Quasi un secolo fa insegnava clandestinamente la lingua tedesca, bandita dal regime fascista, ai bambini sudtirolesi tra le allora sperdute e contese vallate dell’Alto Adige. Era nata sotto l’Austria e ora ha chiesto di ridiventare cittadina austriaca. Lei si chiama Hermine Aloisia Mair, 103 anni, ed è l’ultima maestra vivente delle ‘Katakombenschulen’, le ‘scuole nelle catacombe’. “Sono nata austriaca e voglio morire austriaca”, è da sempre il suo credo.
Vienna, però, ha già risposto con un primo secco ‘nein’ (‘no’) ma lei non ci sta e ha presentato ricorso. Il tema della cittadinanza austriaca, ovvero del doppio passaporto ai cittadini di madrelingua tedesca che vivono nell’odierno Alto Adige-Sudtirol sta conoscendo un momento di ‘pausa’ ma tutt’altro sopito dai tanti nostalgici.
Hermine Aloisia è nata il 23 aprile del 1919 a Cortaccia sulla Strada del Vino, paesino della Bassa Atesina che in quella primavera era ancora sotto il grande Tirolo dell’autoproclamata Repubblica dell’Austria tedesca. Il 10 settembre successivo con il Trattato di Saint-Germain, l’Alto Adige venne consegnato all’Italia. Successivamente iniziò una rapida italianizzazione del territorio altoatesino, la lingua tedesca venne sospesa e bandita dalla vita quotidiana.
Il mondo tedesco, da parte sua, iniziò a riorganizzarsi, segretamente. Iniziò il progetto delle ‘scuole nelle catacombe’, per il regime illegali e clandestine, mentre per i sudtirolesi, quindi anche per la maestra Hermine, il mantenimento e la difesa della propria identità e cultura. In sostanza era un continuo ‘gioco a nascondersi’ tra masi, stalle e cantine con il rischio di essere scoperti da un momento all’altro: insegnare la lingua tedesca era vietato.
Hermine Aloisia ritornò a lavorare regolarmente come insegnante solo dopo la Seconda guerra mondiale quando vennero posti i primi pilastri dell’autonomia dell’Alto Adige.
La maestra si sposa con il signor Orian, diventa mamma di due figli, nonna e bisnonna, ora vive a Scena sopra la città di Merano. A sostenere il desiderio di Hermine Aloisia Orian è l’associazione patriottica austrica ‘Andreas-Hofer-Bund Tirol’ (AHBT) che ha interessato il ministero dell’Interno, il cancelliere, nonché il presidente federale Alexander Van der Bellen.
Come ha riferito il presidente dell’AHBT, Alois Wechselberger, il governo di Vienna non ha intenzione di intervenire e anche dall’entourage di Van der Bellen fanno capire che “per motivi costituzionali non può intervenire sulla vicenda”.
Il portavoce per le questioni dell’Alto Adige nel Consiglio nazionale austriaco, Peter Wurm della FPOe, sostiene che “è inaccettabile che alle persone che fanno parte del nostro popolo e del nostro Paese da secoli sia negata l’opportunità di entrare in contatto con la propria patria con un passaporto”.
L’esponente della destra austriaco ha aggiunto, “spero vivamente che saremo in grado di esaudire il desiderio ma in realtà questo sarebbe dovuto già accadere perché c’è ancora una decisione a maggioranza del Consiglio nazionale dell’autunno 2019, che incarica il governo di abilitare la doppia cittadinanza per gli altoatesini”. agi