A fine tournée dove andremo?

A fine tournée dove andremo?

Di Luca Donigaglia

FERRARA – Un tour in Italia improvvisato, come conseguenza della ‘fuga’ dal loro paese in guerra. Nasce così il tour che alcuni ballerini ucraini stanno portando avanti nel nostro Paese e che stasera li vede esibirsi a Ferrara, sul palco del teatro comunale con il balletto romantico Giselle. Non è una unica compagnia ad esibirsi, sono circa una cinquantina di artisti che provengono dalle più importanti e prestigiose realtà di ballo in Ucraina e che si sono ritrovati ‘uniti’ in questo terribile frangente. Ai primi ballerini arrivati se ne sono aggiunti man mano altri. E grazie alla disponibilità di alcuni teatri italiani (come quelli di Ferrara, che hanno risposto all’appello) hanno messo in piedi un tour estemporaneo fino alla fine di aprile: l’ultimo spettacolo sarà al teatro Bellini di Napoli il 25 aprile. E dopo?

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OLGA, LA BALLERINA SOLISTA

Durante le prime due settimane di guerra, “ho dormito con mio figlio in bagno” nella casa di Kiev. Poi, sotto ai bombardamenti, ha scelto di fuggire in Germania, a Francoforte, con il suo bambino, di 11 anni, che “continua a studiare danza in video, via Dad”. Tuttavia, i suoi genitori sono ancora in Ucraina e non vogliono sapere di andarsene. Lei sta cercando di convincerli, anche perché la madre ha bisogno di cure, che nel suo paese oggi non può trovare, ma intanto questa sera ballerà al Teatro comunale di Ferrara. È la storia di Olga Golitsya, étoile dell’Opera Nazionale dell’Ucraina, attesa come solista al teatro “Claudio Abbado” per il balletto romantico Giselle (dalle 20.30). Insieme con Iurii Kekalo, a sua volta atteso oggi sul palco di Ferrara, e i ballerini dell’Ukrainian Classical Ballet, Golitsya era in tour in Francia al momento dello scoppio della guerra, mentre in questi ultimi giorni è stata ospitata in Polonia. Non è stato facile uscire indenni dall’Ucraina, visto che alcune bombe sono esplose a pochi metri dai furgoni con i materiali di scena, ma in un qualche modo il viaggio è partito.

IL DIRETTORE DEL CORPO DI BALLO VIENE DA BUCHA

Ivan Zhuravlev, il direttore del corpo di ballo, è invece padre di una bimba di sei mesi e originario di Bucha, la città al centro della cronaca delle ultime ore sul caso delle torture: dice soltanto “non so come sia ridotta la mia casa”. Entrambi oggi si esibiranno per la prima volta al teatro Abbado, dove il 9 aprile si ‘replica’ con Il lago dei cigni (sempre alle 20.30).

NEL GRUPPO CI SONO GIÀ 50 BALLERINI

Il tour italiano non era in programma e ai ballerini del gruppo iniziale, via via, se ne sono aggiunti altri a loro volta in fuga. Il Teatro di Ferrara ha subito risposto all’appello di solidarietà e, grazie a una rete tra teatri, già altre 10 realtà italiane hanno dato la loro adesione per ospitare gli spettacoli del gruppo: diretto da Zhuravlev, riunisce per ora 50 ballerini e ballerine al vertice della danza classica ucraina, provenienti dai più prestigiosi teatri ed ensemble del paese. In particolare, dall’Opera Nazionale dell’Ucraina Teatro “Taras Shevchenko” di Kiev, dal Teatro dell’Opera e balletto di Odessa, dal Teatro Accademico di Kharkiv e dall’Opera Nazionale di Leopoli. La compagnia, dunque, sarà ospitata ora per diversi giorni nella città estense.

“ABBIAMO BISOGNO DI LAVORARE PER SOSTENERE LE NOSTRE FAMIGLIE”

Spiega Natalia Iordanov, responsabile della tournée in Europa: “Vogliamo la pace, non la guerra, e abbiamo bisogno lavorare in questo momento per sostenere le nostre famiglie e i nostri bambini, usciti di casa con uno zainetto senza avere futuro. Solo grazie agli sponsor (varie aziende medie o piccole, ndr) che ci danno vitto e alloggio nelle città dove andiamo, riusciamo a sostenere alla fine le spese di viaggi e trasporti.

“DOPO IL 25 APRILE NON SAPPIAMO DOVE ANDARE”

Scandisce Iordanov ancora: “Non chiediamo niente gratis, non siamo abituati così. Dopo il 25 aprile, la data del nostro ultimo spettacolo al teatro Bellini di Napoli, non sappiamo ancora dove andare“. Kekalo, da parte sua, conferma che “questa tournée non era pianificata, non siamo certo abituati a organizzare tutto così in fretta: pensate che avevamo programmi già per il 2025…. ma è un bene poter continuare a far sentire la nostra voce, e quella del nostro paese, tramite la danza“.

“MOLTI PAESI CI HANNO OFFERTO ASILO”

Aggiunge Zhuravlev: “Quando è scoppiata la guerra eravamo in tournée in Europa, al nostro corpo si sono uniti molti altri ballerini. Alcuni ragazzi hanno trovato alloggio da amici, da persone con cui collaboriamo da molti anni. È stato difficile anche raggruppare un corpo di ballo, riunirlo in un posto, lavorare e allenarsi, per poi venire in Italia. Molti paesi ci hanno offerto asilo, Francia, Germania e Spagna in particolare, ma ora vogliamo continuare la nostra tournée in Italia. Altri ballerini sono ancora bloccati in Ucraina, in realtà non vogliono uscire- spiega il direttore del corpo di ballo- perché sperano che la guerra finisca domani…”.

“ALCUNI ARTISTI SONO DOVUTI RIENTRARE IN UCRAINA PER COMBATTERE”

Sottolinea il direttore artistico Marcello Corvino: “Diamo agli artisti ucraini la possibilità di continuare a svolgere il proprio lavoro. Loro, ucraini, balleranno sulle note di Ciaikovski. Ma del resto- puntualizza Corvino- il signor Putin non rappresenta la cultura russa, che è patrimonio dell’umanità. Non cadremo nell’errore di confondere la bellezza e la meraviglia che esprime un popolo con un dittatore sanguinario. Ciaikovski e Puškin sono l’espressione più geniale del balletto del ‘900″. Conclude il direttore artistico: “Ora, riusciamo a offrire questi due meravigliosi balletti ma non solo, perché il 5 maggio un’altra compagnia ucraina– annuncia Corvino- porterà Alice in Wonderland nonostante diversi artisti siano dovuti ornare in patria per combattere, e quindi c’è stato un problema di organico”.

Redazione Radici

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