110 prigioniere ucraine sono state protagoniste di uno scambio con i russi avvenuto questo lunedì, sono state liberate in cambio di 80 marinai civili russi e una trentina di militari delle repubbliche indipendentiste filorusse. Tra le donne ucraine liberate 37 erano state catturate dopo essersi arrese all’assedio delle acciaierie Azovstal a Mariupol, terminato a maggio. Lo scambio arriva alla fine di un lunedì da incubo iniziato con attacchi su larga scala in tutta l’Ucraina compresa la capitale Kiev. Qui droni di fabbricazione iraniana hanno colpito pure obiettivi civili facendo almeno 4 morti tra cui una donna incinta di 6 mesi e suo marito.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel discorso notturno ha menzionato gli altri ucraini che sono ancora prigionieri, “non li abbiamo dimenticati”, dice, mentre Kiev dopo l’attacco coi droni, sul framento di un drone è stata trovata la scritta ‘per Belgorod’, chiede più aiuti militari all’occidente. Per Zelensky il terrore russo serve a mascherare le sconfitte sul campo, comunque sia un’altra giornata di terrore è scritta sugli annali della guerra. Il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko la vede così: “I russi vogliono deprimere gli ucraini, il popolo invece è molto arrabbiato e vuole difendere la propria città natale, il Paese d’origine”.
Sul fronte russo si registra un disastro aereo a Yeysk, cittadina russa vicino al confine ucraino. Qui un jet militare russo si è schiantato su un edificio facendo tredici morti. Causa ufficiale dell’incidente un guasto al motore: i due piloti, sono riusciti a catapultarsi fuori dal velivolo.