Piazza Tienanmen
Fu il 13 maggio 1989 che a Pechino, in Cina, le manifestazioni di protesta contro il regime, iniziate un mese prima dopo la morte del leader riformista Hu Yaobang, iniziarono ad intensificarsi.
Duemila studenti scesero in piazza Tienanmen accusando il Partito di corruzione e chiedendo apertamente il riconoscimento del loro movimento e l’inizio di un confronto democratico. Alcuni studenti iniziarono uno sciopero della fame e in piazza venne innalzata una statua, fatta di cartapesta e polistirolo, chiamata “Dea della Democrazia”.
La protesta, che non accennava a spegnersi, cominciava ad ottenere il favore dell’opinione pubblica e il Partito decise così di istituire la legge marziale dando l’ordine all’esercito di intervenire per soffocare la rivolta.
Le cifre del massacro che la repressione causò sono ancora incerte ma quei giorni consegnarono alla Storia l’immagine – un ragazzo che da solo con il suo corpo impedisce l’accesso in piazza Tienanmen di una fila di carri armati – che è diventata un simbolo di lotta contro la tirannia e l’oppressione.