Turismo e ricerca delle origini, i primi passi si muovono a scuola
L’unico museo del minatore del Sud Italia. Ecco cosa ha dato il via ad un percorso che ha portato l’Istituto di Istruzione Superiore “A. De Viti De Marco” di Casarano, in provincia di Lecce, a presentare il proprio progetto sul Turismo delle Radici, dal titolo “L’Italia fuori dall’Italia”, al V tavolo tecnico sul tema tenutosi a Milano il 26 maggio. “Si è trattato di un’esperienza straordinaria. Siamo stati invitati al tavolo tecnico in quanto unico istituto in Italia ad aver ideato e portato avanti un progetto legato al Turismo delle Radici già da tempo: questo ha suscitato interesse da parte del ministero degli Affari esteri”, racconta a 9Colonne la professoressa Maria Silvana Ciriolo, docente di Geografia economica e turistica nella scuola. Si tratta di un progetto che, spiega la professoressa, “è partito dalla presenza, in città, dell’unico museo del Minatore del sud Italia. Come scuola volevamo occuparci del tema dell’emigrazione italiana, dato che molti cittadini delle nostre zone sono partiti, in passato, per lavorare nelle miniere in Belgio”. Fortunato è stato l’ incontro con Marina Gabrieli, presidente dell’associazione Raiz Italiana e da poco coordinatrice nazionale del progetto sul Turismo delle Radici sostenuto dal Maeci: “Avevamo già un know-how rispetto ai temi turismo e migrazione. Dopo aver conosciuto il progetto sul Turismo delle Radici, abbiamo subito preso in considerazione la possibilità di ‘collegarci’ con le comunità italiane all’estero”.
Il progetto è partito ad ottobre e durerà fino ad aprile, per poi riprendere il prossimo anno scolastico con un nuovo nome: “Ogni anno cambiamo nome – spiega l’insegnante, aggiungendo che – l’anno scorso si chiamava Nostos”. Protagonisti sono proprio i ragazzi dell’Istituto, “impegnati in attività di ricerca dei documenti ed interviste. Uno degli alunni ad esempio, ha riportato la testimonianza video di suo nonno, di 96 anni, che era emigrato in Belgio e lì ha lavorato come minatore”. Grazie a queste ricerche, e all’aiuto di Marina Gabrieli, aggiunge la professoressa Ciriolo, “siamo riusciti anche a rintracciare, a Montevideo, i parenti di una ragazza della nostra zona, e ad organizzare con loro un incontro online, a cui si sono presentati in molti, contenti dell’attenzione a loro data”; grazie all’aiuto delle autorità locali sono stati anche rintracciati i documenti degli avi, partiti dal Salento anni fa. Lo scopo finale del progetto è quello di “formare degli operatori specializzati nel Turismo delle Radici”: grazie a questa attività di ricerca, è possibile creare infatti delle “simulazioni di viaggio”, che vengono ponderate “sulla base delle esigenze e delle aspettative che emergono una volta conosciute le famiglie all’estero”, facendo in modo che i futuri operatori turistici che usciranno dall’Istituto “siano capaci di creare viaggi personalizzati”. Non si tratta, in ogni caso di “un breve segmento formativo, o di un progetto con carattere di estemporaneità” aggiunge la dirigente dell’Istituto “A. De Viti De Marco” Rosaria De Marini: “Nella nostra scuola si è sviluppata un’esperienza pluriennale sul Turismo delle Radici” un tema che, ci tiene a specificare è ormai fortemente integrato nel nostro indirizzo dedicato al turismo, grazie anche a dei docenti che si sono specializzati sul tema e ad un approccio multidisciplinare”. “Non stiamo formando guide turistiche – conclude la dirigente – ma figure con un’alta specializzazione nelle varie fasi del management del Turismo delle Radici, in grado di creare nuovi modelli di sviluppo”.
Nella foto: a destra Maria Silvana Ciriolo, a sinistra Marina Gabrieli
(PO / Par)
9Colonne