Sia il cancelliere Olaf Scholz che la ministra agli Esteri Annalena Baerbock nei giorni scorsi hanno ribadito più volte che la Germania non avrebbe inviato “armi letali”. Dopo le critiche, quella degli elmetti è parsa una toppa che ha finito per peggiorare le cose.
Sconcertate le reazioni da Kiev. “Cinquemila elmetti? È chiaramente una barzelletta”, ha detto alla Bild il sindaco della capitale ucraina, Vitali Klitschko. “Il comportamento del governo tedesco mi lascia senza parole”, ha aggiunto l’ex campione di boxe.
“La ministra alla Difesa – ha sottolineato Klitschko – evidentemente non ha capito che qui abbiamo di fronte l’armata russa perfettamente equipaggiata, che può iniziare l’invasione dell’Ucraina in qualsiasi momento. E poi cosa vuole mandare la Germania per sostenerci: cuscini da letto?”.
Anche in ambienti militari ucraini, riferisce sempre il tabloid tedesco, si reagisce “scuotendo la testa”: è vero, Kiev lo scorso 19 gennaio aveva chiesto 100 mila elmetti da combattimenti e giubbotti antiproiettili, ed “i cinquemila elmetti sono un buon inizio, ma alla fine è solo un granello di sabbia nel deserto”.
Parla di un “semplice gesto simbolico” pure l’ambasciatore ucraino a Berlino, Andrij Melnyk, aggiungendo che l’Ucraina “si attende una svolta a 180 gradi da parte del governo tedesco, un vero e proprio cambio di paradigma”.
Sul fronte interno la vicenda sta diventando altrettanto difficile per il governo Scholz, già da tempo nel mirino per una posizione considerata troppo “dialogante” nei confronti di Mosca. “Con l’invio di cinquemila elmetti, l’esecutivo rende il tutto ancor più difficile per sé e per la Germania. È imbarazzante esprimere la dimensione di questa crisi attraverso elmetti militari”, attacca l’ex presidente della Commissione esteri del Bundestag, il cristiano-democratico Norbert Roettgen.
Ancora più duro Stefan Mueller della Csu: “Questo governo è un fallimento totale nella politica estera e di sicurezza. Solidarietà e responsabilità hanno un aspetto diverso. Come tedesco, ci si può solo vergognare”. Non finisce qui: di “un grande errore” parla il ministro alla Difesa della Lettonia, Artis Pabrikis, secondo il quale la Germania “non sa più cosa voglia dire deterrenza”.
A Berlino si fa notare che il sostegno a favore dell’Ucraina non si ferma certo agli elmetti. La stessa ministra Lambrecht ha ricordato che la Germania ha già realizzato aiuti pari a 1,8 miliardi di euro nell’ambito della cooperazione, mentre a febbraio un certo numero di eurofighter tedeschi verranno dislocati in Romania per contribuire alla protezione dello spazio aereo dell’Alleanza atlantica nel quadrante dell’Europa orientale.
In più, la Germania contribuirà fino al 2024 con 13.600 soldati alla “Nato Response Force”: si tratta di un aumento del 70% rispetto a tre anni fa. Per quanto riguarda il tema delicato di Nord Stream 2, Scholz è tornato più volte ad assicurare che l’Ucraina rimarrà “territorio di transito” per il gas russo anche se la pipeline costruita per moltiplicare il flusso di gas dalla Russia verso la Germania effettivamente entrerà in funzione. Ma intanto il coro delle critiche non accenna a scemare: è sempre la Bild a segnalare che “attualmente non è dato conoscere se si tratti di elmetti nuovi o di vecchie rimanenze della Bundeswehr”. AGI