La grande frode dei carburanti
di Paolo Pagliaro
Digitando le parole “frode” e “carburanti” nell’archivio di Staffetta Quotidiana, il giornale specializzato in questioni energetiche, ci si imbatte in circa 680 articoli. E’ da sette anni che Staffetta denuncia, infatti, il fenomeno dell’evasione dell’Iva e altre gravi irregolarità nel mercato della benzina e del gasolio. Non si tratta solo di una campagna giornalistica. Negli anni si sono mossi anche l’Agenzia delle Dogane, le associazioni di settore, la Guardia di Finanza, il ministero dell’Economia e numerose procure.
Ma, come ha fatto notare in un’audizione il comandante generale delle Fiamme Gialle. Giuseppe Zafarana, mancano norme mirate a colpire chi specula sui prezzi di carburante o elettricità e gas. Il meccanismo più gettonato è l’evasione dell’Iva attraverso i cosiddetti depostiti fiscali. Ma ci sono anche il contrabbando e i furti dagli oleodotti, Il mercato illegale vale tra il 10 e 20% del totale e sottrae al fisco 6 miliardi l’anno senza che i consumatori ne abbiano naturalmente alcun vantaggio. Quasi ogni mese, l’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza sequestrano beni, bloccano licenze, arrestano persone. Ci sono le navi cisterna riempite a Malta con il gasolio rubato in Libia. C’è il frenetico carosello delle fatture. C’è l’evasione da un miliardo venuta a galla tra Roma, Napoli, Reggio e Catanzaro, con l’inchiesta Petrol-Mafie che documenta il ruolo della criminalità organizzata. Spiegano gli inquirenti che le mafie preferiscono investire nelle frodi petrolifere perché garantiscono gli stessi profitti del traffico di stupefacenti, ma con meno rischi. Quanto ai costi, quelli li sostiene solo lo Stato e chi fa il pieno.
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