Putin firma la legge sul pagamento in rubli per i “Paesi ostili”
Londra: “Neanche per idea”. Francia e Germania: “No al ricatto”. Draghi: “Inaccettabile”. Il presidente della Russia in televisione: “C’è una guerra economica contro di noi”. E attacca la politica di Washington
L’annunciato ritiro russo dalle aree di Kiev e Chernihiv non avrebbe fermato i bombardamenti sulle due città, secondo le autorità ucraine, e la riorganizzazione delle forze di Mosca appare orientato a sferrare il colpo finale nel Donbass e impadronirsi di tutte le aree del Donetsk e del Lugansk che erano sotto il controllo ucraino.
Sul fronte diplomatico il ministro degli Esteri russi, Serghei Lavrov, ha espresso un bilancio positivo della trattativa in Turchia, definendo un “progresso enorme” il sì di Kiev alla neutralità e la sua constatazione che Donbass e Crimea sarebbero, ormai, “questioni chiuse”.
Il presidente russo, Vladimir Putin ha avuto due conversazioni telefoniche con i capi di governo di Germania e Italia, Olaf Scholz e Mario Draghi.
Oltre all’andamento dei negoziati con Kiev, al centro delle due telefonate c’è stata anche la questione delle forniture di gas, che il Cremlino vuole ora siano pagate in rubli.
La soluzione proposta da Putin, ha spiegato un portavoce di Scholz, è effettuare pagamenti in euro a Gazprombank, che poi provvederà a convertirli.