L’Unione europea si aspetta “un impegno attivo” della Cina per porre fine alla guerra in Ucraina perché ormai “l’equidistanza non è sufficiente”.
I colloqui in videoconferenza sono cominciati questa mattina nella riunione con il primo ministro cinese, Li Keqiang, per poi proseguire nel pomeriggio con lo scambio con il presidente Xi Jinping. A rappresentare l’Ue, assieme a von der Leyen, c’erano il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell.
L’intero vertice è durato circa tre ore e il conflitto nell’Europa orientale è stato il filo rosso che unito le conversazioni tra i leader sui temi economici, della sicurezza internazionale e della cooperazione tra l’Ue e la Cina. “Resteremo vigili su qualsiasi tentativo di aiutare la Russia finanziariamente o militarmente”, è stato l’avvertimento di Michel nella conferenza stampa finale dei due presidenti europei.
“Qualsiasi tentativo di aggirare le sanzioni o fornire aiuti alla Russia prolungherebbe la guerra”, ha aggiunto Michel che ha poi ribadito la richiesta a Pechino affinché “aiuti a porre fine alla guerra in Ucraina”.
“La Cina non può chiudere gli occhi sulla violazione del diritto internazionale da parte della Russia”, ha sottolineato il numero uno del Consiglio europeo facendo riferimento ai principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. Xi Jinping, nel corso dell’incontro, ha invece auspicato che l’Unione europea sviluppi “una politica indipendente” verso la Cina e collabori con Pechino per lo sviluppo delle relazioni a lungo termine.
“La Cina si oppone a una guerra fredda o calda, alla divisione in blocchi e a scelte di parte nella guerra in Ucraina”, è stato il messaggio del primo ministro cinese, Li Keqiang, nel suo intervento indirizzato alle controparti europee.
Nel corso del vertice, hanno riferito fonti Ue, i cinesi avrebbero però garantito che “giocheranno il loro ruolo” nei confronti della Russia nel complicato scenario ucraino.
In particolare, i rappresentanti del governo di Pechino si sarebbero mostrati molto sensibili al tema delle relazioni economiche con l’Ue, un ‘tesoro’ che per la Cina vale 472 miliardi di euro in esportazioni di beni, mentre per l’Ue ‘solo’ 223 miliardi, secondo i dati commerciali del 2021.
Uno scambio totale da quasi 2 miliardi di euro al giorno che nessuno dei due big del commercio mondiale vuole compromettere, ma che l’Ue ha usato come strumento di pressione sul governo cinese nella speranza di convincere Pechino non solo a restare fuori dal conflitto, ma anche ad impegnarsi per risolverlo.
“Un prolungamento della guerra, e delle perturbazioni che porta all’economia mondiale, non sono nell’interesse di nessuno, di certo non in quello della Cina”, ha ribadito von der Leyen in conferenza stampa.
E in risposta all’eventuale aiuto di Pechino l’Ue è pronta ad offrire qualcosa in cambio. “Possiamo collaborare nella lotta contro il Covid-19”, ha detto von der Leyen ricordando che “Omicron sta colpendo duramente la Cina. Il 30% della sua economia e il 25% della sua popolazione sono in lockdown in questo momento”, ha evidenziato la presidente davanti ai giornalisti. Inoltre, ha aggiunto Michel, l’eventuale collaborazione cinese alla fine del conflitto “sarebbe accolta con favore da tutti gli europei e dalla comunità globale”.
Un tornaconto in termini di reputazione al quale si potrebbero aggiungere progressi più concreti nelle relazioni con l’Ue, come la ratifica del Cai, l’Accordo globale sugli investimenti, raggiunto il 30 dicembre 2020, ma poi ‘congelato’ per via delle tensioni tra Bruxelles e Pechino.
Oltre ai temi economici, geopolitici e della lotta al Covid, nel vertice si è parlato anche degli argomenti meno graditi dall’amministrazione di Pechino.
“La Cina deve fermare le sue misure commerciali ingiustificate contro la Lituania, che violano le regole del Wto e perturbano il mercato interno dell’Ue”, ha sostenuto von der Leyen facendo riferimento al braccio di ferro iniziato dopo l’apertura dell’Ufficio di rappresentanza di Taiwan nella capitale lituana Vilnius.
Pechino, ha aggiunto la presidente, “deve anche revocare le sanzioni contro i membri del Parlamento europeo”, introdotte un anno fa dopo la condanna di Strasburgo delle violazioni dei diritti umani contro la minoranza musulmana uigura nella regione dello Xinjiang. Xi Jinping ha invece rivolto un appello alla cooperazione perché “i fatti hanno dimostrato che la Cina e l’Ue condividono ampi interessi comuni”.
“Solo la cooperazione e il coordinamento possono risolvere problemi e affrontare sfide”, ha aggiunto nel corso dei colloqui sottolineando anche “un ruolo costruttivo” tra i due partner commerciali che funga da “fattore stabilizzante nella turbolenta situazione mondiale”. AGI