Pasolini :l’esercizio della ragione e del dovere
L’incontro si aprirà con i saluti di Stefano Campagnolo, Direttore della Biblioteca nazionale centrale di Roma; Gino Ruozzi, Presidente dell’AdI – Associazione degli Italianisti – Università di Bologna; Rosa Giulio, Responsabile della Sezione di Italianistica, Università di Salerno; Niculita Doinita Steluta, Edisud Salerno e Carlo Santoli, Direttore di “Sinestesie”, Università di Salerno.
Quindi, introdotti e moderati da Rino Caputo, Presidente del Comitato Scientifico Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini Università di Roma “Tor Vergata”, interverranno Maura Locantore, Segretaria del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini Université de Poitiers; e Angelo Fàvaro, Università di Roma “Tor Vergata”.
Le conclusioni saranno affidate all’autore, Alberto Granese, Università di Salerno.
In “Pasolini. L’esercizio della ragione e del dovere”, Alberto Granese, pone al centro di un rigoroso discorso critico le basi reali su cui poggiano la “vera” sostanza etica di Pasolini e la sua autentica statura artistico-culturale, tali da giustificarne l’ineliminabile presenza nella modernità letteraria italiana.
Dal ritmo rapido dei tagli esegetici essenziali, in forma di strutture organiche e compatte, senza indulgere a ripetitivi schemi biografici e a scolastiche ripartizioni di generi, emergono l’idea centrale del Cristo-Testo nell’«Eschaton» della Montagna, sorprendentemente collegata alla fascinazione del caos originario, e la fondamentale intuizione dell’insospettato intreccio della rivoluzione nella rivoluzione, dell’attualità del messaggio inattuale di San Paolo con la ‘presa di posizione’ degli scritti “corsari” e “luterani” contro le violenze del Potere e le figure diaboliche della sua tolleranza repressiva.
Di qui l’aperto spaziare, attraverso le pareti ‘porose’ del tempo, le rifrazioni e le costruzioni dell’Arcaico, tutte sentite come ineliminabili e paradossalmente contemporanee, dai Riti ai Miti in direzione degli Archetipi, fino a quelle che Granese chiama le «Radici» del «Poeta delle “Ceneri”»: prima, Dante, in cui la concezione della “doppia natura” del poema è decisiva per comprendere il motivo della duplicità e dello sdoppiamento, fondamentali in tutta l’opera pasoliniana; poi, Gramsci, contraddittoriamente attraversato in un serrato raffronto su alcuni snodi concettuali decisivi.
Questa diversa ricostruzione identitaria restituisce soprattutto alle nuovissime generazioni la variegata, ma solida fisionomia di un irripetibile idealtipo di intellettuale e di un artista geniale che può ancora parlare al nostro tempo.