Scommettere sulle donne è un dovere
“Il giorno dell’insediamento nel 2021 queste le sue parole: “È una grande emozione per me tornare oggi qui in Bulgaria dove ho mosso i miei primi passi nella carriera diplomatica oltre vent’anni fa. Sarà un grande onore per me rappresentare, difendere e promuovere gli interessi dell’Italia e degli italiani in Bulgaria. E accrescere ancora di più la collaborazione e la profonda amicizia che legano storicamente i due Paesi”.
L’intervista
D. Il mestiere dell’ambasciatrice ha quel tocco in più quando si è anche donna? Cosa significa per lei oggi fare diplomazia?
R. Sono fermamente convinta della necessità di assicurare pari opportunità alle donne in tutte le carriere. Nella diplomazia negli ultimi anni c’è stato un grande impegno da parte dell’amministrazione e in particolare dell’attuale ministro, per promuovere le carriere femminili e coniugare impegno familiare e lavorativo. È sicuramente una carriera esigente, che chiede molto alla vita privata e alla pubblica, soprattutto quando si è all’estero ma anche quando si è a Roma. Noi lavoriamo duramente, non ci risparmiamo dal punto di vista personale ma facciamo anche un grande lavoro di squadra. Spesso diamo tanto del nostro privato alla carriera.
Assicurare pari opportunità è un dovere ed è un impegno opportuno e necessario per servire meglio il nostro Paese. Cosa significa poi essere donna in diplomazia? Significa anche portare una capacità e una sensibilità negoziale diversa, frutto di un vissuto e di un’ottica differenti che possono arricchire e aiutare a risolvere le difficoltà da una angolatura diversa.
D. Nel 2019 si è celebrato l’anniversario dei 140 anni delle relazioni diplomatiche fra Italia e Bulgaria. Gli eccellenti rapporti tra i due Paesi si contraddistinguono per una particolare amicizia e vicinanza, rese più solide anche da intense relazioni commerciali e dalla comune appartenenza all’Unione europea e alla Nato. La pandemia sembra aver cambiato lo sguardo sulla società. Sul Mondo. E, naturalmente, sulle istituzioni e lo Stato. Nel 2022, dopo due anni di pandemia cosa è cambiato nelle relazioni tra i due Paesi?
R. Italia e Bulgaria hanno sempre goduto di ottime relazioni politiche, economiche e culturali. Le quali, si sono arricchite e articolate ulteriormente dopo l’ingresso della Bulgaria nell’Unione europea e nella Nato. Io sono stata in Bulgaria dal ’94 al ’98 come prima sede all’estero e tornandoci dopo 22 anni ho potuto verificare il grande cambiamento che è intervenuto: grazie a questi due avvenimenti si può dire che la Bulgaria è tornata a far parte della grande famiglia europea.
Per quanto riguarda il mio arrivo, in piena pandemia, l’avvio di una missione diplomatica non è stato dei più semplici perché questa professione, soprattutto quando è bilaterale, è innanzitutto basata sulla capacità di creare una rete di contatti per poter capire al meglio il Paese e promuovere le relazioni bilaterali limitate dalle restrizioni in vigore. Adesso, con la progressiva eliminazione delle misure, stiamo velocemente riprendendo il livello delle relazioni precedenti. In particolare per quanto riguarda l’interscambio commerciale e culturale stiamo cominciando a promuovere eventi dal vivo e non solo online. Per esempio i corsi di lingua italiana stanno tornando in presenza.
L’italiano infatti è di grande interesse per la popolazione bulgara, non solo per la cultura e il patrimonio che veicolano, ma anche per tutto ciò che l’Italia rappresenta. Dal punto di vista prettamente politico, dopo l’incertezza dovuta al susseguirsi in Bulgaria di tre elezioni in un anno, vi è un nuovo Governo, insediatosi a metà dicembre, con un programma ambizioso e grande voglia di lavorare. Vedo un grande entusiasmo.
D.La cultura è un terreno privilegiato di cooperazione tra Italia e Bulgaria, anche sulla base del comune importante patrimonio artistico e architettonico. Nel 2019 le due città di Matera e Plovdiv sono state gemellate in qualità di Capitali europee della Cultura. I rapporti bilaterali sono molto vivaci e intensi con moltissimi eventi e scambi culturali tali che in questi giorni è stata da lei inaugurata la mostra “Il prezioso cammino di Dante. La Divina Commedia nei gioielli di Percossi Papi”. Ci illustra il progetto e la sua esegesi? Perché Percossi Papi?
R. Conosco Diego Percossi Papi da molti anni, grazie a due amiche bulgaro/italiane che vivevano a Roma. Diego è una personalità poliedrica, un uomo di cultura classica e rinascimentale, una grande fonte di ispirazione. I suoi gioielli nascono da un’ispirazione culturale, letteraria, da visioni o ricordi di viaggio, e lui è da sempre un artista di grande fascino. Ero solita il sabato mattina a Roma, durante le mie passeggiate per il centro storico, bussare sulle vetrine del suo atelier. Lui mi invitava a entrare per illustrarmi i disegni dei suoi gioielli.
In una di queste occasioni, qualche anno fa, mi mostrò dei disegni e mi disse che in vista delle celebrazioni per i 700 anni della morte di Dante nel 2021, stava pensando di creare un percorso di gioielleria ispirato ad alcuni passi della Divina Commedia. Mi mostrò un primo abbozzo degli occhi di Caronte e disse che stava pensando di fare questa esperienza con un museo privato a San Francisco. Poi con la pandemia tutto si è bloccato, incluso il progetto e si arenarono i contatti con il suo partner estero.
Quando sono arrivata in Bulgaria all’inizio del 2021, mi è venuto subito in mente questo progetto. La Galleria nazionale di Sofia ha aderito subito con grande interesse. Inizialmente avevamo concordato di presentarlo a novembre, nell’ipotesi di un superamento della pandemia dopo l’estate. Purtroppo non è stato così, e non sarebbe valsa la pena organizzare una mostra di tale bellezza e di tale impegno con dei numeri chiusi e restrizioni stringenti, non ne sarebbe valsa la pena. Abbiamo quindi deciso, con la Galleria nazionale di Sofia, di spostarlo a marzo e farlo coincidere con due date importanti per la promozione della cultura italiana: 23 Marzo, ossia l’Italian Design Day, e il 25 Marzo, il Giorno di Dante”.