Quando i druidi gallesi insignirono Elisabetta del titolo di Bardo onorario
Un filmato girato nell’agosto del 1946 mostra l’allora principessa ventenne in un villaggio del Galles meridionale insignita del titolo di Bardo onorario col nome di Elizabeth O Windsor
Dryffin Park è oggi lo stadio della squadra di rugby di Mountain Ash, un villaggio del Galles meridionale di 7 mila anime noto per le miniere di carbone, ormai abbandonate. Un filmato girato nell’agosto del 1946 lo mostra gremito di centinaia di persone in abito tradizionale celtico giunte per il National Eisteddfod of Wales, un festival itinerante di musica e poesia che nasce, nella sua forma attuale, nel 1861 secolo ma affonda le sue radici nelle antiche competizioni tra bardi. Tra loro c’è una ragazza di vent’anni, che si avvicina silenziosa ai cerimonieri che, vestiti da druidi, alzano al cielo un’antica spada sacra e il Corno dell’Abbondanza.
Una donna aggiusta premurosa il copricapo velato della giovane che, ancora principessa, sarebbe diventata, sette anni dopo, Elisabetta II, monarca del Regno Unito, e quel giorno d’estate fu insignita del titolo di Bardo onorario col nome di Elizabeth O Windsor.
“La mia prima impressione di lei fu che sembrava una stella del cinema“, è il ricordo condiviso con la Bbc dal giornalista Brian Hoey, allora dodicenne, “era davvero bellissima, elegante… Da restare senza fiato”.
“L’altra cosa che mi rimase impressa fu il tono elevato della sua voce”, aggiunge Hoey, “non avevo mai sentito parlare nessuno così nel Galles del Sud. Era come vetro inciso”, metafora intraducibile che in inglese indica una pronuncia lenta e cristallina, come si confà al sangue blu.
La regina avrebbe conservato un forte interesse per la cultura gallese, e avrebbe sempre ricordato il rito con affetto, tanto da tornare a un National Eisteddfod nel 1960, quando il festival si svolse nella capitale Cardiff, diventando la prima sovrana britannica a recarvisi.
Accompagnata dai figli Carlo e Anna, che allora avevano 10 e 12 anni, pronunciò un breve discorso in gallese che aveva imparato. La mancata conoscenza di questa lingua, l’unica consentita all’Eisteddfod, le sarebbe costata il ritiro del titolo di Bardo nel 2006, quando fu vietato di detenerlo a chi non la parlasse.
Carlo III può invece ancora aspirare a fregiarsene. Il nuovo re, nel 1969, fu infatti costretto dalla madre a studiare il “Cymraeg” all’università di Aberystwyth University, perché dell’investitura come Principe di Galles potesse essere davvero degno.
AGI