Spiragli di tregua nella guerra del grano
La Russia pronta a far riprendere il flusso del grano ma pone come condizione “la rimozione delle sanzioni e delle restrizioni alle esportazioni e alle transazioni”. Stoccata al presidente ucraino: “Ponendo condizioni, Zelensky ci fa dubitare della sincerità del suo desiderio di trovare una soluzione pacifica”
Il ministero della Difesa russo ha annunciato l’apertura di un corridoio umanitario per l’uscita in sicurezza delle navi straniere dal porto di Mariupol in direzione del Mar Nero. “Per l’uscita sicura delle navi straniere dal porto di Mariupol è stato organizzato dalle 8 un corridoio umanitario lungo 115 miglia e largo 2 miglia in direzione del Mar Nero”, ha annunciato Mikhail Mizintsev, capo del Centro di controllo della difesa nazionale russa.
“A seguito di una serie di misure adottate dalla Marina russa, il pericolo di mine nelle acque del porto di Mariupol è stato eliminato e si stanno adottando misure per ripristinare le infrastrutture portuali”, ha affermato. A suo dire, “in sei porti – Kherson, Nikolaev, Chernomorsk, Ochakov, Odessa e Yuzhny – 70 navi straniere provenienti da 16 Stati rimangono bloccate”.
L’ Ucraina tornerà ai colloqui con la Russia solo dopo che Mosca avrà restituito i territori conquistati dopo il 24 febbraio. Lo ha dichiarato il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, spiegando le sue condizioni per negoziati di pace in un’intervista alla testata giapponese NHK, rilanciata dall’agenzia Unian.
“Vogliamo riportare il nostro territorio ai confini pre-24 febbraio. Solo dopo potremo sederci al tavolo delle trattative”, ha detto Zelensky, aggiungendo che senza la liberazione dei territori ‘occupati’ dalle truppe russe in questi tre mesi di ostilità, i colloqui di cessate il fuoco con la Russia “saranno difficili”.
Il leader di Kiev ha ribadito che Donbass e Crimea sono ucraine ma ha ammesso che ora il compito principale e’ la liberazione dei territori occupati dopo il 24 febbraio, data di inizio dell’invasione delle truppe di Mosca.
AGI