Il cda di Twitter ha detto sì: il social che cinguetta passa a Elon Musk in un’operazione da 44 miliardi di dollari. Dopo una nottata di febbrili trattative la società ha accettato l’offerta da 54,20 dollari per azione presentata dal ceo di Tesla.
“La transazione proposta fornirà un sostanziale premio in contanti e crediamo rappresenti il miglior percorso per gli azionisti di Twitter”, ha fatto sapere il presidente Bret Taylor. Un disco verde unanime, che ha radicalmente mutato gli scenari dopo l’iniziale no del cda all’offerta di Musk. Sotto la minaccia di un’Opa ostile, i vertici del social hanno capito che la battaglia contro il visionario imprenditore 50enne era ormai persa.
Esulta Musk. “La libertà di parola è il fondamento di una democrazia funzionante e Twitter è la piazza digitale dove vengono dibattuti argomenti vitali per il futuro dell’umanità”, ha sottolineato in una nota.
Il ceo di Telsa ha anche chiesto a tutti gli utenti di non abbandonare il social, sebbene il 100% del capitale sia ora in mano a un soggetto privato. “Spero che anche i miei critici peggiori rimangano su Twitter, perché questo è ciò che significa libertà di parola”, ha affermato Musk.
Chi per ora non ha alcuna intenzione di rientrare sulla piattaforma è l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, bandito da Twitter in seguito all’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Parlando in esclusiva a Fox News, il tycoon ha detto che l’acquisizione di Musk sarà uno sviluppo positivo, ma che rimarrà con la sua piattaforma, Truth Social.
“Non andrò su Twitter, rimarrò su Truth“, ha reso noto. “Spero che Elon acquisti Twitter perché lo migliorerà ed è un brav’uomo, ma rimarrò su Truth”. Trump ha aggiunto che si unirà in maniera formale a Truth Social e comincerà a utilizzarlo “entro i prossimi sette giorni”.
L’operazione solleva però qualche domanda alla Casa Bianca. La portavoce Jen Psaki non ha voluto commentare “alcuna transazione specifica”, ma non ha mancato di ricordare che il presidente Joe Biden ha a più riprese avvertito dei rischi collegati allo strapotere dei social. “Non importa chi possiede o gestisce Twitter: il presidente è da tempo preoccupato per il potere delle grandi piattaforme di social media“, ha affermato.
Dal punto di vista del finanziamento dell’operazione, in un file depositato alla Sec la scorsa settimana Musk ha chiarito di aver avuto accesso a una linea di credito da 13 miliardi di dollari da un consorzio guidato da Morgan Stanley e che altri 12,5 miliardi di prestito arriveranno dallo stesso istituto. Ulteriori 21 miliardi verranno invece direttamente dalle sue fortune personali.
L’operazione sarà condotta attraverso un’entita finanziaria interamente controllata da Musk. Finisce così l’epoca di Twitter come public company, iniziata nel 2013 con l’Ipo a Wall Street. Si apre invece una nuova era dai contorni ancora poco chiari. Il ceo di Tesla ha più volte ripetuto che intende “trasformare” la piattaforma, promuovendo maggiore libertà di parola e concedendo agli utenti più controllo sui tweet che intendono visualizzare.
Ma come sarà raggiunto l’obiettivo non è chiaro. E una Twitter privata rischia di essere più libera di agire e meno soggetta ai controlli di investitori e regolatori pubblici. Quali saranno le scelte di Musk resta per ora la domanda dai contorni più oscuri. AGI