Il mondo slavo contemporaneo
Lo scenario dell’Europa Balcanica oggi
La fine del XX secolo è caratterizzata da una serie di trasformazioni sociali e politiche dell’Europa balcanica; trasformazioni che hanno contribuito a un cambiamento radicale dell’intero continente europeo. Da un punto di vista geografico hanno fatto la loro comparsa nuovi Stati, mentre altri hanno subito una profonda trasformazione, altri stati hanno preso parte all’Unione Europea, altri no. In questo scenario occupano un ruolo di primaria importanza vari paesi slavi, come la Slovenia, Slovacchia, Repubblica Ceca, e molti altri. Compaiono i nuovi Stati indipendenti, – le ex repubbliche sovietiche – tra cui l’Ucraina che dalla Crisi di Crimea e, successivamente, dalla Guerra del Donbass, ha formalizzato il ritiro dalla CSI (Comunità degli Stati Indipendenti) nel 2018.
Negli anni più recenti abbiamo visto una massiccia immigrazione proveniente dall’Europa balcanica, centro-orientale e orientale che favorito l’arrivo in Occidente di elementi slavi. Le tradizioni balcaniche e slave hanno fatto il loro ingresso nei paesi occidentali, favorendo per noi una sorta di familiarità. Tuttavia, nonostante i contatti con queste realtà così diverse – ma vicine – siano, ormai, all’ordine del giorno, non è sempre “facile” per gli occidentali comprendere il fascino di queste culture, che sempre di più provocano una profonda curiosità nei confronti del mondo slavo da parte occidentale.
La scarsa conoscenza
Non c’è dubbio che negli Stati occidentali sia diffusa una scarsissima conoscenza, per molti versi inesistente, nei confronti del mondo slavo. I manuali scolastici si soffermano, prevalentemente, sulla Russia contemporanea, tralasciando totalmente le epoche più remote come il periodo medioevale da cui ha origine l’affascinante storia dei popoli Slavi che fanno la loro comparsa fin dal VI nella regione pannonica. Inoltre, la conoscenza di altri paesi slavi è totalmente assente. Solo le guerre balcaniche e jugoslave hanno suscitato il nostro interesse, mentre il conflitto in Ucraina ha attirato la nostra attenzione solamente qualche mese fa.
Le minoranze slave in Italia
Le popolazioni slave occupano geograficamente un territorio assai esteso. Elementi slavi si trovano dalle regioni dell’Europa centrale e si estendono fin fuori i confini del continente. Agli estremi occidentali gli Slavi arrivano fino in Germania e all’Italia, dove possiamo trovare minoranze slave. Nella parte della Germania orientale vivono, per esempio, i Sorabi, ultimi resti delle popolazioni slave che vissero nella Germania orientale fin dall’Alto Medioevo.
Sull’arco alpino italiano sono presenti comunità slave che appartengono alla vicina Slovenia, mentre comunità serbe emigrarono nel corso del medioevo nell’Italia meridionale.
La presenza degli Slavi nella penisola italiana è attestata fin dal VII secolo, tuttavia queste fonti sono scarse e frammentate, di difficile ricostruzione.
Gli Slavi meridionali
Dalla dissoluzione della Federazione jugoslava (1991-92), le repubbliche hanno proclamato l’indipendenza. La frammentazione ha favorito la nascita di nuovi Stati, come la Bosnia, la Serbia e la Macedonia che confina con la Bulgaria. Il mondo slavo meridionale è caratterizzato al suo interno da affinità linguistiche e culturali e si relazione con paesi non slavi, come la Romania, l’Albania o l’Ungheria. Sono proprio la Romania e l’Ungheria ha dividere il mondo slavo meridionale da quello orientale, attuando, in questo modo, una linea di confine fin dal X secolo.
Gli Slavi occidentali
Se si supera il Danubio si arriva all’attuale Slovacchia che fino al XIX secolo ha intrecciato la sua storia con quella della Cechia la cui capitale, Praga, tra il XIV e XV fu capitale del Sacro romano impero. Il mondo slavo, dunque, ha da sempre condivido la sua storia con quella dell’Occidente europeo, è un esempio il caso della Polonia mediante la quale il mondo slavo si interfaccia con popolazioni non slave, come i lituani.
La Cechia, Polonia e Slovacchia costituiscono, insieme alla minoranza serbo-lusaziana, la cosiddetta Slavia occidentale, che per lunghi secoli si è sviluppata all’interno dell’Occidente, ma di cui rappresenta il confine orientale. (Garzaniti, pp.25-27)
Gli Slavi orientali
La Slavia orientale è rappresentata dagli Stati indipendenti, le ex repubbliche sovietiche: Bielorussia, Ucraina e Russia. Tra questi Stati non esistono confini naturali e, tale assenza, ha determinato strette affinità linguistiche e culturali; tuttavia, storicamente, questi tre Stati sono costituiti essenzialmente da un unico popolo.
Bisogna, però, considerate le minoranze russe sparse all’estero, (nei paesi baltici e lituani) minoranze favorite dalla costituzione dell’URSS fino al suo collasso.
Identità nazionali
Nei singoli paesi, specialmente in quelli che hanno raggiunto recentemente la propria indipendenza nazionale, si è sviluppato un attendo sguardo sul passato, custodito gelosamente e portatore della propria identità nazionale. In questo scenario, scrittori e letterati, hanno avuto un ruolo di primaria importanza.
La comune appartenenza al mondo slavo è passata, però, in secondo piano e su di essa ha prevalso la costante e l’ansiosa ricerca di una propria identità.
La fratellanza dei popoli Slavi aveva trovato spazio durante il Secondo conflitto mondiale in opposizione all’elemento germanico, tuttavia, a partire dall’espulsione della Federazione jugoslava dall’Ufficio di Informazione dei partiti comunisti e laburisti (COMINFORM), questa fratellanza slava viene meno nonostante la storia comune indissolubile.
Questo processo gioca un ruolo fondamentale in Ucraina sottoposta ad un duro processo di russificazione, una russificazione che ha favorito la spinta di intellettuali impegnati nella ricostruzione di un passato distinto dalla Russia. (Garzaniti, p.35)
Un passato distinto dalla Russia è, però, impossibile se si considera la nascita del più antico stato slavo orientale, la Rus’ di Kiev, in cui è nato lo stesso popolo dei russi.