L’Ue è pronta a intervenire per l’italiana arrestata in Iran
È un giallo la cattura di Alessia Piperno a Teheran. A raccontare del fermo – in un post su Facebook poi rimosso – è stato il padre della ragazza, titolare di una libreria a Roma. La Farnesina non ha ancora confermato
Una ragazza italiana sarebbe stata arrestata a Teheran. Lo ha riferito il padre con un post su Facebook, ora rimosso. La giovane si chiama Alessia Piperno e l’Ue ha già dato la propria disponibilità a sostenere gli sforzi della Farneisna per ottenere la sua liberazione.
“Sosteniamo sempre gli Stati membri se richiesto” anche se “la responsabilitò primaria dell’assistenza consolare all’estero spetta al Paese del cittadino in questione” ha dichiarato all’AGI una fonte Ue.
“Questa ragazza – aveva scritto il padre Albertosu Facebook – è Alessia Piperno, ed è mia figlia. È una viaggiatrice solitaria, gira il mondo per conoscere usi e costumi dei popoli. Si è sempre adeguata e rispettato le tradizioni e, in certi casi, gli obblighi, di ogni Paese che ha visitato. Erano 4 giorni che non avevamo sue notizie, dal giorno del suo 30esimo compleanno, il 28 settembre. Anche il suo ultimo accesso al cellulare riporta quella data. Stamattina arriva una chiamata. Era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. A Teheran. In Iran. Era stata arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno. Sono state solo poche parole ma disperate. Chiedeva aiuto. Ci siamo subito mossi con la Farnesina, abbiamo chiamato l’ Ambasciata italiana a Teheran. Ma ancora non sappiamo niente, neanche il motivo della reclusione. Ci dicono che si stanno muovendo. E noi genitori, e il fratello David, non riusciamo a stare con le mani in mano. Non si può stare fermi quando un figlio ti dice ‘vi prego, aiutatemi’.
Non sono un postatore di foto e non uso quasi mai social ma oggi non ho potuto farne a meno. Voglio che si sappia e che questa notizia raggiunga più persone possibili, magari arrivare a quella giusta che può aiutarci. Grazie”, conclude il padre.
L’IItalia pronta a inasprire le sanzioni
La Germania, insieme ad altri sei Paesi Ue tra cui Francia, Danimarca, Spagna, Italia e Repubblica Ceca, avrebbero presentato proposte per nuove sanzioni europee contro l’Iran. Lo rivela Der Spiegel secondo cui 16 persone e organizzazioni iraniane potrebbero essere inserite in un elenco di misure a fronte della repressione delle proteste delle donne nel Paese. Sempre secondo il giornale tedesco i ministri degli esteri dell’UE potrebbero decidere sulle nuove sanzioni nella riunione del 17 ottobre a Lussemburgo.
Notte di sangue all’università di Teheran
È stata una notte di repressione e terrore seminato delle forze di sicurezza iraniane in uno dei principali atenei di Teheran: il Politecnico di Sharif. Sull’onda delle proteste per la morte di Mahsa Amini, la ragazza curda morta dopo l’arresto della polizia, ci sono stati forti scontri tra gli studenti del prestigioso ateneo e le forze di sicurezza.
I disordini sono cominciati in prima serata quando è apparso un contingente di uomini in borghese, su camioncini, che ha fatto qualche arresto e usato manganelli. Con il passar delle ore e il proseguimento delle proteste, gli agenti hanno cominciato a sparare proiettili di gomma, lacrimogeni e spruzzare vernice. Gli studenti hanno sbarrato le porte dell’università e si sono ritrovati circondati dalle forze di sicurezza.
“Donna, vita, liberta'”, gridavano, “gli studenti preferiscono la morte all’umiliazione”, ha riferito l’agenzia di stampa iraniana Mehr. Ad un certo punto è arrivato lo stesso ministro della Scienza nel tentativo di calmare la situazione.
Il gruppo Iran Human Rights, che ha sede a Oslo, ha pubblicato un video che mostra la polizia iraniana in motocicletta all’inseguimento dei ragazzi che fuggono verso un parcheggio sotterraneo e, un altro, in cui i giovani, con le teste coperte da sacchi di stoffa nera, vengono portati via. In altri filmati, dei quali però non è possibile verificare tempo e luogo di registrazione, si possono sentire sparatorie e urla e la gente che corre per strada nell’oscurità.
Le proteste sono durate fino a dopo la mezzanotte. Stamane il prestigioso polo universitario ha annunciato di aver sospeso le lezioni in presenza e che gli insegnamenti saranno online.
AGI