Riciclaggio affarista della mafia stragista italiana
In Italia, tre quarti di secolo di lotta alla mafia, si sono conclusi con lo Stato super indebitato, e l’ultimo capo mafia che ha accumulato profitti miliardari, mutando camaleonticamente da stragista in affarista.
Il super ricercato Matteo Messina Denaro ( finalmente assicurato alla giustizia ) s’è fatto 30 anni di latitanza libero e indisturbato, e a sentire la tv, ha goduto di protezioni e complicità da regnante.
E ora, col vaso di Pandora scoperchiato, dovremmo convincerci che:
se alla stessa fonte dell’economia legale, cioè i “servizi finanziari e professionali privati”, può accedere liberamente e senza fare rumore, anche la mafia; la mafia che incassa da tutti e non paga nessuno arricchisce; e dopo le imprese fallisce anche lo Stato.
Perché il mafioso, terrorizzando, ottiene il massimo; mentre l’imprenditore onesto, sgozzato da strozzini, esattori e affaristi rapaci, alla lunga, per ovvio istinto di conservazione, finisce per rassegnarsi a servire la mafia che lo sfama e non lo Stato che lo affama.
Se osasse opporre resistenza allo “stato criminale” contando sulla protezione dello Stato di diritto, rischierebbe di finire come Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino e altre vittime della mafia conosciute e sconosciute.
Quindi dovremmo domandarci: perché, pur utilizzando le stesse “armi” dello Stato, banche private e professionisti privati, “soldi e sapere”, la mafia vince e lo Stato perde?
Forse perché nessun banchiere e nessun professionista che di regola specula a proprio vantaggio e a danno dello Stato, avrà mai il coraggio di danneggiare un mafioso, sapendo bene che con quel tipo di cliente è operativa una sola clausola: “la borsa o la vita”.
Per avere la forza di servire lo Stato e negare servizi, complicità e protezione alla mafia, banchieri e professionisti (depositari delle due sole “armi vincenti” nel libero mercato globale: SOLDI e SAPERE) dovrebbero essere protetti più degli stessi Giudici, che già non lo sono stati e ancora non lo sono abbastanza.
Quindi è inutile girare in tondo.
Se lo Stato si ritrae e lascia il vuoto, privatizzando “soldi e sapere”, che avrebbero dovuto essere solo e soltanto pubblici a garanzia del bene comune e della sovranità nazionale, e in alcune regioni lascia dilagare la povertà per carenza di mezzi o miope calcolo elettorale, la mafia avanza, cresce e vince economicamente, diventando intoccabile “stato” nello Stato.
Franco Luceri