Via libera all’election day, il 12 giugno, per le elezioni amministrative e i cinque referendum sulla giustizia. Il Consiglio dei Ministri ha deciso stamane che i referendum e il primo turno delle elezioni comunali si terranno il 12 giugno, mentre i ballottaggi delle comunali si svolgeranno il 26 giugno.
Per le sole elezioni amministrative saranno chiamati al voto 8 milioni e mezzo di abitanti; i comuni in cui si rinnova il sindaco saranno 982, di cui 22 capoluoghi di provincia (tra cui Alessandria, Belluno, Como, La Spezia, Lucca, Messina, Monza, Oristano, Padova, Parma, Taranto e Verona) e 4 capoluoghi di Regione (Genova, Palermo, L’Aquila e Catanzaro).
I quesiti referendari promossi dai radicali e dalla Lega e ammessi dalla Corte costituzionale a febbraio sono cinque: la riforma del Csm, l’abolizione della legge Severino, i limiti agli abusi della custodia cautelare, la separazione delle funzioni dei magistrati e la loro equa valutazione.
L’election day era stato chiesto da Lega e FI, a cui si erano uniti tutti i partiti. Il 22 febbraio la Camera aveva approvato quasi all’unanimità un ordine del giorno della Lega in tal senso. Tre i principali motivi della richiesta dell’accorpamento di più votazioni: evitare la doppia chiusura delle scuole, aiutare il raggiungimento del quorum per i referendum (che sono validi solo se si recano alle urne il 50% più uno degli aventi diritto), il risparmio delle spese amministrative per i seggi.
La decisione del Consiglio dei ministri è stata applaudita da Matteo Salvini, primo a proporre l’accorpamento: “Sono contento perché hanno ascoltato la richiesta della Lega, si vota insieme per i sindaci e per i referendum sulla giustizia, si risparmiano 200 milioni”.
“C’era chi voleva votare in date semparate, il 12 giugno si voteranno i sindaci in più di mille comuni, saranno milioni di italiani che potranno votare anche per i cinque referendum sulla giustizia. L’election day comporta un risparmio di tempo e di soldi, chiederemo che vengano usati per tagliare ancora i costi di bollette benzina” afferma il leader della Lega.
Anche il M5s ha dichiarato la sua soddisfazione per una scelta che “consentirà di evitare di ritornare alle urne in più occasioni”. Vittoria Baldino, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari costituzionali alla Camera ha avanzato però anche altre richieste che definisce prioritarie: “dare la possibilità di esercitare il diritto al voto anche per i fuori sede, il voto elettronico e, soprattutto, portare avanti l’iter della legge elettorale” che “prevede un modello proporzionale con sbarramento al 5 per cento, l’unico in grado di garantire una vera rappresentanza dei cittadini”.