, che gli allieta gli ultimi anni facendogli provare ebbrezze sessuali sconosciute, con nuove pratiche e posizioni.
Quando Luigi XV muore nel 1774 all’età di 64 anni, il suo feretro deve essere trasportato alla chetichella nella chiesa di Saint Denis per sottrarlo agli insulti della folla parigina inferocita. Lascia dietro di sé una Francia che è l’ombra della potenza europea presa in mano al momento di salire sul trono. La decisione scellerata di Mme de Pompadour di allearsi all’Austria e dichiarare guerra alla Prussia le ha assestato il colpo di grazia dal quale non si rialzerà più. AGI