In Turchia Erdogan gioca la carta energia per vincere le elezioni
Il presidente turco ha garantito che il Paese “non avrà problemi quest’inverno” ed espresso la speranza che “gli eventi evolvano positivamente”, in riferimento allo sconto chiesto a Putin
Il governo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato un piano di sussidi rivolto alla popolazione per alleviare l’aumento dei costi dell’energia, mentre il Paese è strozzato dalla peggiore crisi economica e l’inflazione ha superato l’80% nel mese di agosto.
Erdogan sarebbe anche vicino ad ottenere uno sconto sul prezzo del gas russo da parte del presidente russo Vladimir Putin. Il presidente turco ha garantito che il Paese “non avrà problemi quest’inverno” ed espresso la speranza che “gli eventi evolvano positivamente”, in riferimento allo sconto chiesto a Putin.
In base a quanto reso noto dal Ministero dell’Energia, il budget stanziato da Ankara nei primi 6 mesi del 2022 è stato di circa 8,5 miliardi di euro. Un budget che sarà incrementato nel prossimo anno, una mossa con cui il governo punta ad alleviare le ricadute sulla popolazione che Erdogan non vuole far arrivare alle urne a giugno prossimo dopo un inverno al freddo o con il portafoglio svuotato dalle bollette.
Una spesa ingente già nel 2022 (circa 100 euro a cittadino) per un Paese costretto a importare la quasi totalità dei circa 60 miliardi di metri cubi di gas che soddisfano il proprio fabbisogno interno. Il Ministro dell’Energia Fatih Donmez ha garantito che Ankara non ha un problema di fornitura, ma che l’aumento “senza precedenti” dei prezzi impone al governo “massima attenzione”.
“Nel 2021 abbiamo stanziato 100 miliardi di lire turche per gas e petrolio (circa 5,7 miliardi di euro ndr), nel 2022 abbiamo speso 150 miliardi di lire solo per il gas (circa 8,5 miliardi di euro ndr). Con l’arrivo del freddo continueremo a sostenere le spese per l’energia ed alleviare le ricadute sui cittadini“, ha annunciato Donmez.
Nonostante la crisi economica in corso, i turchi hanno paradossalmente incrementato il consumo di gas, passato dai 48 miliardi di metri cubi del 2020 ai 60 del 2021, mentre quest’anno la stima si aggira tra i 62 e i 63 miliardi di metri cubi. Consumi resi possibili essenzialmente dall’import di gas russo, che da solo soddisfa tra il 30 e il 40% del fabbisogno interno turco.
Un motivo in più per Erdogan per insistere su uno sconto da parte di Putin e un accordo, secondo la stampa turca, sarebbe vicino. I due leader si sono incontrati due volte negli ultimi due mesi e si incontreranno di nuovo a Samarcanda, in Uzbekistan.
La Turchia non ha applicato le sanzioni economiche nei confronti di Mosca e i due leader si sono già accordati per un sistema di pagamento in rubli. Due fattori che hanno permesso ad Erdogan di mantenere buoni rapporti con Putin e raddoppiare l’import di petrolio russo, passato dai 98 mila barili al giorno nel 2021 ai 200 mila di quest’anno.
Scelte decisive per spingere Erdogan verso il tanto agognato sconto, che sarebbe ossigeno puro per la disastrata economia turca. Mosse cui il governo del presidente turco è costretto dall’avvicinarsi delle decisive elezioni del 2023, ma anche dai tempi necessari a diversificare le fonti di aprovigionamento energetico.
Ankara al momento importa gas anche da Iran e Azerbagian (le cui forniture sono destinate ad aumentare) e gas liquido da Qatar, Nigeria, Norvegia, Algeria e Stati Uniti. Tuttavia la recente normalizzazione in corso con Israele garantirà in futuro gas dei ricchi giacimenti dello stato ebraico, mentre per le riserve turche, le prime recentemente scoperte nel Mar Nero, lo sfruttamento è previsto a partire dai primi mesi del 2023. In tempo per le elezioni.
AGI